CINQUE PROPOSTE PER CAMBIARE, BIM CONFERENCE

02 lug 2020
Dalla One Team BIM conference e Civiltà di cantiere cinque azioni chiave da mettere in campo per l’innovazione delle costruzioni. La testimonianza di ACEA e il caso dell’implementazione BIM per le multiutility.

La BIM Conference annuale di One Team non è stata fermata dalla pandemia. L’evento si è svolto in modalità digitale con un nuovo format, impostato attraverso lo sviluppo di quattro sessioni tematiche coordinate da moderatori diversi, incaricati di animare il dibattito e di coinvolgere gli utenti rispondendo anche alle domande poste attraverso la chat dedicata. Si arricchisce di esperienze il ruolo e il valore di One Team come riferimento per aziende, studi e imprese nell’ambito della tecnologia BIM per favorire una riflessione e individuare i temi di maggiore interesse per la filiera, grazie anche alla collaborazione con Civiltà di Cantiere.
L’evento è stato l’occasione per far conoscere esperienze innovative di digitalizzazione e di utilizzo del BIM sostenute dalle competenze e dall’offerta tecnologica e digitale di One Team.
La prima sessione è stata dedicata al caso della Lombardia e, più in generale, alle opportunità date dalla digitalizzazione delle committenze pubbliche. Riccardo Perego, AD di One Team ha introdotto i lavori presentando il programma e i relatori, evidenziando quanto One Team sta attuando a favore della digitalizzazione di realtà pubbliche e private. Perego ha inoltre ricordato quanto proposto dalla Banca d’Italia per superare le resistenze al cambiamento e le inefficienze che ne conseguono, attraverso la riduzione del numero delle stazioni appaltanti, usando la digitalizzazione come fattore di selezione e di riorganizzazione fattuale e non amministrativa, modificando l’articolo 38 del Codice degli Appalti e prevedendo l’obbligatorietà di tecnologie digitali nella gestione delle procedure di gara. Per la Banca d’Italia essa sarebbe una condizione necessaria seppure non sufficiente per operare come stazione appaltante nel mercato degli appalti.
Durante il primo dibattito è intervenuto Pietro Baratono, Provveditore alle OOPP di Lombardia ed Emilia Romagna, che ha voluto sottolineare come, all’interno di questo scenario negativo, la necessità impone due strade: il rifugio nella consuetudine dei metodi tradizionali o la scelta dell’evoluzione tecnologica. Per il provveditore si tratta di dare attuazione a quanto già indicato nel Codice degli Appalti e poi definito nel Decreto Ministeriale n. 560/2017, rendendo possibili quegli obiettivi e quegli indirizzi. Vanno create le condizioni per favorire una cultura della digitalizzazione e una riorganizzazione delle amministrazioni chiamate a gestire gli appalti pubblici. Altro tema importante affrontato nel corso della prima sessione è stato quello di prevedere un piano industriale che comprenda l’innovazione digitale delle imprese e della pubblica amministrazione: un provvedimento specifico per le costruzioni simile a quello a suo tempo varato per l’industria avrebbe un duplice effetto positivo: riconoscere le specificità di un settore che richiede un impegno, risorse e provvedimenti ad hoc e allo stesso tempo dotare l’edilizia finalmente di una strategia volta a favorirne una crescita di tipo industriale. Maurizio Cabras, delegato BIM ANCI Lombardia ha evidenziato come, per quanto riguarda i comuni italiani, l’emergenza sanitaria abbia costituito un problema enorme, soprattutto per quelli lombardi. ANCI Lombardia comunque si è attivata nel processo di sburocratizzazione puntando soprattutto alle tematiche chiave per i centri urbani, come scuole, rigenerazione urbana, dissesto idrogeologico, in primis attraverso la definizione di un’agenda degli interventi.
“Siamo promotori, anche insieme ad ANCE, di una proposta che rimetta al centro la responsabilità: attraverso una diversa responsabilizzazione degli uffici tecnici. Importante in questo processo la cooperazione tra pubblico e privato”.
Gianni Verga, Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano è intervenuto in conclusione di questa prima parte lanciando la proposta di una rigenerazione dello stato, un ricambio sostanziale e continuo. Ha affermato:
“Abbiamo bisogno di ingegneri e architetti alla guida dello stato, perché le competenze e specifiche sono fondamentali quando si tratta di ripensare all’evoluzione di un intero settore. Dobbiamo poi passare subito all’azione per realizzare delle opere, passare dalle prescrizioni prettamente formali alle prestazioni per il raggiungimento del risultato”.
Al centro sia della seconda sia della terza parte è stato portato il tema delle competenze. La seconda sessione ha visto protagonisti alcuni importanti casi studio, in cui l’uso del digitale, e del BIM nello specifico, hanno portato a evidenti vantaggi a livello di tempi, costi ed efficienza nella progettazione di opere complesse o di organizzazione di processi. Annamaria Pichetto, senior planner di COCIV che ha illustrato come il BIM sia stato utilizzato da loro per una gestione del cantiere più efficiente permettendo di correlare al modello BIM i dati di cantiere, ha presentato il progetto pilota usato da COCIV per procedere a una standardizzazione di modelli e processi: un tratto di galleria per un’opera pubblica ferroviaria in Liguria. É stata poi la volta di Bruno Mingoia, di BMS Progetti, che ha illustrato la loro esperienza di riqualificazione delle torri Richards a Milano. Qui è stato utilizzato il BIM 360 di Autodesk per tutte le fasi del processo costruttivo, fino alla gestione del cantiere e alla futura gestione in facility management.
Giuseppe Morone e Andrea Paciola di ACEA AREA Ingegneria e Servizi hanno successivamente portato il caso dell’implementazione BIM per le multiutility, mostrando la loro esperienza, sia per la creazione di librerie e famiglie standard, sia attraverso il progetto pilota Acea Smart Comp, utilizzato con l’obiettivo di integrare il modello IFC all’interno del sistema di telecontrollo dell’Impianto di compostaggio e agevolare di conseguenza la conduzione. Marco Chiodi, Project Manager della Direzione Tecnica di AREXPO, ha presentato gli sviluppi previsti sull’area in cui si è svolta l’EXPO 2015.  Una superficie di circa 1 milione di metri quadri che prevede la creazione del Milano Innovation District (MIND), in particolare ha illustrato il progetto relativo a Human Technopole, il nuovo Istituto di ricerca sulle scienze della vita che ha previsto la progettazione integrata in BIM sin dalle prime fasi di progetto.
Il progetto della piattaforma BIMReL è stato invece il fulcro della terza sessione, all’interno della quale i promotori del progetto: Riccardo Perego, One Team, Alberto Pavan, Politecnico di Milano, Mario VerduciFedercomated hanno evidenziato le potenzialità della piattaforma per l’evoluzione del settore e delle imprese e aziende edili. Un database digitale a disposizione di aziende, progettisti, costruttori e cittadini in cui trovare tutte le informazioni utili sui prodotti da costruzione, un catalogo per raccogliere in modo strutturato e a norma le informazioni e le schede tecniche di prodotti da costruzione, prodotti impiantistici, arredi e mezzi. In particolare saranno anche disponibili i dati prestazionali, come ad esempio quelli riferiti alle esigenze di sicurezza, efficienza energetica e sostenibilità ambientale, in una logica di gestione del ciclo di vita del prodotto. Utilizzando la piattaforma i vantaggi sono molteplici: si riducono drasticamente i tempi di approvvigionamento e scelta dei materiali grazie al metodo just in time e di conseguenza si abbassano i costi per costruttori, progettisti e produttori di materiali.
La sessione conclusiva ha tirato le somme di quanto emerso nel corso dei lavori  Aldo Bottini di BMS Progetti ha evidenziato come le imprese dovrebbero mettersi alla prova e sperimentare nuove modalità di organizzazione del lavoro. La vera innovazione è quella legata ai processi: bisogna puntare a ottenere la vision complessiva dell’intero ciclo di vita dell’immobile. Le imprese devono anche capire che devono ristrutturarsi in funzione dei nuovi strumenti e, di conseguenza, investire. Esistono però ancora enormi gap e differenze: ci sono organizzazioni che sono già partite e altre che sono rimaste indietro. Per Fabio Millevoi, Direttore ANCE Friuli Venezia Giulia, è necessario prima di tutto scardinare alcuni preconcetti, tra cui quello per cui inizialmente il BIM era visto come soluzione solo applicabile a opere faraoniche e quindi solo per poche o pochissime imprese. È compito dei rappresentanti delle imprese e delle istituzioni attivare eventi e iniziative a favore della conoscenza e sensibilizzazione sul BIM per poi procedere con la formazione vera e propria di tutti gli operatori. Si tratta di creare un circolo virtuoso delle competenze digitali.
 Alfredo Martini, direttore di Civiltà di Cantiere, proprio ragionando e cogliendo gli stimoli emersi in occasione della Conferenza e incrociandoli con alcune ipotesi e proposte presentate da altri soggetti in questi giorni, ha lanciato 5 proposte da riprendere anche in altre iniziative.

  1. Obbligatorietà di dotazione e competenze digitali per le stazioni appaltanti
  2. Assunzione di 10.000 giovani ingegneri con competenze digitali
  3. Creazione di una piattaforma digitale nazionale di gestione dei prodotti e dei materiali orientata alla trasparenza e alla sostenibilità
  4. Inserimento di modalità premiali nei bandi di gara pubblici
  5. Costruzioni 4.0”: un provvedimento di politica industriale

Una conclusione che ha portato ad azioni molto concrete, come affermato dal Direttore di Civiltà di Cantiere:  “Da una riflessione generale sono emerse alcune azioni da mettere in campo da subito per ripartire velocemente all’insegna dell’innovazione nel settore delle costruzioni, con l’obiettivo di verificarne concretamente la fattibilità, allargando il consenso e individuando così delle modalità per porle all’attenzione di chi deve decidere e utilizzare al meglio le abbondanti risorse che arriveranno dall’Europa”.