Consorzio Concessioni Reti Gas e smart metering

27 ott 2016
Secondo calcoli, prudenziali, effettuati dal Consorzio Concessioni Reti Gas, i comuni italiani potrebbero disporre di un tesoretto fatto di 1 miliardo di Euro che con la leva finanziaria potrebbero diventare 4 miliardi di Euro, derivanti dalle gare delle reti del gas che potranno essere utilizzati in progetti di efficienza energetica. È quanto emerso nel convegno sullo Smart metering 2017 sull'obbligo dell'Autorità di settore di installare misuratori elettronici nelle reti gas, come è stato già fatto nel settore elettricità ed acqua, nei punti di riconsegna del territorio nazionale. Lo sviluppo dello smart metering porterà all'evoluzione verso le smart city portando al rapporto 40/20/20, con il 40% di diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra, l'aumento del 20% di efficienza energetica e la riduzione del 20% dei combustibili fossili.

"Le gare vanno a rilento, perché alcuni concessionari uscenti, favoriti dai "colli di bottiglia" costituiti da segmenti dell'amministrazione pubblica e dalle continue modifiche della normativa - denuncia Sergio Miotto del Consorzio Concessioni Reti Gas - stanno portando ad un sostanziale blocco delle gare del gas. Un'occasione così non si ripresenta tanto facilmente. Gli investimenti sulla rete sono fermi in Italia da almeno 10 anni e per questo chiediamo procedure più veloci. Così anche lo smart metering potrebbe trasformarsi da opportunità a occasione persa".

Per Agnese Cecchini, direttore editoriale di Gruppo Italia Energie: "Lo smart metering non è soltanto una questione di tecnologia, ma di cultura dei cittadini e politica per le norme che dovrebbero regolare il settore".

Le ha fato eco Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente: "Il nostro compito è sviluppare un'opinione pubblica favorevole alla compatibilità nei consumi, Oggi è possibile avere reti intelligenti, ma dobbiamo chiedere alle città di sviluppare  piani e reti cittadine per i consumi intelligenti, che è da sempre una nostra battaglia".

 

Il senatore Francesco Ferrante presidente di Menowatt GE, ed ex Direttore di Legambiente

"Le smart city si possono fare se si innesca un triangolo virtuoso tra cittadini, aziende che forniscono i sistemi e le istituzioni che devono normarlo. Abbiamo bisogno di norme stabili ed efficaci. In Italia, come in questo caso, rischiano di essere messe in discussione, mentre noi avremmo bisogno di una chiarezza".

Ferrante ricorda le molte occasioni mancate: "Il  Fondo Kyoto, che sarebbe utile per efficientare le scuole elementari ha avuto un andamento deludente, perché a fronte di 350 milioni stanziati ne sono stati utilizzati soltanto 200 e nel terzo round dello stesso sono pervenute appena 40 domande. E questo soprattutto perché i comuni non possono spendere per il patto di stabilità.

Ci attendiamo dalla legge finanziaria in corso uno sforzo per permettere investimenti che nel medio termine danno dei risultati di risparmio ed efficienza energetica notevoli".

Menowatt è intervenuta in 410 comuni ottenendo risparmi importanti. Nel caso di Francavilla a Mare è stato effettuato un intervento su 4000 punti luce e 25000 utenze per lo smart metering. Il tutto si è trasformato in una spesa annuale per costi energetici  di 278000 Euro a fronte dei precedenti 611.000 liberando risorse da investire sugli impianti "questo è il vero shale gas dell'Italia" ha concluso Ferrante, che ha aggiunto un dato importante contenuto nella ricerca su un campione di 50 comuni fatto da www.osservatori.net: "tutti pensano di fare progetti smartcity entro il 2017".