ACCIONA: il futuro delle infrastrutture idriche passa da innovazione e cooperazione

28 nov 2025
Acciona ha celebrato a Roma i 25 anni in Italia, evidenziando i risultati ottenuti nel settore idrico e delle infrastrutture. I relatori hanno richiamato l’urgenza di rafforzare resilienza idrica e collaborazione tra istituzioni e imprese. Articolo di Davide Surace

In un momento in cui la scarsità idrica e le pressioni climatiche mettono a rischio la sicurezza delle risorse non basta costruire, serve pianificare e governare le infrastrutture idriche come beni strategici per il Paese.

E' quanto emerso in occasione del convegno per i 25 anni di Acciona in Italia, organizzato con Il Sole 24 Ore e patrocinato da Utilitalia, durante il quale il settore si è potuto confrontare su come rispondere oggi e domani alle fragilità del sistema idrico nazionale.

Italia e Spagna, un’alleanza industriale sempre più forte

Ad aprire i lavori è stato Miguel Fernández-Palacios, Ambasciatore del Regno di Spagna in Italia, che ha sottolineato la profondità del legame economico e istituzionale tra i due Paesi.

“La celebrazione dei 25 anni di Acciona in Italia non riguarda soltanto il successo di un’azienda, ma la forza del rapporto industriale tra Spagna e Italia. Quando i nostri Paesi lavorano insieme, i risultati sono straordinari”, ha affermato Fernández-Palacios.

Nel suo intervento l’Ambasciatore ha ricordato come la Spagna sia oggi un riferimento mondiale nelle tecnologie per l’acqua, dalla gestione delle risorse agricole fino alla dissalazione, grazie a decenni di innovazione e investimenti nelle aree più colpite dalla scarsità idrica.

Una storia industriale fatta di territorio, infrastrutture e persone

Nel ripercorrere il quarto di secolo dell’azienda nel nostro Paese, il Country Manager di Acciona Luigi Patìmo ha ricordato come il contributo di Acciona sia stato determinante nel rinnovare reti e impianti su vasta scala.

Patìmo ha sottolineato che in venticinque anni sono stati rinnovati oltre 1.200 chilometri di reti e sono stati modernizzati impianti che oggi garantiscono continuità e qualità del servizio. Un lavoro costruito attraverso relazioni territoriali consolidate e un approccio industriale orientato ai risultati.

Un messaggio rafforzato dal CEO di Acciona José Díaz-Caneja, che ha evidenziato come l’esperienza internazionale del gruppo abbia permesso di introdurre in Italia modelli operativi e tecnologie nate in contesti caratterizzati da forte stress idrico, contribuendo a rendere le infrastrutture locali più robuste e sostenibili.

Le istituzioni: infrastrutture e trasparenza come basi per la crescita

Il tema della credibilità del settore è stato affrontato dal Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha posto l’accento sull’importanza dei sistemi di controllo e dei modelli organizzativi.

Secondo Sisto, nel servizio idrico la qualità non dipende solo dalle opere ma dall’affidabilità delle strutture che le gestiscono, richiamando la necessità di una maggiore trasparenza e di un quadro di regole chiaro e coerente.

Nel messaggio del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è stato ribadito l’impegno del Governo sulla riduzione delle perdite, la modernizzazione degli impianti e il rafforzamento della resilienza idrica nazionale.

Mentre, nel suo videomessaggio da Londra, il Vice Ministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ha affermato che: "L’Italia sta avviando il più grande piano di investimenti infrastrutturali degli ultimi trent’anni. Servono opere moderne, realizzate con qualità, rapidità e piena collaborazione tra pubblico e privato”.

Panel 1: Infrastrutture per l’Italia: grandi opere al servizio del futuro

Il primo panel ha messo in evidenza una criticità comune a tutto il Paese: senza una pianificazione stabile e una capacità realizzativa più solida, l’Italia continuerà a inseguire le emergenze invece di prevenirle.

A introdurre il tema è stato il Corporate Executive President di Acciona Italia Giuseppe Recchi, che ha richiamato una criticità strutturale. Il Paese continua a intervenire quando la necessità è già manifesta, mentre servirebbe una programmazione che anticipi gli scenari e non li insegua, ha dichiarato Recchi.

Secondo il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, Marco Casini, le opere idriche del futuro dovranno trasformarsi in infrastrutture intelligenti, capaci di integrare monitoraggi continui e sistemi predittivi per aumentare la resilienza dei territori.

Dal fronte urbano, il contributo del CEO di MM Spa, Francesco Mascolo, ha mostrato come digitalizzazione, sensori e analisi avanzate del sottosuolo stiano già consentendo di ridurre perdite e consumi, dimostrando che l’efficienza è un obiettivo raggiungibile quando tecnologia e governance procedono nella stessa direzione.

Il Presidente di Herambiente, Filippo Brandolini, ha ampliato la prospettiva ricordando che acqua ed energia sono sistemi sempre più interdipendenti e che infrastrutture moderne e affidabili rappresentano una componente decisiva per la sicurezza nazionale.

A chiudere la tavola, la Segretaria Generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, Gaia Checcucci, ha sottolineato come una programmazione credibile si fondi su dati aggiornati e bilanci idrici accurati, strumenti indispensabili per orientare investimenti, priorità e decisioni strategiche.


Panel 2: Le sfide delle infrastrutture nel settore idrico

Il secondo panel ha riportato al centro una delle questioni più delicate del settore idrico nazionale: la forte frammentazione territoriale, che rallenta investimenti, rende disomogenea la qualità del servizio e indebolisce la capacità di rispondere alle crisi. 

Il Direttore Generale di Utilitalia, Anna Barrile, ha sottolineato l’urgenza di recuperare anni di ritardo su invasi, interconnessioni e sistemi di accumulo, ricordando che il Paese ha bisogno di una programmazione nazionale stabile, in grado di accompagnare gestori e territori nelle scelte più strategiche.

Una criticità strutturale è stata evidenziata dal Presidente di Utilitatis, Rosario Mazzola, che ha richiamato l’attenzione sul divario tra aree del Paese. Mazzola ha osservato che “alcuni territori non dispongono della capacità gestionale necessaria per progettare e sostenere investimenti complessi”.

Sul fronte depurativo, il Commissario Unico alla Depurazione, Fabio Fatuzzo, ha ribadito l’importanza di valorizzare la risorsa idrica trattata. Fatuzzo ha spiegato come l’acqua depurata debba essere considerata una risorsa e non un rifiuto, soprattutto in un contesto di crescente scarsità di acqua potabile, e ha insistito sulla necessità di puntare su standard depurativi elevati e su processi di riuso sicuri ed efficienti.

Dal lato più operativo, il contributo del Country Manager di Acciona Agua, Pietro Tota, ha mostrato come investimenti mirati e tecnologie adeguate possano migliorare rapidamente l’efficienza delle reti e la continuità del servizio. Tota ha evidenziato che interventi puntuali, uniti a una manutenzione strutturata, consentono di ottenere risultati concreti anche in aree caratterizzate da condizioni infrastrutturali complesse.

Infine, il Presidente di Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia, ha evidenziato come la Puglia stia sperimentando soluzioni avanzate per garantire continuità del servizio. "Grazie ai nuovi impianti è possibile assicurare portate elevate durante tutto l’anno, offrendo un supporto fondamentale a residenti e comparti produttivi”, ha dichiarato Laforgia.

Conclusioni

A chiudere l’evento è stato Giuseppe Recchi, Corporate Executive President di Acciona Italia: “Il potenziamento delle reti idriche, l’integrazione con le infrastrutture energetiche e la stabilità della governance saranno i pilastri su cui costruire la sicurezza idrica del Paese”.

Dunque, Recchi ha ricordato come l’Italia abbia bisogno di imprese forti e strutturate per affrontare i prossimi decenni di investimenti e come Acciona sia pronta a fare la sua parte.