
Dall'Assemblea Nazionale l'urgenza di politiche stabili e incentivi per sostenere lo sviluppo della filiera. Urso: "Italia hub strategico, serve equilibrio tra sviluppo e ambiente". Articolo di Daniela Marmugi
In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni geopolitiche, il settore della logistica energetica italiana risulta strategico per trasportare i nuovi vettori biocarburanti e GNL e guidare il Paese verso la decarbonizzazione e un'effettiva autonomia energetica. È quanto emerso dall'Assemblea Nazionale di Assocostieri, dal titolo "Equilibri: il settore della logistica energetica tra sostenibilità e sviluppo", svoltasi nella cornice di Palazzo Piacentini a Roma.
A fare da apripista alla discussione il videomessaggio del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha riconosciuto al comparto un ruolo determinante per l'approvvigionamento energetico dell'Italia. Per un paese povero di materie prime come il nostro, ha detto il ministro, la logistica energetica, soprattutto via mare, assume infatti un'importanza fondamentale: la sostituzione del gas russo a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino è stata resa possibile proprio grazie alla collaborazione con le imprese del settore.
Per valorizzare la filiera, l'obiettivo dev'essere quello di trovare un "equilibrio" tra sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e competitività industriale: così il presidente di Assocostieri, Elio Ruggeri, ha motivato la scelta del titolo del convegno. Per farlo, ha spiegato, è necessario agire con pragmatismo: il 50% dei consumi nei trasporti è infatti ancora legato al petrolio, motivo per cui, oltre a investire nella produzione biocarburanti e GNL, è necessario lavorare sulla domanda e modernizzare le flotte.
"I porti sono sempre più energivori, ma anche sempre più centrali per la transizione: vanno resi energivari, includendoli nelle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e dotandoli di infrastrutture che li rendano protagonisti della generazione sostenibile", ha aggiunto Ruggeri.
A tirare le somme dei risultati raggiunti nel 2024 è stato Dario Soria, Direttore Generale di Assocostieri: tra gli obiettivi centrati la promozione del bioGNL e lo sviluppo dell'intero comparto dei biocarburanti. Tuttavia, ha spiegato, nonostante l'offerta sia ormai pronta la domanda resta troppo debole, e il consumo annuo di bioGNL non supera le 150mila tonnellate.
Tra i risultati più significativi, Soria ha ricordato le nuove linee guida per il bunkeraggio ship-to-ship e il mantenimento delle accise agevolate per HVO e GNL. Preoccupazione è stata invece espressa per l'entrata in vigore della RED III a partire da gennaio 2026, che rischia di provocare un notevole aumento dei prezzi dovuto alla concorrenza sleale di porti extra-UE, dove non valgono gli stessi obblighi di utilizzo di biocarburanti.
Il tema dell'equilibrio è stato al centro anche dell'intervento del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Dobbiamo sapere coniugare, meglio di quanto si sia fatto in questi anni con il Green Deal, lo sviluppo del sistema con la tutela dell'ambiente". In questo, ha spiegato, sarà fondamentale la collaborazione con i sistemi portuali. "I porti si stanno trasformando sempre più in veri e propri hub energetici multicommodity. L'Italia rappresenta un punto strategico per l'Europa per la sua vantaggiosa posizione geografica, come evidenziato anche nel Piano Mattei".
Urso ha poi ribadito l'importanza del principio di neutralità ecologica: l'Italia, ha detto, dispone di circa 90 depositi costieri, a testimonianza di un'infrastruttura marittima in continuo sviluppo, che va valorizzata anche attraverso un'adeguata pianificazione normativa per l'utilizzo dei nuovi vettori.
La mattinata è poi proseguita con la prima tavola rotonda, durante la quale è stato presentato lo studio "SSLNG Watch 2025", condotto da Assocostieri e MBS Consulting. Ad illustrarne i risultati Claudia Checchi, Partner MBS Consulting, che ha mostrato come, da un punto di vista infrastrutturale, il settore presenti già tutte le premesse per il successo. "Il GNL è più economico del gasolio, ma mentre in Europa si offrono sconti e agevolazioni per la riduzione della CO2, in Italia manca una politica strutturale di incentivi".
Marilena Barbaro, Direttore Generale della Direzione generale fonti energetiche e titoli abilitativi (FTA) del MASE, ha poi dato il via al dibattito sottolineando come l'Italia sia stata in grado di "switchare" dall'import di gas russo grazie soprattutto a uno sforzo dell'amministrazione per semplificare gli iter autorizzati, ad esempio rendendo operativi in tempo record gli FSRU di Ravenna e Piombino.
Uno dei temi centrali emersi nel corso della discussione è stato poi quello della sicurezza. Massimo Seno, Contrammiraglio CP della Guardia Costiera, ha evidenziato come le capitanerie di porto svolgano un ruolo chiave nell'assicurare la compatibilità delle attività portuali con le operazioni di rigassificazione. "Abbiamo sviluppato linee guida condivise basate sulla risk analysis e sulla semplificazione amministrativa, introducendo strumenti più snelli come l'autorizzazione al posto della concessione. Ora dobbiamo iniziare a guardare anche oltre, anticipando i nuovi scenari della filiera GNL", ha spiegato.
Un approccio condiviso anche dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, rappresentato dal dirigente generale Giampietro Boscaino, che ha ricordato come il lavoro dei tecnici sia determinante nel coniugare sicurezza ed efficienza degli impianti. A questo proposito Fabrizio Mattana, Vicepresidente di Assocostieri, ha lanciato un appello per norme chiare e incentivi concreti: "Abbiamo tutto ciò che serve per decarbonizzare il trasporto pesante da subito. Ma se non investiamo sulla domanda e non semplifichiamo le regole, perderemo il vantaggio competitivo che il nostro posizionamento geografico ci offre".
L'equilibrio delicato tra sviluppo e sostenibilità è stato poi ripreso ancora una volta nel corso dell'intervento di Luca Squeri, Segretario della X Commissione Attività Produttive della Camera, Commercio e Turismo della Camera dei deputati, Responsabile Dipartimento Energia Forza Italia. "Il contributo del GNL da solo non basta, ma è necessario. Il vero obiettivo è massimizzarne i benefici nel rispetto dei vincoli ambientali, senza trascurare però la sostenibilità economica e sociale", ha detto.
Nel corso della seconda tavola rotonda, ampio spazio è stato dedicato alla visione dei porti come hub energetici multi-commodity. Interventi come quelli della Vicepresidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati Paola De Micheli, e del Presidente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni Salvatore Deidda, hanno sottolineato ancora una volta la necessità di politiche pubbliche stabili, incentivi alla domanda e programmazione condivisa con operatori e armatori. Per De Micheli, la decarbonizzazione dei porti è una sfida sistemica: "Servono investimenti pubblici, ma anche garanzie a lungo termine per gli operatori". Deidda ha rimarcato invece la necessità di un approccio pragmatico: "L'elettrico non può essere l'unica strada. Serve ascoltare il mercato e agire in fretta".
Sulla stessa linea anche Massimiliano De Toma di Fratelli d'Italia, che ha ribadito l'urgenza di una semplificazione delle procedure sostenuta dalla digitalizzazione per poter dare risposte immediate. Come sottolineato in seguito da Vincenzo Nastri, Assocostieri Supply and Planning Energas, il biocarburante rischia di rimanere inutilizzato se non agiamo subito rinnovando il parco auto, e la quantità disponibile ad oggi non sarà sufficiente per soddisfare la domanda futura.
L'Assemblea si è chiusa con l'intervento del presidente di Assocostieri, che ha richiamato tutti gli attori coinvolti a passare una volta per tutte dalle parole ai fatti. Ad oggi, ha detto Ruggeri, il GNL rappresenta l'unica alternativa concreta, disponibile e sicura per avviare una vera transizione energetica, e la sua diffusione dev'essere dunque sostenuta da una strategia condivisa, con regole chiare e incentivi mirati: soltanto così l'Italia potrà trasformare la sua posizione geografica in un vantaggio competitivo, rendendosi protagonista della decarbonizzazione europea.
Articolo di Daniela Marmugi