
L'impegno del governo per l'espansione del settore apre nuove possibilità per le imprese internazionali: presentata da TotalEnergies la richiesta per un progetto da 16 mld nel sud del Paese. Articolo di Daniela Marmugi.
Ricco di risorse naturali, il Cile è da tempo in prima linea nella promozione dell'idrogeno come vettore energetico alternativo. Già nel 2022, il paese latinoamericano si è infatti dotato di una Strategia Nazionale, che potrebbe permettere alla nazione di raggiungere una produzione fino a 160 milioni di tonnellate all'anno di idrogeno pulito entro il 2050. Tra gli obiettivi principali, l'espansione della capacità di elettrolisi a 5 GW entro il 2025 e a 25 GW entro il 2030 e la riduzione del prezzo del vettore energetico a 0,8-1,1 dollari per chilogrammo entro la fine del decennio.
È interessante sottolineare che l'impegno del governo cileno per l'espansione del settore apre anche nuove opportunità alle imprese internazionali, incluse quelle italiane: durante un recente incontro a Santiago, promosso dall'Agenzia ICE in collaborazione con l'Ambasciata italiana e Confindustria, è infatti emerso che nel corso del 2025 saranno affidati al settore privato almeno 77 progetti legati allo sviluppo dell’idrogeno verde, per un valore potenziale di 25 miliardi di dollari.
L'evento ha visto la partecipazione di 26 aziende dall'Italia, interessate a investire nei settori dell'energia, dell'ambiente, delle infrastrutture e dei trasporti nel Paese.
In questo contesto si inserisce il nuovo progetto da 16 miliardi di dollari per la produzione di idrogeno verde e ammoniaca nel Cile meridionale, per il quale l'azienda energetica TotalEnergies ha recentemente presentato richiesta di autorizzazione ambientale.
Secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters l'impianto, gestito dalla filiale cilena TEC H2 MAG, dovrebbe entrare in funzione nel 2030 e comprenderà un parco eolico, sette centri di elettrolisi per l'idrogeno verde, un impianto di desalinizzazione, un impianto per l'ammoniaca e infrastrutture marittime per il trasporto.
Un altro progetto recente riguarda la regione di Magallanes e dell'Antartide Cilena, dove l'azienda HNH Energy ha avviato il processo di valutazione ambientale per un impianto che produrrà ammoniaca verde a partire da idrogeno generato localmente. Anche in questo caso, l'iniziativa mira a valorizzare le risorse rinnovabili del territorio e a contribuire alla riduzione delle emissioni.
Parallelamente, si moltiplicano gli sforzi governativi su scala regionale. Poche settimane fa, l'agenzia statale cilena per lo sviluppo Corfo ha lanciato un sussidio da 5 milioni di dollari per accelerare la domanda di idrogeno verde nella regione del Bío Bío.
Il programma, volto a decarbonizzare l'industria pesante e a rilanciare l'economica locale, prevede il finanziamento fino al 60 per cento dei costi di progetti legati alla logistica, all'adattamento tecnologico, alla formazione del capitale umano e al trasferimento di competenze, con un tetto massimo di 5 milioni per proposta.
Passi concreti per l'implementazione del vettore energetico si registrano anche nel settore dei trasporti: con un investimento di 800mila dollari, il Paese andino ha recentemente presentato il suo primo autobus alimentato a idrogeno verde, frutto di una collaborazione pubblico-privata tra l'impresa energetica Colbún, la compagnia Reborn Electric Motors e la multinazionale mineraria Anglo American, con il supporto della stessa Corfo. L'iniziativa si inserisce in una più ampia strategia che punta a una graduale decarbonizzazione della mobilità.
Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE), al momento il Cile rappresenta circa la metà della potenziale produzione di idrogeno a basse emissioni annunciata in America Latina.
Di questo passo, con l'implementazione delle infrastrutture necessarie, la riduzione dei costi e la spinta data anche dagli investimenti esteri, il Paese ha tutte le carte in regola non soltanto per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione, ma anche per affermarsi come uno degli attori chiave della nuova economia dell'idrogeno mondiale.
Articolo di Daniela Marmugi