
Dal 1990 al 2023, le emissioni italiane sono diminuite del 26,4% grazie alla riduzione dei consumi, dovuta alla crisi economica, e alla crescita delle rinnovabili.
Con riferimento alle politiche adottate a tutto il 2022, non sarà possibile per l'Italia raggiungere la riduzione del 43,7% al 2030 delle emissioni rispetto al 2005 richiesta dal regolamento Effort Sharing europeo. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Ispra intitolato "Le emissioni di gas serra in Italia: obiettivi di riduzione e scenari emissivi".
Nel dettaglio, il documento delinea il quadro emissivo italiano a partire dal 1990 fino al 2023, evidenziando le tendenze in atto e identificando i fattori chiave che influenzano l'andamento delle emissioni dei gas serra: nel periodo indicato, le emissioni italiane sono diminuite del 26,4%, grazie sia alla riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione delle produzioni, ma anche alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili e al passaggio all'uso di combustibili a minor contenuto di carbonio.
Negli ultimi anni, si legge, l'andamento delle emissioni ha risentito profondamente della crisi pandemica e della successiva ripresa economica: dopo il drastico calo registrato nel 2020 a causa dei lockdown, il biennio 2021-2022 ha visto un incremento delle emissioni, trainato dalla ripresa delle attività produttive e dei trasporti. La flessibile osservabile nel 2023, particolarmente marcata nelle industrie energetiche e manifatturiere, è riconducibile secondo lo studio a diversi fattori, tra cui la transizione energetica, l'aumento dei costi dell'energia e il miglioramento dell'efficienza nei processi produttivi.
Le emissioni tendenziali di gas serra per il 2024, continua Ispra, registrano una riduzione delle emissioni totali rispetto all'anno precedente, principalmente a causa di una riduzione nel settore della produzione di energia elettrica: il settore energetico si conferma la principale fonte di emissioni nazionali di GHG, contribuendo per l'80,3% nel 2023.
Presenti nel rapporto anche un'analisi degli scenari emissivi con orizzonte 2030 e 2055, sia considerando lo scenario di riferimento, a politiche correnti, che lo scenario a politiche aggiuntive, e anche uno scenario che include le ulteriori politiche di riduzione individuate nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) che, come emerge dal documento, mostra tuttavia ancora una certa distanza tra gli obiettivi annuali di riduzione delle emissioni previste dal regolamento europeo.