IV Italian Water Dialogue: Italia raccoglie solo 11% acqua piovana, Governo potenzi infrastrutture

29 ott 2025
Maria Spena (One Water): "Il Forum diventa Euro-Mediterraneo: non solo buone pratiche, ma decisioni condivise. 43 i Paesi partecipanti: un evento internazionale, ma anche vicino ai cittadini".

Solo l'11% dell'acqua piovana viene raccolta in Italia: trent'anni di ritardi pesano sulle infrastrutture idriche. È quanto emerso durante il IV Italian Water Dialogue, evento organizzato dal comitato One Water nell'ambito del Festival della Diplomazia a Roma.

L'iniziativa, a cui hanno preso parte rappresentanti istituzionali, imprese e tecnici del settore, rappresenta una delle tappe di avvicinamento, in Italia e all'estero, al Forum Euro-Mediterraneo sull'acqua, che si terrà nella Capitale, presso la Nuvola all'Eur, dal 29 settembre al 2 ottobre 2026.

Le parole dei partecipanti

"In Italia raccogliamo solo l'11% dell'acqua piovana perché negli ultimi 30 anni non c'è stato un lavoro adeguato sulle infrastrutture. Tante opere sono state solamente progettate, altre realizzate e mai entrate in funzione, altre ancora operative ma che non hanno ricevuto la necessaria manutenzione. Per questo come Governo abbiamo una duplice sfida: potenziare le infrastrutture ed eliminare il gap con gli altri Paesi", ha affermato il Sottosegretario del Ministero agricoltura e sovranità alimentare, Luigi D'Eramo.

Ha proseguito D'Eramo: "Abbiamo costituito una cabina di regia, nominato un Commissario Straordinario e individuato 418 progetti per una spesa complessiva di 12 mld, di cui 1 già stanziato.  Ma non dobbiamo fermarci qui. L'acqua è al centro dell'agenda dell'Esecutivo".

"Il Forum Mediterraneo diventerà per la prima volta Euro-Mediterraneo. Saranno 43 i Paesi partecipanti tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo e quelli europei fino ai Balcani. Un evento internazionale, ma anche vicino ai cittadini. Concludo con un dato che dobbiamo ricordare con orgoglio: l'Italia negli ultimi 30 anni ha ottenuto il 3% dei brevetti mondiali sulle tecnologie dell'acqua", ha dichiarato la Presidente del comitato One Water, Maria Spena.

"Per l'Italia rappresenterà un'occasione non solo per mettere a disposizione le proprie esperienze nel settore idrico, ma anche per trarre insegnamento dai Paesi del Mediterraneo che, da sempre, affrontano la sfida della scarsità d'acqua", ha sottolineato Biagio Di Terlizzi, Direttore del CIHEAM Bari (sede italiana del Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei).

Il senatore e Consigliere Politico del MASAF, Giorgio Salvitti, ha ribadito gli investimenti del Governo nel sistema idrico nazionale "consapevoli delle criticità di partenza, soprattutto in alcune aree del Paese fortemente deficitarie".

"Si parla molto di desalinizzazione ma forse sarebbe più opportuno investire su un piano nazionale degli invasi", ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

"Non è l'acqua in sé a costare, ma il servizio per portarla ai cittadini. Quando il prezzo è troppo basso, si spreca. In Germania, dove costa di più, il cittadino ne ha maggiore rispetto. Le nostre infrastrutture idriche risalgono al dopoguerra e si basano su dati climatici ormai superati, per questo si sta sviluppando una nuova ingegneria in grado di far filtrare le acque piovane nel terreno e ricaricare le falde acquifere", ha sottolineato Tullio Montagnoli, Amministratore Delegato di A2A Ciclo Idrico.

"Dobbiamo puntare su una manutenzione più efficace delle reti e sulla realizzazione di nuovi invasi. Il riuso dell'acqua è una pratica già esistente, ma ancora troppo poco diffusa", ha dichiarato infine Annamaria Barrile, Direttore Generale di Utilitalia.