Le celle a combustibile permettono di abbattere le emissioni di CO2 ed eliminare particolato e ossidi inquinanti. Queste soluzioni si inseriscono nel contesto delle politiche europee, come FuelEU Maritime e il pacchetto Fit for 55, che puntano a ridurre drasticamente le emissioni del trasporto marittimo entro il 2050.
L’analisi, come si legge in una nota di ENEA, ha confrontato un generatore convenzionale e una cella a combustibile a ossidi solidi (SOFC), entrambi alimentati a gas naturale liquido (GNL), installati su una nave da crociera di oltre 100 mila tonnellate. I risultati mostrano che, per produrre 1 MW di potenza, il sistema tradizionale consuma 331,5 litri di GNL all’ora, contro i 287 litri della cella a combustibile.
Oltre alla riduzione dei consumi, la maggiore efficienza consente di ridurre l’ingombro necessario per lo stoccaggio del carburante o di prolungare l’autonomia operativa.
Vantaggi ambientali e prospettive tecnologiche
Le celle a combustibile non producono particolato né ossidi di azoto o di zolfo e riducono notevolmente le emissioni di CO₂, poiché generano energia tramite reazioni elettrochimiche anziché per combustione. Tuttavia, presentano ancora limiti legati al peso, al volume e ai costi iniziali, superiori fino a sei volte rispetto ai sistemi convenzionali, anche se i costi operativi annui risultano più bassi grazie al minor consumo di carburante.
Gli autori - prosegue il comunicato - intendono estendere la ricerca all’utilizzo del calore prodotto dalle celle SOFC per generare idrogeno, da impiegare in celle PEM più adatte alle variazioni di potenza tipiche della navigazione. Questo approccio potrebbe portare alla realizzazione di sistemi ibridi che combinano diverse tecnologie per migliorare efficienza, flessibilità e sostenibilità.
Verso la transizione energetica nel settore marittimo
Le compagnie di navigazione stanno adeguando la progettazione delle navi ai nuovi obiettivi europei di riduzione delle emissioni, fissati dall’iniziativa Fuel EU Maritime del pacchetto Fit for 55, che prevede tagli del 50% entro il 2030 e del 90% entro il 2050. L’iniziativa punta a favorire l’adozione di carburanti alternativi sostenibili e a superare le attuali barriere tecnologiche e di mercato del trasporto marittimo europeo.

