Riscaldamento domestico, Assogasliquidi-Federchimica a UE: "serve pluralità di tecnologie"

20 mag 2025
Secondo il presidente Cimenti, per raggiungere gli obiettivi della direttiva EPBD è necessario garantire parità di trattamento per gli incentivi a tutte le soluzioni sostenibili e potenziare la produzione di gas rinnovabili.

Solo mantenendo la pluralità tecnologica nel settore del riscaldamento domestico si potranno raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione: è quanto emerso durante l'evento organizzato da Assogasliquidi-Federchimica nella sede del Parlamento UE a Bruxelles, dove per la prima volta sono stati presentati i risultati dello studio "Decarbonizzazione dei consumi termini residenziali" realizzato da Bip Consulting per conto di Proxigas, Assogas, Assogasliquidi-Federchimica, Assotermica e Utilitalia.

Il caso italiano, si legge in una nota dell'Associazione, può costituire un esempio per tutti gli altri Paesi: qui il gas, sia naturale che GPL, è centrale nel mix energetico, grazie a un'infrastruttura capillare che interessa il 90% dei Comuni e copre il 100% delle comunità con l'apporto del GPL.

Il parco residenziale, continua la nota, è vetusto (oltre il 70% edificato prima degli anni '80), inefficiente (50% in classi energetiche F-G) e diversificato per clima e architettura (50% in zone climatiche fredde E-F): in questo scenario, la sostituzione delle caldaie tradizionali con modelli a condensazione consentirebbe, già da sola, di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi fissati dalla direttiva EPBD "Case green", garantendo un risparmio compreso tra il 19 e il 22%, a fronte di un target del 16%, e di ridurre sensibilmente le emissioni grazie all'integrazione di percentuali crescenti di biometano e bioGPL.

Dall'altra parte, lo studio evidenzia i limiti di una strategia imperniata sul mantenimento di un'unica fonte, cioè la pompa di calore, per coprire l'intero fabbisogno: il 60% degli appartamenti con riscaldamento autonomo in Italia non presenta infatti un giardino privato, un terrazzo o uno spazio esterno utili ad ospitare gli apparecchi di questa tecnologia, e dei 10,3 milioni di abitazioni in classe F e G solo meno di 6 milioni potrebbero accogliere una pompa di calore elettrica. Oltre ai motivi infrastrutturali, anche i fattori legati al reddito delle famiglie il numero si riduce a meno di 2 milioni di abitazioni.

La presentazione dello studio, si legge, è stata l'occasione per riportare l'attenzione sulla fase di implementazione della direttiva EPBD, che traccia il percorso per decarbonizzare il patrimonio edilizio entro il 2050 conferendo flessibilità agli Stati nella scelta degli strumenti e delle tempistiche per la transizione.

"Il rispetto in concreto del principio di neutralità (e quindi pluralità) tecnologica nella formulazione delle linee guida richiede che la Commissione definisca la nozione di "caldaia alimentata a combustibili fossili" escludendo dal bando gli apparecchi certificati per essere alimentati con gas rinnovabili", commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica.

Eppure, spiega l'associazione, in Italia pochi mesi fa il Parlamento ha optato per una esclusione dai benefici fiscali dell'ecobonus degli "interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili": secondo Assogasliquidi, si tratta di una disposizione non chiara e che ostacola il percorso di rinnovo del parco termico.

"È necessario garantire parità di trattamento a tutte le soluzioni di riscaldamento ambientalmente sostenibili, in linea con il principio di neutralità potenziare la produzione e la distribuzione di gas rinnovabili (biometano, bioGPL, rDME) e avviare una campagna informativa chiara e trasparente sui reali benefici ambientali ed economici di tutte le tecnologie sostenibili", conclude Cimenti.