Il progetto, di durata triennale, è cofinanziato dall'UE nell'ambito del Programma Interreg VI-A Grecia-Italia 2021-2027, e riunisce 6 partner provenienti da Puglia, Basilicata, Grecia Occidentale, Isole Ionie ed Epiro.
Al via a Bari il progetto ECO FLOW – Environmental Climate Opportunities for Low-impact Options in Wastewater treatment, guidato da Acquedotto Pugliese, presentato presso il Palazzo dell'Acqua di Bari.
L'incontro, come annunciato da Acquedotto Pugliese in una nota, segna l'avvio di una collaborazione transfrontaliera tra Italia e Grecia per la promozione dell'economia circolare e del riuso sicuro delle acque reflue trattate, attraverso tecnologie innovative e modelli di gestione condivisi.
Una cooperazione transfrontaliera per la gestione sostenibile dell'acqua
A guidare il progetto è Acquedotto Pugliese, in partenariato con ARIF - Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali, Acquedotto Lucano e le società idriche greche di Arta, Dymaion e Corfù, con il coordinamento della Regione Puglia e il sostegno dell'Autorità di Gestione Interreg Grecia-Italia.
ECO FLOW riunisce sei partner istituzionali e tecnici provenienti da Puglia, Basilicata, Grecia Occidentale, Isole Ionie ed Epiro, accomunati dalla stessa sfida: tutelare e rigenerare la risorsa idrica in un contesto climatico sempre più complesso.
Il progetto – si legge nel comunicato stampa – nasce con l'obiettivo di sviluppare una roadmap comune per il riuso sostenibile delle acque trattate, migliorando i processi di depurazione e favorendo il loro impiego in agricoltura e nell'ambiente.
"Attraverso il lavoro congiunto di partner italiani e greci, vogliamo creare un modello condiviso di gestione idrica, capace di produrre benefici ambientali e sociali per tutto il Mediterraneo", ha dichiarato Domenico Laforgia, Presidente di AQP.
Un modello innovativo per il riuso delle acque depurate
In Puglia, il sito dimostrativo sviluppato da AQP in collaborazione con ARIF sarà un laboratorio di ricerca applicata dedicato alla valutazione dell'impatto dell'utilizzo di acque trattate con tecnologie avanzate per l'irrigazione di giovani piante d'ulivo. L'obiettivo è misurare gli effetti sull'accrescimento vegetale e sulla qualità dei suoli, verificando la presenza di eventuali inquinanti emergenti e definendo standard di sicurezza per il riuso agricolo delle acque depurate.
Il progetto prosegue e amplia l'esperienza di Re-Water, riconosciuto come lighthouse project dall'Agenzia Italiana di Coesione Territoriale – Presidenza del Consiglio dei Ministri - e selezionato tra i 25 finalisti degli EU Regiostars Awards 2025 per l'elevato grado di innovazione dei risultati, estendendone il modello operativo a nuovi contesti territoriali in Italia e Grecia.
ECO FLOW svilupperà linee guida comuni e protocolli tecnici condivisi per la gestione del riuso idrico, con una prospettiva di lungo periodo orientata alla resilienza climatica e all'autosufficienza idrica dei territori.
"ECO FLOW è un progetto di cooperazione che traduce la ricerca scientifica in soluzioni operative. Il valore di questa iniziativa è duplice: da un lato rafforza i legami tra le realtà idriche del Sud Europa, dall'altro offre strumenti concreti per affrontare la scarsità idrica in modo sicuro, efficiente e condiviso", ha sottolineato Francesca Portincasa, Direttrice Generale di Acquedotto Pugliese.
"Questo progetto rappresenta un tassello fondamentale per la tutela degli obiettivi strategici delle autorità competenti nel settore idrico, favorendo una gestione integrata e sostenibile tra Puglia, Basilicata e Grecia ", ha spiegato il coordinatore del segretariato tecnico del programma Interreg Grecia-Italia, Gianfranco Gadaleta.
Il progetto e i suoi obiettivi
ECO FLOW è cofinanziato dall'UE attraverso il Programma Interreg VI-A Grecia–Italia 2021–2027. Il partenariato coinvolge Acquedotto Pugliese (capofila), ARIF, Acquedotto Lucano, e le società idriche greche di Arta, Dymaion e Corfù.
Il progetto ha una durata triennale e si inserisce nel più ampio percorso di transizione ecologica e ricerca applicata portato avanti da AQP, che nel 2024 ha investito oltre 450 milioni di euro, di cui 26 milioni in progetti di economia circolare e 5,5 milioni in attività di ricerca e sviluppo.
Nel triennio, l'azienda ha ridotto del 24% i volumi di acqua prelevata dalle fonti naturali, prodotto 7,04 GWh di energia da fonti rinnovabili ed evitato l'emissione di oltre 2.100 tonnellate di CO2, confermando il proprio ruolo di riferimento nel panorama nazionale ed europeo della gestione pubblica dell'acqua.
La dimensione transfrontaliera del progetto consentirà di confrontare metodologie, normative e risultati sperimentali, promuovendo un approccio unitario alla gestione della risorsa idrica nel Mediterraneo.

