
La struttura avrà una capacità produttiva di 550mila t/anno di carica, e sarà flessibile nella produzione di SAF-biojet e HVO diesel: gli impianti saranno in grado di trattare diversi tipi di cariche biogeniche, prevalentemente scarti e residui.
Ottenuta da Eni l'approvazione del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per la conversione di alcune unità della raffineria di Sannazzaro de' Burgondi (Pavia) in bioraffineria.
Nel dettaglio, si legge in una nota dell'azienda, la nuova bioraffineria avrà una capacità produttiva di 550mila tonnellate/anno di carica, e sarà flessibile nella produzione di SAF-biojet e HVO diesel: gli impianti saranno in grado di trattare diversi tipi di cariche biogeniche, prevalentemente scarti e residui.
Il progetto, continua la nota, prevede la conversione dell'impianto Hydrocracker (HDC2) mediante la tecnologia Ecofining, la costruzione di un impianto per il pretrattamento degli scarti e residui che sono la carica prevalente con cui Enilive produce i biocarburanti HVO: l'idrogeno necessario verrà fornito dagli impianti esistenti, mentre infrastrutture ancillari verranno adeguate al nuovo assetto produttivo.
Gli obiettivi del progetto
La costruzione della bioraffineria di Sannazzaro, si legge, rafforza la presenza strategica della raffineria per la fornitura del carburante tradizionale avio e SAF a tutti gli aeroporti del nord-ovest, sia attraverso il collegamento via pipeline con Malpensa, sia attraverso i depositi collegati con la raffineria e prossimi agli altri scali.
La trasformazione in bioraffineria, spiega l'azienda, conferma gli obiettivi di crescita della capacità di bioraffinazione dalle attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 3 milioni nel 2028 e oltre 5 nel 2030, con la possibilità di produrre fino 2 milioni di SAF (carburante sostenibile per l'aviazione) entro il 2030.