
Articolo a cura di Andrea Abbate, Alberto Guadagnini, Laura Longoni, Andrea Manzoni, Monica Papini, Monica Riva, e Leonardo Sandoval Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Politecnico di Milano
Il cambiamento climatico sta, ormai da anni, modificando il modo in cui l'acqua si muove e si distribuisce nel nostro territorio. Eventi meteorologici sempre più intensi, come le piogge torrenziali e le lunghe siccità, stanno diventando una realtà sempre più pressante. Questo studio, condotto dal Politecnico di Milano in collaborazione con Water Alliance – Acque di Lombardia, si concentra su due questioni fondamentali che riguardano la vita quotidiana di milioni di persone: la gestione delle piogge intense e la protezione delle acque sotterranee.
La questione delle piogge intense
Negli ultimi decenni, le piogge brevi ma molto forti sono diventate più frequenti. Questi eventi possono causare allagamenti, danni alle infrastrutture, problemi alla circolazione e rischi per la sicurezza delle persone. Le reti fognarie e i sistemi di drenaggio risultano spesso progettati su dati climatici del passato, che non rispecchiano più la realtà attuale.
Lo studio di Water Alliance e del Politecnico di Milano ha analizzato come le piogge cambieranno nei prossimi decenni, utilizzando modelli climatici che simulano il futuro fino al 2100. I risultati sono chiari: in Lombardia, le piogge intense aumenteranno di circa 20-30 millimetri entro fine secolo. Questo significa che eventi oggi considerati rari, come quelli che si verificano ogni 100 anni, potrebbero diventare molto più frequenti, anche ogni 50 o 20 anni. In alcune zone, come l'Alta Valtellina e la Pianura Padana, l'aumento sarà ancora più marcato.
Questa tendenza mette in discussione le attuali regole di progettazione delle opere idrauliche e richiede un aggiornamento urgente delle strategie di prevenzione e gestione del rischio.
Criticità nelle acque sotterranee
Le acque sotterranee sono una risorsa preziosa, spesso invisibile. Forniscono acqua potabile a miliardi di persone e sono fondamentali per diverse attività dell'uomo, dal mondo industriale all'agricoltura. Nel bacino del Po, ogni anno si estraggono circa seimila milioni di metri cubi di acqua dagli acquiferi. Tuttavia, la qualità e la quantità di questa risorsa sono minacciate da diversi fattori. Questi includono lo sfruttamento eccessivo (che abbassa il livello delle falde), l'inquinamento (sia di origine naturale che causato dall'uomo) e gli effetti del cambiamento climatico, che alterano il bilancio idrico.
Esiste un rischio concreto che, senza interventi adeguatamente progettati, le falde si abbassino progressivamente, rendendo sempre tecnicamente più complesso l'accesso all'acqua aumentando la vulnerabilità del territorio.
Una risposta concreta: conoscere per gestire meglio
Per affrontare le sfide poste da questi problemi, il progetto ha sviluppato un modello che consente di approfondire la nostra conoscenza sul funzionamento del sistema idrico del bacino del Po. Questo strumento è basato sulla raccolta e analisi di milioni di dati, provenienti da pozzi, stazioni meteorologiche e osservazioni sul campo, e consente la simulazione in maniera integrata delle dinamiche delle acque nel sottosuolo e in superficie.
Grazie a questo strumento è possibile prevedere l'evoluzione dei livelli di falda nei prossimi decenni, considerando diversi scenari climatici. I risultati evidenziano che, negli scenari analizzati (uno più sostenibile e uno più critico), i livelli delle acque sotterranee tenderanno a diminuire. Questo conferma la necessità di pianificare robuste strategie di adattamento, per evitare crisi idriche e garantire l'accesso all'acqua anche in futuro.
Questo studio è basato su elementi di ricerca di frontiera ed è uno strumento concreto di supporto che aiuterà gli enti pubblici, i gestori del servizio idrico e gli amministratori locali a prendere decisioni informate. Conoscere meglio il comportamento dell'acqua è fondamentale per proteggere il territorio, prevenire danni e garantire un futuro sostenibile.
Figura 1- Precipitazioni intense in Lombardia e rappresentazione delle LSPP per due stazioni meteorologiche in cui si nota la discontinuità delle curve LSPP per durate di 24 ore ed 1 giorno.
Figura 2- Valutazione dei 'trend' futuri rispetto allo storico delle LSPP per 4 aree della Lombardia con caratteristiche pluviometriche differenti: AV = Alta Valtellina, PR = Area Prealpina, PN = Area Pianura Padana e ALL = tutto territorio Lombardo. Il 'trend' è generalmente compreso tra 0.2 e 0.3 mm/anno che si traducono con +20/30 mm al 2100.
Figura 3- Riduzione del tempo di ritorno delle precipitazioni intense rispetto allo storico. Sia per le statistiche di media e che la mediana dei modelli EURO-CORDEX la tendenza futura sarà una riduzione significativa del tempo di ritorno che si assesta attorno al -30% per il trentennio 2006-2035 (anno mediano 2021), -40/50% per il trentennio 2036-2065 (anno mediano 2051) e -50/60% per il trentennio 2066-2100 (anno mediano 2081).
Figura 4- Dominio del modello (tracciato in grigio). I principali corsi d'acqua inclusi nello studio sono mostrati in blu. I cerchi bianchi corrispondono ai punti di osservazione dei livelli di falda e i triangoli blu alle stazioni di misura delle portate, entrambi impiegati nella calibrazione del modello.
Figura 5- Mappa della soggiacenza media annua della falda (a) e evoluzione temporale della soggiacenza media spaziale nel periodo 2012-2018 (b).