Corrado Clini: “Acqua e consumi, in Italia sono ancora troppi gli sprechi”

16 ott 2018
La tecnologia per essere più virtuosi è disponibile, ricorda l'ex ministro dell'Ambiente, ma a livello di rete distributiva siamo lontani dall'efficienza raggiunta da altri Paesi europei. Se ne parlerà a Watec Italy, a Cremona dal 24 al 27 ottobre

“Nel 2017 il consumo pro-capite di acqua, in Italia, è stato di 241l/giorno, cifra che comprende la quantità che si perde negli acquedotti, pari a circa il 35%. In Germania, invece, il consumo pro-capite è di 122 l/giorno: praticamente la metà”.

Lo afferma un autorevole esperto internazionale di politiche ambientali: Corrado Clini, già ministro dell’Ambiente nel Governo Monti e direttore generale del medesimo dicastero nel periodo 1990-2011.

“Le previsioni sull’aumento – dichiara Clini – delle criticità legate ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi sono ormai ampiamente confermate. Questo farà sì che in alcune zone del pianeta, con sempre maggiore frequenza, si verificheranno precipitazioni intense, ma concentrate in periodi molto brevi, a cui si anteporranno zone che vivranno lunghi periodi di siccità.  A quel punto il divario tra una domanda sempre maggiore determinata dall’aumento della popolazione mondiale, ma anche dall’attività economica, e la sua disponibilità assumerà contorni ancora più gravi, dal momento che l’acqua non è una risorsa infinita e al contempo rappresenta la matrice primaria dell’economia mondiale”.

Intervenire sugli sprechi

Come intervenire per evitare di peggiorare una situazione comunque già grave?

“Riducendo i consumi e applicando i principi dell’economia circolare – continua Corrado Clini – ma soprattutto, iniziando ad intervenire per limitare gli sprechi, cominciando dall’utilizzo dell’acqua potabile.  Nelle zone del Centro-sud Italia e in quelle delle aree meno sviluppate del mondo, si calcola che nel tratto che dalla sorgente porta alle abitazioni si perdano i 2/3 di acqua a causa di condotte obsolete e non efficienti. Nel settore industriale invece la riduzione del consumo passa necessariamente da un utilizzo più proficuo che parte dal riciclo, ad esempio, delle acque depurate da non sversare in mare o nei fiumi bensì da riutilizzare in agricoltura, comparto che negli ultimi anni ha saputo dotarsi di una tecnologia molto innovativa per ridurre gli sprechi e utilizzare in modo più razionale l’acqua di cui necessita”.

Spazio alla desalinizzazione

Si parla sempre più spesso di desalinizzare l’acqua del mare.  È una strada percorribile e, soprattutto, a che punto siamo? 

“Direi che ormai sia diventata un'esigenza e non più solo un tema di discussione. E' una strada da percorrere soprattutto a favore del settore agricolo, perché in grado di contrastare il fenomeno dell'infiltrazione salina nelle acque superficiali, che sta già interessando le coste della Puglia, ma anche quelle del Nord Africa. La tecnologia israeliana su questo fronte è molto avanzata e, oltre al comparto agricolo, sta intervenendo in quello industriale e nella gestione dell'acqua potabile. È vero che il processo di desalinizzazione dell’acqua di mare richiede molta energia elettrica, ma su questo versante le competenze tecnologiche italiane, a iniziare dall’utilizzo di pannelli solari, sono a un buon livello. Parallelamente occorre pensare a infrastrutture adeguate per favorire un uso sempre più efficiente della risorsa idrica. Questo tema rientra nel più complesso concetto del digital water che deve essere implementato per rispondere a una situazione i cui contorni sono già stati delineati senza grandi possibilità di essere modificati, perché o si agisce ora o si va verso una situazione difficilmente recuperabile”.

Problema non più rinviabile

 Alla luce di tutto questo il suo giudizio sul futuro è più pessimista o ottimista?

“Se dovessi guardare al passato dovrei sentirmi moderatamente pessimista perché da molti anni si propongono soluzioni per ridurre gli sprechi idrici senza però mai essere riusciti a trovare risorse importanti per tentare di andare in questa direzione. Se guardo al futuro prossimo, con tutti i problemi emergenti sono più ottimista perché abbiamo davanti una situazione che non può più essere sottovalutata. Ci troviamo in un’ordinaria situazione di carenza di un bene primario al quale ci siamo abituati e rispetto al quale, dobbiamo riconoscerlo, si è agito con grandi sprechi”.

Watec Italy 2018, il Salone dell’acqua che si terrà a Cremona dal 24 al 27 ottobre 2018, aprirà un’ampia discussione su tutto ciò che ruota intorno all’acqua e rappresenterà un’occasione non solo per approfondire il tema ma, attraverso gli incontri con gli operatori del settore e gli esponenti del mondo scientifico, sarà un’occasione per conoscere le soluzioni più efficaci per applicare davvero un consumo efficiente e razionale della risorsa idrica.

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Watec Italy 2018

Watec è il salone dedicato alla risorsa idrica e alle tecnologie legate alla gestione dell’acqua. Durante le 4 giornate di lavori si parlerà di:

  •  agricoltura sostenibile e corretta gestione della risorsa idrica (irrigazione, management innovativo delle colture, minime lavorazioni dei terreni, sviluppo di cultivar meno esigenti in termini di acqua);
  • gestione dell’acqua in allevamento e gestione dei reflui zootecnici;
  •  problematiche legate all’impiego dell’acqua nei caseifici, nei macelli e nell’industria conciaria;
  •  distribuzione dell’acqua: trasporto, stoccaggio e qualità delle risorse idriche;
  • trattamento delle acque per depurarle dai contaminanti chimici (residui di farmaci, nitrati, pesticidi, molecole di sintesi).

Obiettivo di Watec Italy 2018 è proporre soluzioni sostenibili per garantire a tutti l’accesso all’acqua, preservare l’acqua disponibile e trovare le tecnologie più evolute per riutilizzare questa risorsa nel migliore dei modi.