CREA, Cina sempre più vicina al picco emissioni

21 nov 2025
La stabilizzazione è dovuta alla crescita delle rinnovabili, alla diffusione dei veicoli elettrici e alla debolezza dell'edilizia, mentre l'industria chimica rimane l'unico fattore ancora in aumento.

Con un trend in calo da ormai 18 mesi, si avvicina sempre di più il picco delle emissioni della Cina. A dirlo è una nuova analisi realizzata dal Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) e pubblicata su Carbon Brief.

Nel terzo trimestre del 2025, spiega infatti lo studio, le emissioni sono risultate stabili rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, proseguendo una traiettoria piatta o in leggero calo iniziata nel marzo 2024: se questo andamento dovesse rimanere costante, le emissioni dell'intero 2025 mostrerebbero un calo.

I dati nel dettaglio

Secondo l'analisi, la stabilizzazione delle emissioni è dovuta a una serie di dinamiche che stanno modificando rapidamente il profilo energetico e industriale del Paese.

La diffusione sempre più rapida dei veicoli elettrici ha provocato un calo del 5% delle emissioni legate ai carburanti per il trasporto. Allo stesso tempo, la produzione di cemento e acciaio continua a contrarsi, in parte a causa delle difficoltà persistenti del settore immobiliare: nel terzo trimestre 2025, le emissioni del comparto dei materiali da costruzione sono diminuite del 7%, mentre quelle dell'industria sono scese dell'1%.

Nel dettaglio, si legge, nel settore elettrico la crescita record del solare e dell'eolico, affiancata da piccoli aumenti di produzione nucleare e idroelettrica, ha quasi completamente compensato l'aumento della domanda, mantenendo le emissioni sostanzialmente stabili. Al contrario, il comparto dei trasporti ha registrato un calo significativo, mentre l'industria chimica ha spinto verso l'alto il consumo di petrolio, aumentato complessivamente del 2%. Anche la domanda di gas è cresciuta, seppur moderatamente, con un incremento del 3% trainato soprattutto dal settore energetico.

Servono sforzi maggiori per raggiungere i target

Nonostante questi sviluppi, il CREA stima che la Cina non riuscirà a centrare il target 2021–2025 di riduzione dell'intensità carbonica: il Paese arriverà a una diminuzione del 12% invece del 18% previsto, costringendo a fissare obiettivi più ambiziosi per il periodo 2026–2030.

Per recuperare la distanza dall'obiettivo di una riduzione del 65% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, si legge, sarà infatti necessario un taglio dell'intensità carbonica pari al 22–24% nel prossimo quinquennio.

La Cina si è impegnata a raggiungere il picco prima del 2030, ma non ha mai definito un anno specifico, lasciando margine a possibili strategie di "storming the peak", cioè un aumento deliberato delle emissioni nel breve periodo per far risultare poi più marcata la successiva discesa.

Se però il livello delle emissioni dovesse stabilizzarsi davvero su valori simili a quelli del 2024 e del 2025, continua lo studio, il percorso verso gli obiettivi climatici potrebbe diventare più definito: per rispettare i traguardi al 2030, le emissioni di quell'anno non dovranno superare i livelli del 2024. Per riuscirci, sarà necessaria una crescita delle rinnovabili superiore ai 200 GW annui previsti dal nuovo obiettivo al 2035, a meno che la domanda energetica non rallenti in modo inatteso.