Crisi idrica, satelliti e IA contro "nuova normalità climatica" 

12 set 2025
Necessario trasformare il monitoraggio delle risorse in gestione ordinaria e non solo emergenziale. A cura di Daniela Marmugi

Adottare i più moderni strumenti per la gestione idrica come il monitoraggio satellitare e l'intelligenza artificiale, di cui l'Italia già dispone, per far fronte alla nuova normalità climatica. Questo il messaggio emerso con chiarezza durante il webinar "Strumenti satellitari per il supporto decisionale nella gestione della risorsa idrica", organizzato da Fondazione Utilitatis, Utilitalia, CIMA Research Foundation e dalla Protezione Civile.

Come evidenziato in apertura dell'incontro da Barbara Marinali, Presidente di Acea, il cambiamento climatico ha infatti reso ordinario ciò che un tempo era considerato straordinario. Ci troviamo, ha spiegato, in uno stato di costante allerta, in cui l'aumento delle temperature e l'assenza di precipitazioni hanno portato la disponibilità d'acqua ai minimi storici.

In questo contesto, i gestori sono chiamati a lavorare in modo diverso da come sono sempre stati abituati: secondo Marinali, la priorità è quella di investire in nuove infrastrutture di stoccaggio dell'acqua e far entrare i più moderni sistemi di monitoraggio all'interno della gestione ordinaria, non più soltanto emergenziale.

Un'idea condivisa anche da Annamaria Barrile, Direttore Generale di Utilitalia, che ha ribadito quanto strumenti come la rilevazione satellitare siano indispensabili per un'efficace gestione delle risorse, in quanto i dati ricavati potranno diventare la base per sviluppare modelli predittivi sempre più accurati.

Edoardo Cremonese, Referente Ambito Siccità della Fondazione CIMA, ha poi sottolineato l'importanza di adottare una prospettiva più ampia nell'affrontare il tema della siccità, che non guardi soltanto a elementi climatici come l'assenza di precipitazioni o l'aumento di temperature, ma anche alle molteplici interazioni tra diversi fattori, come l'interconnessione dei sistemi di approvvigionamento e i consumi, che variano anche a seconda del tipo di territorio e del contesto socioeconomico in cui ci si trova.

I vantaggi del monitoraggio satellitare

A delineare un approccio operativo è stato Andrea Duro, Funzionario Tecnico del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. "Quasi nessuna area del Paese è stata risparmiata dai fenomeni siccitosi. In termini di previsione e prevenzione, vogliamo passare da una gestione reattiva a una proattiva, basata sul monitoraggio costante di precipitazioni, temperature, neve e volumi invasati".

Tutte queste attività, ha spiegato Duro, vengono svolte nell'ambito degli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici, recepiti a livello di norma primaria con il Decreto siccità del 2023, e in stretta collaborazione con la comunità scientifica.

Luca Pulvirenti, Referente Ambito Osservazione della Terra Fondazione Cima, ha poi illustrato la parte tecnica del monitoraggio satellitare, presentando la possibilità di integrare dati ottici (dal Sentinel-2, satellite multispettrale sviluppato nel programma Copernicus) con quelli radar SAR di COSMO-SkyMed. La combinazione delle due fonti, ha spiegato, permette un monitoraggio continuo e ad alta risoluzione delle risorse, anche in presenza di nuvole, di notte e con forti rumori e vento. Il passo successivo sarà quello di creare un'interfaccia web interattiva, condivisa e accessibile, con livelli di allerta facilmente interpretabili.

I gestori e le criticità strutturali nei territori

La parola è poi passata ai gestori, i quali hanno ciascuno messo in evidenza le criticità strutturali del proprio territorio di attività. Per la Sardegna, Giuseppe Sardu, Presidente di Abbanoa, ha ribadito la necessità di ammodernare e interconnettere gli invasi della Regione, dove l'approvvigionamento dipende quasi esclusivamente da queste opere.

Luigi Giuseppe Decollanz, Presidente di Acque del Sud, ha in seguito denunciato l'obsolescenza delle strutture e la scarsa capacità di recupero dell'acqua piovana, che ad oggi nel nostro Paese, si attesta appena all'11%. "Senza rifunzionalizzare gli impianti, programmare gli interventi e costruire nuove opere non possiamo affrontare l'emergenza", ha detto.

Giuseppe Bergesio, Amministratore Delegato del Gruppo Iren Energia, ha poi introdotto un nuovo punto di vista, quello del settore idroelettrico, ricordando che l'assenza di risorse idriche ha un forte impatto non soltanto sull'approvvigionamento, ma anche sulla produzione di energia, una problematica resa ancora più urgente dall'attuale scenario globale di incertezza.

Massimo Burruano di Siciliacque ha infine richiamato l'attenzione sull'emergenza idrica della Sicilia, dove nell'annata pluviometrica dall'autunno 2023 all'autunno 2024 si sono registrate precipitazioni pari a meno del 50% della media storica dell'ultimo quarantennio. Tra le soluzioni proposte per il futuro la riduzione delle perdite, l'individuazione di nuove fonti (es. desalinizzazione), l'interconnessione tra i grandi sistemi di adduzione e i grandi bacini e la digitalizzazione dei sistemi per la gestione predittiva.

A sintetizzare quanto discusso durante l'evento è stato il Presidente della Fondazione Utilitatis Mario Rosario Mazzola, che ha ribadito l'urgenza di passare all'azione concreta. "In Italia abbiamo tecnologie avanzate ma scarse capacità applicative. Dobbiamo colmare questo gap passando dall'improvvisazione alla programmazione", ha concluso.

Articolo a cura di Daniela Marmugi