Crisi russa: falso problema? Scenari nei prezzi e nei flussi internazionali e impatto sull'Italia

06 nov 2014
Nonostante crisi economica, sviluppo delle rinnovabili e aumento dell'efficienza energetica, il gas rimane una fonte di grande importanza, coprendo un quarto dei consumi europei

Il "tema gas" è oggi di grandissima attualità: lo dimostra, drammaticamente, la crisi tra Russia e Ucraina. Proprio per questo il 30 ottobre, nell'ambito dell'Osservatorio sul Mercato Pan-Europeo delle Utility, Agici ha organizzato con Anigas, Assogas, Federutility e IGas un seminario sulle prospettive delle forniture di gas all'Europa.
I relatori intervenuti sono stati tra i massimi esperti del settore: Ernesto Ferlenghi (Confindustria Russia), Pasquale De Micco (Parlamento Europeo), Pietro Cavanna (Edison) e Marco Carta (Agici). Ha moderato la discussione Andrea Gilardoni, presidente di Agici e docente presso l'Università Bocconi.
Nell'evento sono stati presentati e discussi tre possibili scenari di sviluppo del mercato europeo del gas al 2025, elaborati dall'Osservatorio di Agici sul Mercato Pan-Europeo delle Utility:

1. Permanenza del Triumvirato;
2. Irredentismo Mediterraneo;
3. Il puzzle si sgretola.

1 - Permanenza del Triumvirato. Nel primo scenario prosegue lo status quo. Al 2025 la Russia continuerà ad essere il primo fornitore europeo, seguita dalla Norvegia e poi dall'Algeria. Limitato il ruolo degli altri paesi. Limitate sono le possibilità di competizione tra fornitori e la discesa dei prezzi.
2 - Irredentismo Mediterraneo.  Nel Mediterraneo le cose si stanno muovendo in modo potenzialmente dirompente. Sembra che sotto Creta vi siano 3.000 miliardi di metri cubi di gas e che tra Israele, Libano e Cipro ve ne siano altri 4.000. Lo sviluppo di questi field consentirebbe di tagliare una "fetta" non trascurabile delle forniture russe e nordafricane. Occorre, però, volontà politica e una scenario geopolitico certamente più "tranquillo" di quello attuale.
3 - Il puzzle si sgretola. Il puzzle delle forniture russe e nordafricane potrebbe sgretolarsi. Con gli Usa sempre più indipendenti energeticamente, Trinidad, Qatar e Nigeria potrebbero dirottare in Europa le loro massicce forniture di gas liquefatto (GNL); sempre per la stessa ragione il Canada sta pianificando di esportare GNL in Europa entro il 2020. E c'è poi il Mozambico, dove solo l'Eni ha scoperto 2.400 miliardi di metri cubi, il giacimento più grande mai trovato nella sua storia.

L'Europa avrà la volontà politica di intercettare tutti questi flussi e sgretolare il puzzle?

 

 

 

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