ETS2, Ref: dal 2027 rincari su riscaldamento e carburanti

28 ott 2025
Con l'entrata in vigore della normativa, l'Ue si prepara ad estendere il principio del "prezzo del carbonio" a nuovi settori. Dal Laboratorio le soluzioni per una transizione che tenga conto delle fasce più deboli.

Dal 2027 stimati circa 83 euro in più all'anno per il riscaldamento a gas e un rincaro dell'8-9% sui carburanti, con un impatto complessivo di circa 210 euro annui per una famiglia tipo. È quanto emerge dal nuovo Position Paper n. 304 del Laboratorio Ref Ricerche, intitolato "Nuove imposte ambientali su gas e carburanti: l'impatto dell'ETS2 sui consumatori".

Con l'entrata in vigore dell'ET2, si legge nel documento, l'Ue si prepara infatti ad estendere il principio del "prezzo del carbonio" anche ai settori del riscaldamento domestico e dei trasporti su strada.

All'interno del Paper, che approfondisce meccanismo, timeline e una prima analisi degli effetti della normativa, vengono avanzate proposte di policy finalizzate al successo dell'operazione e alla riduzione dell'impatto sulle fasce meno abbienti della popolazione.

ETS2: come funziona il nuovo sistema

Nel dettaglio, spiega il Ref, trasporti e edifici rappresentano insieme oltre un terzo delle emissioni di gas serra dell'Unione Europea, rispettivamente il 23,8% e l'11,9%. Finora, la strategia europea si è affidata principalmente agli incentivi per auto elettriche e pompe di calore, ma i progressi sono stati lenti, motivo per cui l'ETS2 vuole introdurre un segnale di prezzo che renda economicamente conveniente investire in efficienza energetica e mobilità a basse emissioni.

Si tratta di un sistema parallelo all'ETS originario, progettato per settori con caratteristiche diverse dall'industria pesante: coinvolge infatti trasporti su strada (benzina e gasolio), riscaldamento di edifici residenziali e commerciali (principalmente gas naturale) e piccole imprese energetiche. L'obbligo di acquisto dei permessi ricade sui fornitori di combustibili, che è presumibile trasferiranno i costi sui prezzi finali.

Due le fasi previste: dal 2024 al 2026 solo monitoraggio delle emissioni e dal 2027 piena operatività con assegnazione delle quote e obbligo di restituzione annuale, con l'obiettivo di ridurre del 42% le emissioni dei settori ETS2 entro il 2030 rispetto al 2005.

Come nell'ETS originario, continua lo studio, il prezzo dei permessi è determinato dal mercato: per evitare oscillazioni eccessive, è prevista una Market Stability Reserve che può immettere quote aggiuntive quando i prezzi salgono troppo: 20 milioni di permessi se il prezzo supera 45 euro per tonnellata di CO2 per due mesi, 50 milioni se resta oltre 1,5 volte la media per tre mesi, 150 milioni se triplica.

L'impatto sulle famiglie italiane: chi pagherà di più

Per il riscaldamento domestico, informa il Laboratorio, l'ETS2 prevede un costo sulle emissioni di CO₂ da gas naturale, stimato in circa 58,79 euro per tonnellata di CO2 al 2027.

L'impatto varia sensibilmente per zona geografica: il Veneto risulta la regione più colpita, con un aumento medio di 104 euro all'anno, seguito da province come Mantova e Pavia (oltre 123 euro). Liguria e Campania registrano incrementi, invece, sotto i 56 euro. Le differenze dipendono dal fabbisogno termico: le aree con climi rigidi come la Pianura Padana richiedono più energia.

Per i consumi medi nazionali (703 metri cubi), l'extra-costo medio è di 83 euro annui, pari a un +10,7% sulla spesa pre-tasse per il gas (da 777 a 860 euro). Per un'utenza tipo ARERA con 1.100 metri cubi annui, l'aumento è di circa 130 euro.

Per i carburanti, si legge, considerando circa 18 milioni di auto a benzina con consumo medio annuale di 464 litri per veicolo, l'extra-costo medio è di circa 64 euro all'anno, corrispondente a 0,138 euro al litro, ovvero +8,1% sul prezzo finale. Per il gasolio l'incremento percentuale sarà simile, tra 8 e 9%.

Il Social Climate Fund

Il rischio principale dell'ETS2 è quello di accentuare le disuguaglianze: in Italia, quasi 11 milioni di persone (18,9% della popolazione) sono a rischio povertà, e per loro anche incrementi modesti dei costi energetici diventano ostacoli concreti alla possibilità di investire in tecnologie efficienti.

Per mitigare questi effetti, informa il Ref, l'UE ha istituito il Social Climate Fund, con 86 miliardi di euro tra 2026 e 2032. All'Italia spettano almeno 7 miliardi, da gestire attraverso il Social Climate Plan redatto dal MASE.

In aggiunta alle proposte del piano del MASE, si propongono ulteriori azioni: sostegno diretto ai cittadini vulnerabili per pompe di calore, pannelli solari e teleriscaldamento, potenziamento del trasporto pubblico locale, incentivi alla mobilità elettrica e defiscalizzazione delle flotte aziendali.