
Tra le misure previste il riutilizzo di pozzi abbandonati, la promozione di JV e il sostegno finanziario tramite incentivi fiscali, esenzioni, viability gap funding, attrazione di FDI, prestiti agevolati e collaborazioni internazionali.
In India la prima politica nazionale per promuovere l'energia geotermica, favorendo l'esplorazione e lo sviluppo delle risorse ancora inutilizzate nel Paese attraverso incentivi e regolamentazioni. Ad annunciarlo in una nuova circolare è il Ministero delle Energie Nuove e Rinnovabili dell'India (MNRE).
Nel dettaglio, si legge, tra le misure previste vi sono il riutilizzo dei pozzi petroliferi e del gas abbandonati per applicazioni di riscaldamento e raffrescamento, la promozione di joint venture tra sviluppatori geotermici e aziende dei settori petrolifero, del gas e minerario e il sostegno finanziario tramite incentivi fiscali, esenzioni dai dazi di importazione, viability gap funding, attrazione di investimenti diretti esteri (FDI), prestiti agevolati e collaborazioni internazionali.
Obiettivo neutralità climatica
Il Ministero, continua la nota, distingue tra risorse ad alta entalpia, destinate alla produzione di elettricità, e risorse a media e bassa entalpia, utilizzabili per applicazioni dirette come agricoltura, industria, acquacoltura, sistemi di raffreddamento e riscaldamento distrettuale, fino alla desalinizzazione. Vengono incluse anche tecnologie emergenti come gli Enhanced Geothermal Systems (EGS) e i sistemi ibridi geotermico-solari.
Sono stati censiti in totale 381 sorgenti termali e 10 province geotermiche nel Paese, individuando 16 siti con elevato potenziale geotermico prioritari per lo sviluppo in stati come Ladakh, Himachal Pradesh e Gujarat.
Questa iniziativa si inserisce nella strategia dell'India per raggiungere la neutralità climatica entro il 2070: secondo il ministero, la geotermia ha infatti il potenziale per essere uno dei pilastri della transizione energetica.