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Redazione Watergas.it
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In particolare, lo Studio 2012 ha aperto un nuovo ciclo triennale di analisi, misurando i costi dell’inerzia nello sviluppo infrastrutturale del Paese. I dati salienti del 7° Rapporto sono:
• Quasi 500 miliardi sono i Costi del Non Fare le infrastrutture prioritarie che il Paese potrà sostenere dal 2012 al 2027.
• Per evitarli occorrono investimenti in opere realmente prioritarie nei settori energia (elettricità, gas ed efficienza energetica), trasporti (autostrade e ferrovie), ambiente (rifiuti e idrico), logistica (porti e interporti).
• Ma occorrono anche una progettazione essenziale, attenta al contenimento dei costi e la messa a sistema delle opere esistenti.
• Oltre 110 miliardi di euro i CNF nel settore energia se non si faranno 28.000 MW di im- pianti di produzione (soprattutto rinnovabili), 6.750 km di reti elettriche, 14 G(m3) di rigassificatori e oltre 200.000 MW di impianti per l’efficienza energetica.
• Nel settore trasporti si nascondono sempre i maggiori costi dell’inerzia: 230 miliardi di euro è il costo a carico della collettività a causa della mancata realizzazione di 1.800 km di autostrade (nuove e ampliamenti) e di 1.330 km di ferrovie (AV e convenzionali).
• I settori ambientali risultano ancora i più arretrati: non fare 50 termovalorizzatori, 108.000 km di acquedotti (sostituzione) e non coprire il 100% della popolazione con depuratori ci costerebbe circa 55 miliardi di euro.
• Infine, il mancato efficientamento del sistema logistico nazionale (porti e interporti) genererebbe costi per la collettività per oltre 73 miliardi di euro.
• Buone leggi ma poco focalizzate sulle reali priorità. È il giudizio di circa 30 top manager ed esperti del settore infrastrutture sull’efficacia dei recenti interventi nor- mativi del Governo Monti.
Il secondo studio, I Benefici dell’Aver Fatto l’AV Milano-Roma, evidenzia gli impatti positivi delle opere che riescono a partire:
• La realizzazione della AV Milano-Roma genererà benefici netti per i cittadini per 2,1 miliardi di euro in 50 anni, soprattutto grazie al tempo risparmiato da circa 20 milioni di passeggeri all’anno.
• A questi si devono aggiungere circa 9 miliardi di benefici economico-sociali a vantaggio dei territori raggiunti dalla linea: maggiori flussi turistici, di studenti e business e in- cremento dei valori immobiliari.
• Già oggi la realizzazione della linea AV ha generato una importante redistribuzione modale nel settore trasporti: spostamento di passeggeri da auto e aereo verso il treno, ma anche creazione di “nuova mobilità”.
Infine, dallo studio Il Costo del Non Fare la rete a banda ultra larga in Italia emergono i se- guenti risultati:
• La realizzazione della nuova rete BUL potrebbe generare al 2030 un “beneficio sociale” netto di almeno 850 miliardi di euro.
• I benefici sono subordinati a una serie di interventi su almeno 5 fattori-chiave, in pa- rallelo alla realizzazione della rete: Alfabetizzazione, Cultura, R&D di nuovi servizi, Budget dei consumatori, Normativa agevolante.
• I servizi che sembrano creare maggiore beneficio sono il Cloud, l’E-Commerce, il Tele- lavoro, la Telepresenza, l’E-Health.
• Anche la realizzazione della nuova rete BUL potrebbe generare benefici netti positivi, anche se in misura largamente inferiore ai servizi.
• L’Osservatorio CNF ha avviato un nuovo progetto di monitoraggio dello sviluppo dei servizi dell’Agenda Digitale Italiana e di misurazione dei benefici ad essi associati: lo Strategic Monitor Agenda Digitale Italiana (SMADI).
La presentazione degli Studi è stata un’occasione per dibattere con i vertici delle aziende par- tner e dei principali operatori dei settori analizzati. All’evento sono intervenuti: Roberto Barilli (Hera), Franco Bassanini (Astrid/Cassa Depositi e Prestiti), Massimiliano Bianco (AQP), Giancar- lo Cremonesi (Acea), Giovanni Canitano (AEEG), Livio Gallo (Enel), Antonio Gennari (Ance), Luigi Merlo (Assoporti), Mauro Moretti (Ferrovie dello Stato Italiane), Barbara Morgante (Ferrovie dello Stato Italiane), Fabrizio Palenzona (Assaeroporti/Aiscat), Antonio Paoletti (Unioncamere), Alessandro Ricci (UIR), Paolo Romano (Smat), Adolfo Spaziani (Federutiliy), Stefano Tosi (Ter- na), Paolo Uggè (Federtrasporto).
Dopo i saluti iniziali il Prof. Andrea Gilardoni, neo Assessore (pro tempore) alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia ha inquadrato la difficile situazione infrastrutturale del Paese: “Il settimo rapporto dell’Osservatorio CNF cade in una fase complessa e delicata del Paese. La necessità di rientro dal debito si accompagna con la recessione, con tassi di interesse crescenti, con la fuga degli investitori internazionali verso mercati con maggiori potenziali di crescita. In questo quadro, i grandi progetti infrastrutturali, pensati in un contesto di disponibilità illimitate, o rimangono al palo o, se avviati, hanno serie difficoltà a proseguire. Ma il nostro Paese ha anco- ra forti esigenze infrastrutturali che sono in grado di generare benefici netti per la popolazione”. Gilardoni ha poi indicato le azioni prioritarie per rilanciare lo sviluppo infrastrutturale. “Sono necessarie: scelte di investimento in un’ottica di strategia complessiva del Paese; nuove metodi- che di definizione delle priorità; maggiore sobrietà nella progettazione; razionalità e semplifica- zione nei processi di autorizzazione/realizzazione; infrastrutture intelligenti; talvolta processi di de-infrastrutturazione; strumenti per generare il consenso delle popolazioni.”
Il Dott. Stefano Clerici, Condirettore dell’Osservatorio, ha, poi, illustrato i risultati dello Studio 2012. “Il Non Fare in Italia potrebbe costarci caro: quasi 500 miliardi in 16 anni. Occorrono al più presto investimenti in opere realmente strategiche e prioritarie, ma anche la razionalizza- zione dei settori dell’energia, dei trasporti, dell’ambiente e della logistica. In particolare occorre ridurre i prezzi dell’energia e garantire trasporti più veloci per ridare competitività ai prodotti e ai servizi del Paese. Ma per investire serve una riforma complessiva che definisca regole chiare e stabili. Infatti, le nuove norme del Governo Monti, anche se nel complesso positive, non sembra- no poter dare il necessario impulso allo sviluppo infrastrutturale del Paese”.
Nel corso del dibattito sono emersi numerosi spunti interessanti per rilanciare lo sviluppo infra- strutturale del Paese.
In primo luogo tutti gli operatori chiedono a gran voce una maggiore assunzione di responsabili- tà della politica. Il messaggio chiave che emerge dal VII Workshop CNF è: “In questo Paese man- ca una visione di lungo periodo sulle strategie complessive e manca la capacità di progettare il futuro. Questo deve essere necessariamente il ruolo del sistema politico”
Dalla prima tavola rotonda della mattina “Idrico: Quale nuova regolazione?” le considerazioni principali:
Occorrono regole certe e stabili che permettano agli operatori di investire e avere garanzia di un ritorno economico.
Bisogna investire in ricerca e sviluppo per realizzare infrastrutture intelligenti (ad esempio tele- lettura e telecontrollo) ma anche per costruire in modo intelligente e avere opere più efficienti.
Servono forme di incentivo, gestite dall’Autorità, che premino le aziende che investono nel ser- vizio idrico integrato.
In chiusura Giovanni Canitano ha evidenziato le strategie di medio termine dell’AEEG per la mo- dernizzazione del settore: 1 - una revisione del metodo tariffario chiara e trasparente, che dia stabilità e minimizzi l’impatto del cambiamento rispetto al metodo precedente; 2 - agevolare la realizzazione degli investimenti strategici (depurazione, interventi di riduzione delle perdite, si- stemi di sicurezza di approvvigionamento e sistemi di misura). A tal proposito, l’Autorità sta mettendo a punto un meccanismo legato alla metodologia dell’Osservatorio CNF per quantificare gli incentivi.
Dalla tavola rotonda “Lo sviluppo delle infrastrutture. Le priorità per il futuro” le principali con- siderazioni:
• La necessità di sviluppare reti intelligenti, in grado di adattarsi alle esigenze contingenti di domanda e offerta, ben integrate tra loro (elettricità, gas, trasporti, telecomunicazio- ni).
• La “sburocratizzazione” del Paese e la conseguente semplificazione della disciplina auto- rizzativa nella realizzazione delle opere.
• Ridare centralità allo Stato per quanto riguarda le decisioni riguardanti la realizzazione delle opere strategiche di rilevanza nazionale.
Dalla tavola rotonda del pomeriggio “Infrastrutture e Trasporti: Come velocizzare l’Italia” le principali considerazioni:
• Regole chiare e stabili sono lo strumento fondamentale di attrazione degli investimenti di medio-lungo termine.
• Apprezzamento per le norme del Governo Monti su credito di imposta, defiscalizzazione e project bonds, anche se andrebbe esteso l’ambito di applicazione ad esempio alle opere al di sotto dei 500 milioni di € di investimento e alle reti di telecomunicazione e idriche.
• Il nuovo modello competitivo europeo prevede la creazione di grandi città e grandi im- prese da collegare con reti intelligenti. Dietro a questa tendenza c’è una regia politica che sembra del tutto assente nel nostro Paese. La priorità per il futuro è, dunque, l’ammodernamento delle città e la loro integrazione con le grandi direttrici europee.
• Necessità di adeguarsi agli standard europei nella realizzazione delle opere evitando di ricorrere a leggi nazionali in materia, che rischiano di far lievitare i costi.
• Messa a punto di un piano generale dell’intermodalità che stabilisca una politica dei tra- sporti integrata. In particolare, è necessario mandare avanti in maniera aggregata strada e ferro.
• Occorre un soggetto, a livello nazionale, che pianifichi e programmi in modo integrato lo sviluppo di autostrade, ferrovie, porti e interporti e sia in grado di fare scelte di lungo termine.
• Per rendere più efficiente il nostro sistema logistico occorrono non solo interventi hardware ma anche interventi software di snellimento burocratico, come ad esempio la semplificazione delle procedure doganali.
• Occorre creare pochi grandi hub logistici connessi con il resto del Paese. Il trasporto del- le merci su lunghe percorrenze deve essere fatto attraverso ferrovia e aereo, lasciando alla gomma il trasporto su breve distanza.