GNL, Qatar minaccia taglio forniture all’Ue per legge sostenibilità

07 ago 2025
Dall'invasione russa dell'Ucraina, il Paese arabo ha fornito all'Europa tra il 12% e il 14% del GNL importato. La richiesta del ministro al-Kaabi è quella di apportate ulteriori modifiche alla CSDDD per ridurre gli obblighi sulla transizione climatica.

Arriva dal Qatar la minaccia di interrompere le forniture di gas all'Unione Europea. Lo rivela una lettera inviata dal ministro dell'Energia Saad al-Kaabi al governo belga e visionata da Reuters, nella quale spiega che il Paese sta reagendo alla direttiva UE sulla due diligence aziendale in materia di sostenibilità (CSDDD), che impone alle grandi aziende operative nell'UE di individuare e risolvere problematiche legate ai diritti umani e all'ambiente lungo le loro catene di fornitura.

"In parole povere, se non verranno apportate ulteriori modifiche alla CSDDD, lo Stato del Qatar e QatarEnergy non avranno altra scelta che considerare seriamente mercati alternativi al di fuori dell'UE per il nostro GNL e altri prodotti, che offrano un ambiente commerciale più stabile e accogliente", si legge nella lettera.

Il Qatar è il terzo maggiore esportatore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL), dopo Stati Uniti e Australia, e dal 2022, anno dell'invasione russa dell'Ucraina, ha fornito tra il 12% e il 14% del GNL importato dall'Europa.

Un portavoce della rappresentanza belga presso l'UE ha rifiutato di commentare la lettera, già riportata dal quotidiano tedesco Welt am Sonntag. Anche la Commissione Europea ha ricevuto una lettera dal Qatar, datata 13 maggio, come confermato da un portavoce della Commissione a Reuters, sottolineando che attualmente i legislatori e i Paesi UE stanno negoziando modifiche alla CSDDD.

Bruxelles ha proposto quest'anno modifiche alla CSDDD per ridurne i requisiti, tra cui il rinvio dell'entrata in vigore di un anno, fino a metà 2028, e la limitazione dei controlli che le aziende dovranno effettuare lungo le loro catene di fornitura, ma il Qatar sostiene che non siano sufficienti.

Nella lettera, Kaabi ha espresso particolare preoccupazione per il requisito della CSDDD che impone alle aziende di avere un piano di transizione climatica allineato all'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, come previsto dall'Accordo di Parigi. La sua proposta, esplicitata nell'allegato alla lettera, è quella di eliminare dalla CSDDD la sezione che prevede l'obbligo di piani di transizione climatica.