
La depurazione delle acque reflue operata da MM arriva a fornire al mondo agricolo 90 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Ne parleremo a Watec Italy 2019 il salone cremonese che aprirà i battenti il 23 ottobre
Watec Italy sta scaldando i motori, in vista del 23 ottobre, giorno in cui a Cremona apriranno i battenti del salone. Fra i protagonisti della rassegna ci sarà anche MM, la società pubblica che gestisce a Milano il ciclo dell’acqua, dal prelievo in falda, alla potabilizzazione, dalla distribuzione alla raccolta delle acque usate fino alla depurazione.
Un attore importante della scena visto che la società MM serve 50.000 clienti per un volume complessivo di acqua consegnata nelle case pari a 230 milioni di metri cubi all’anno.
La qualità dell’acqua? È garantita da un laboratorio che ogni anno effettua 190.000 analisi di controllo su 17.000 campionamenti.
MM gestisce inoltre 31 centrali di pompaggio e 500 pozzi, 2.228 km di rete per l’acqua potabile, 1.500 km di fognatura per le acque reflue, e - a chiusura del ciclo - due depuratori che restituiscono all’ambiente oltre il 40% di acqua da riutilizzare per usi agricoli.
Un tema importante per l’agroalimentare della Lombardia sul quale abbiamo chiesto ulteriori informazioni ad Andrea Aliscioni, Direttore della Divisione Idrico di MM.
Ing. Aliscioni, si parla sempre più spesso di economia circolare e di reimpiego delle acque depurate in agricoltura. Oggi in che termini Milano contribuisce a rifornire di acqua irrigua gli agricoltori lombardi?
“In Pianura Padana l’economia circolare era già una realtà nel 1200 quando i Monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle riutilizzavano le acque usate per l’irrigazione dei campi a marcita. MM si inserisce in questa tradizione secolare apportando il contributo delle migliori tecnologie oggi disponibili sul mercato. Oggi la depurazione delle acque reflue operata da MM arriva a fornire al mondo agricolo circa 90 milioni di metri cubi di acqua all’anno, un volume molto elevato che fa di MM e un’eccellenza europea.
Significativi sono anche gli standard qualitativi dell’acqua rilasciata, già conformi alle classi di qualità più elevate delle direttive europee di prossima pubblicazione. La società infatti utilizza tecniche di affinamento terziario che garantiscono la rimozione degli elementi nutrienti (come azoto e fosforo) che, se pur utili alle colture agricole, rappresentano una fonte di innesco dei fenomeni di eutrofizzazione nelle aree sensibili come il bacino del Po. Inoltre, in MM viene praticata la disinfezione spinta delle acque scaricate per garantire l’assenza di batteri che andrebbero a contatto con le coltivazioni nella fase di irrigazione”.
Ci può fornire qualche dato sui depuratori che servono Milano?
“MM coordina e controlla il sistema della depurazione della città di Milano, che si articola in 3 poli, Milano San Rocco, Milano Nosedo, Peschiera Borromeo. I primi due sono gestiti da MM, il terzo è solo parzialmente interessato alla gestione delle acque reflue della città. Il sistema è in grado di servire complessivamente fino a 2.550.000 abitanti equivalenti. I depuratori di San Rocco e Nosedo trattano ogni anno circa 250 milioni di metri cubi di fognatura, attraverso processi di trattamento biologici a fanghi attivi in grado di garantire il rispetto delle più stringenti normative in vigore per lo scarico in corpi idrici in aree sensibili. Le acque trattate sono poi monitorate quotidianamente sia da laboratori di analisi accreditati, sia da strumentazione online. Mediamente il 35-40% delle acque depurate vengono destinate al riutilizzo irriguo, in funzione delle richieste degli agricoltori e dei consorzi agricoli, che le ricevono con i soli oneri delle pratiche amministrative e dell’energia elettrica per il pompaggio finale alle rogge”.
Questo vale per le acque. I fanghi di depurazione invece che riutilizzo possono avere?
“I fanghi di depurazione di Milano derivano da processi biologici e presentano ottime caratteristiche per il riutilizzo perché provengono da un tessuto urbano prettamente civile con una componente industriale limitata e legata prevalentemente al terziario. I fanghi sono prodotti dai depuratori come disidratati, ossia con ancora al loro interno il 75% di acqua, oppure come essiccati, ossia con solo il 10% di acqua al loro interno. I fanghi disidratati vengono avviati presso centri di trattamento dove subiscono gli opportuni processi per avviarli al riutilizzo in agricoltura. I fanghi essiccati, grazie al loro elevato potere calorifico e bassi contenuti di metalli pesanti, vengono invece inviati al riutilizzo in cementificio come fonte di energia per il processo di combustione e come recupero di materia per la produzione di klinker. In entrambi i casi, pur essendo i fanghi una risorsa per il destino finale, essi vengono evacuati a fronte di prezzi sempre crescenti per i gestori del servizio idrico e quindi per i cittadini. Purtroppo, pensare oggi ai fanghi in ottica di economia circolare è sempre più difficile: il riutilizzo è infatti molto complesso a causa di alcune incertezze normative e di una generale avversione dell’opinione pubblica. Sarebbe necessaria molta più informazione”.
Quali sono le priorità di MM nei prossimi anni? Come vedete il vostro ruolo e che investimenti state pianificando per rendere la rete sempre più efficiente?
“MM intende spingere sull’innovazione sperimentando nuove soluzioni per garantire un servizio efficace e sostenibile, sotto tutti gli aspetti, sociale, ambientale ed economico. Priorità di MM è garantire la qualità del servizio e dell’acqua distribuita nelle abitazioni, così come garantire la qualità degli scarichi finali nei corpi idrici.
Gli investimenti nel settore idrico sono in aumento e si concentrano, oltre alle consuete campagne di revamping e risanamento degli asset, su alcune linee strategiche come l’efficientamento energetico e gestionale delle centrali di produzione di acqua potabile, il miglioramento della rete di distribuzione potabile per raggiungere gli standard più elevati imposti dall’autorità nazionale, il potenziamento dei trattamenti di depurazione per fronteggiare le nuove sfide poste dall’autorità nazionale e dalle regolamentazioni locali, in particolare per quando riguarda la rimozione spinte del fosforo e il trattamento delle acque di pioggia”.
Si parla molto di digital water e di informatizzazione delle reti distributive. Sotto questo profilo la città di Milano a che punto è?
“La digitalizzazione nell’idrico in MM è iniziata qualche anno fa sia sul versante della distribuzione con lo smart metering, sia in altri contesti meno conosciuti. MM ha installato più di 400 sensori sulla rete fognaria di Milano in grado di creare una distrettualizzazione per il controllo degli scarichi e delle portate, ha implementato un sistema di controllo satellitare per il monitoraggio delle infrastrutture della rete, sui depuratori sono stati installati strumenti in grado di controllare in real time la qualità dei liquami in ingresso e delle acque trattate in uscita”.
Un impegno a tutto tondo per gestire la risorsa idrica con sempre maggiore efficienza. Se ne parlerà insieme a MM anche a Watec Italy, restate sintonizzati.