Idrico ed energia: la sfida della nuova Direttiva UE e la risposta di CAP

24 ott 2025
I gestori del servizio idrico sono chiamati a trovare soluzioni per integrare le proprie attività core con nuove strategie di produzione di energia.

Oggi la sinergia tra ciclo idrico ed energetico è imprescindibile. Rendere gli impianti capaci di autoprodurre e ottimizzare l'energia non serve soltanto ad allinearsi agli obiettivi comunitari, ma anche a stabilizzare un settore estremamente energivoro, riducendone la dipendenza da un mercato energetico sempre più volatile.

La nuova Direttiva europea 2024/3019 impone un cambio di paradigma nella gestione del servizio idrico integrato. Oltre a fissare standard più stringenti per la qualità delle acque depurate, affronta per la prima volta la dimensione energetica del settore. In questo nuovo quadro normativo è stato introdotto l'obiettivo di neutralità energetica entro il 2045.

I gestori del servizio idrico sono quindi chiamati a trovare soluzioni per integrare le proprie attività core con nuove strategie di produzione di energia. Gruppo CAP, gestore del Servizio Idrico Integrato della Città metropolitana di Milano, da anni ha intrapreso un percorso di trasformazione in green utility attraversando anche mercati complementari all'idrico. Ha quindi ripensato le sue infrastrutture, ridefinendo il ruolo degli impianti di trattamento delle acque reflue. Da semplici depuratori, oggi questi asset si sono evoluti in poli tecnologici di recupero di risorse produzione di energia green.

Applicando i paradigmi dell'economia circolare, i fanghi, scarti delle attività di depurazione, oggi rappresentano una risorsa, una nuova materia prima dalla quale ottenere biogas. La valorizzazione di inizia con una fase di pretrattamento, successivamente i fanghi vengono sottoposti a una fase di digestione anaerobica, un processo biologico in assenza di ossigeno in cui i microrganismi degradano la sostanza organica, producendo gas ricco di metano.

Il biogas ottenuto può essere utilizzato per alimentare impianti di cogenerazione e produrre contemporaneamente energia elettrica e calore, come avviene presso gli impianti di Pero e Rozzano, oppure, in alternativa, può essere trasformato in biometano, attraverso un processo di raffinamento.

Un ruolo chiave nella produzione di biogas è rappresentato anche dai rifiuti liquidi e agroalimentari, in quanto ricchi di sostanze organiche facilmente degradabili dai microrganismi. La gestione dei rifiuti liquidi è infatti al centro delle attività di Gruppo CAP, che punta a trattare 200mila tonnellate di rifiuti liquidi entro il 2028. L'azienda ha potenziato i suoi impianti di San Giuliano, Robecco sul Naviglio e Rozzano per valorizzare questi rifiuti, trasformando i depuratori in vere bioraffinerie urbane.

In ottica di neutralità energetica, la produzione di energia green non passa solo dalla valorizzazione di fanghi e rifiuti liquidi, ma anche dagli impianti fotovoltaici e agrivoltaici del gruppo.

CAP si è dotato di un Masterplan Fotovoltaico, che prevede l'installazione di oltre 30.000 kWp di pannelli solari sui siti esistenti, con un risparmio stimato di stimato di 11.159 tonnellate di CO₂ all'anno, finalizzato ad aumentare la produzione di energia pulita e accelerare il percorso di decarbonizzazione.

Nel corso del 2025, CAP Evolution, società di Gruppo CAP che opera nel waste, wastewater ed energy, ha avviato una serie di iniziative strategiche finalizzate a rafforzare l'integrazione tra ciclo idrico ed energia e a promuovere la transizione verso la neutralità energetica: il primo impianto agrivoltaico, l'interconnessione con la rete di teleriscaldamento comunale e la partecipazione a diverse comunità energetiche rinnovabili.

L'impianto agrivoltaico di Robecco sul Naviglio è stato strutturato in due sistemi distinti ma complementari: un impianto fotovoltaico installato sulle superfici impermeabili del depuratore e un impianto agrivoltaico sviluppato su terreni agricoli limitrofi. La tecnologia biassiale adottata consente di ridurre lo stress idrico del suolo, ottimizzando l'uso dell'acqua e aumentando la sostenibilità complessiva del ciclo produttivo agricolo. Complessivamente, i due impianti contribuiscono a soddisfare circa il 14% del fabbisogno energetico del depuratore, incrementandone l'autonomia energetica e riducendo il ricorso a fonti fossili.

Parallelamente, il depuratore di Rozzano è stato interconnesso sia elettricamente sia termicamente alla rete di teleriscaldamento comune gestita da Atmos. Questo collegamento consente di stabilizzare i digestori di biogas e di immettere energia termica rinnovabile nella rete cittadina, creando quindi un sistema energetico integrato che massimizza il rendimento energetico e l'autosufficienza delle strutture coinvolte.

Infine, il recente accordo con il Comune di Assago incarna il modello circolare che CAP porta avanti: aumenta la resilienza del territorio a fronte di eventi climatici estremi e contribuisce alla produzione di energia green riducendo le emissioni. Gruppo CAP ha previsto un articolato piano di interventi per la riqualificazione urbana e la gestione sostenibile delle acque meteoriche, attraverso la realizzazione di opere ispirate alle Nature Based Solutions (NBS) per contenere il rischio idraulico e migliorare la resilienza del territorio.

L'intervento include anche la riqualificazione delle vasche di laminazione, fondamentali per la raccolta e la gestione dell'acqua piovana. Gli interventi, che prevedono un investimento di circa 500.000 euro, mirano alla riqualificazione e alla risoluzione di criticità localizzate in quattro diverse aree urbane soggette ad allagamenti.

A fronte di questa riqualificazione, il comune ha messo a disposizione di CAP alcune aree dove poter realizzare un impianto fotovoltaico da 4 MWp, per produrre energia pulita e coprire fino al 50% il fabbisogno energetico del depuratore.