Idrico, Laboratorio Ref: utility italiane al passo con ESRS

03 nov 2025
Le aziende devono analizzare sia come le loro attività impattano sull'ambiente, sulla società, sia come questioni ambientali, sociali e di governance creano rischi o opportunità con effetti economico-finanziari per l'impresa stessa. 

Su 16 dei principali gestori idrici italiani, di cui 7 mono-utility specializzate e 9 multi-utility, dieci hanno rendicontato in conformità agli European Sustainability Reporting Standard per obbligo normativo, mentre sei lo hanno fatto volontariamente. Questo il quadro emerso dal nuovo Position Paper n. 305 del Laboratorio Ref Ricerche, intitolato "La prima applicazione degli European Sustainability Reporting Standard nelle utility idriche".

La novità introdotta dagli ESRS, spiega il Ref, sta nella cosiddetta "doppia materialità": le aziende devono analizzare sia come le loro attività impattano sull'ambiente, sulla società, sia come questioni ambientali, sociali e di governance creano rischi o opportunità con effetti economico-finanziari per l'impresa stessa. 

Le regole della rendicontazione

Nel dettaglio, continua il Paper il 2024 ha segnato una svolta per la trasparenza ambientale e sociale delle imprese europee, rappresentando il primo anno di attuazione della CSRD e della rendicontazione di sostenibilità secondo gli standard ESRS: per le utilities del servizio idrico integrato italiano, questo primo anno ha rappresentato una sfida particolare, sia per la mole di dati da raccogliere e verificare, sia per la complessità delle informazioni richieste.

Gli ESRS, si legge, articolano la rendicontazione attorno a temi specifici: cinque ambientali (Cambiamenti climatici E1, Inquinamento E2, Acque e risorse marine E3, Biodiversità E4, Economia circolare E5), quattro sociali (Forza lavoro propria S1, Lavoratori nella catena del valore S2, Comunità interessate S3, Consumatori e utilizzatori finali S4) e uno di governance (Condotta d'impresa G1).

Dopo aver identificato impatti, rischi e opportunità (IRO) rilevanti, per ciascun tema materiale le aziende devono descrivere politiche, azioni e obiettivi, e fornire metriche quantitative di performance. Un altro elemento distintivo è l'estensione del perimetro lungo tutta la catena del valore: occorre mappare gli impatti generati dai fornitori a monte e dai clienti a valle.

I risultati delle 16 aziende coinvolte nell'analisi Ref

L'analisi delle rendicontazioni rivela una sostanziale convergenza nelle priorità: tutti i 16 gestori hanno classificato come materiali i temi relativi a Cambiamenti climatici (E1), Inquinamento (E2), Acque e risorse marine (E3), Economia circolare (E5), Forza lavoro propria (S1), Consumatori e utilizzatori finali (S4) e Condotta d'impresa (G1). Seguono Comunità interessate (S3) (94%) e Lavoratori nella catena del valore (S2) (88%).

C'è però, spiega il Ref, un'evidente lacuna: la Biodiversità (E4). Solo il 63% delle società ha classificato questo tema come materiale, e raramente lo ha approfondito con intensità, evidenziando la necessità di una maggiore integrazione del tema a livello aziendale. L'81% delle società ha specificato i sottotemi rilevanti: sul versante ambientale tutti hanno incluso adattamento e mitigazione climatica, energia (E1), inquinamento delle acque (E2) e acque (E3), mentre oltre il 90% ha rendicontato su rifiuti (E5).

L'identificazione degli impatti, rischi e opportunità rappresenta il nucleo dell'analisi di materialità. In media, le utilities hanno identificato 76 IRO materiali ciascuna: 18% Forza lavoro propria (S1), 16% Cambiamenti climatici (E1), 12% Consumatori e utilizzatori finali (S4), 11% Condotta d'impresa (G1). La Biodiversità (E4) si ferma all'1%. Solo il 44% delle società ha collegato gli IRO ai sottotemi previsti dagli standard, mentre il restante 56% si è limitato ad associarli ai temi principali.

Conclusioni

In sintesi, si legge, le utilities hanno dimostrato mediamente una buona capacità di adeguamento, mostrando maturità nell'identificazione dei temi e degli impatti, rischi e opportunità (IRO) materiali, nel coinvolgimento degli stakeholder e nella rendicontazione di politiche, azioni e obiettivi: per quanto riguarda i temi materiali, la quasi totalità ha riconosciuto come prioritari quelli ambientali e sociali connessi al proprio business, quali Comunità interessate (S3) e Consumatori e utilizzatori finali (S4), dimostrando comprensione realistica delle proprie responsabilità.

La rendicontazione degli IRO, spiega il Laboratorio, evidenzia un buon livello di approfondimento e un numero rilevante di temi individuati, ma l'associazione ai sottotemi non risulta ancora sistematica: un miglioramento in tal senso favorirebbe una comprensione più chiara per i lettori e renderebbe gli IRO un punto di partenza più solido per le future azioni aziendali.

La misurazione degli effetti finanziari è embrionale, con rendicontazioni prevalentemente qualitative. Per quanto riguarda politiche, azioni e obiettivi, le società analizzate hanno complessivamente registrato buone performance, ma permangono delle criticità, come il tema della Biodiversità (E4) che resta trascurato, sia nella rendicontazione delle politiche adottate sia delle azioni implementate.

Tuttavia, conclude il documento, nei prossimi anni le rendicontazioni sono destinate a migliorare, grazie al consolidamento dei processi e alla semplificazione degli ESRS avviata dalla Commissione Europea: questo intervento punta a rendere la rendicontazione più accessibile e proporzionata, riducendo oneri e informazioni superflui o ridondanti.