
Il nuovo Report dell'associazione avverte: senza accelerazione politica e regolatoria, l'UE non raggiungerà i target della RED III sugli RFNBO per la decarbonizzazione.
Un quadro europeo ancora frammentato nello sviluppo dell’idrogeno pulito: la capacità operativa di elettrolisi ammonta a 571 MW, con ulteriori 2,8 GW in costruzione, concentrati per il 94% in otto Paesi.
E' quanto emerso dal Clean Hydrogen Monitor 2025 di Hydrogen Europe, il rapporto annuale sullo stato di avanzamento del settore europeo dell'idrogeno pubblicato dall'associazione europea che rappresenta gli interessi dell'industria dell'idrogeno e degli stakeholder,
Il report – come afferma l’associazione – rappresenta uno strumento destinato ad analisti, giornalisti e parti interessate per comprendere le tendenze e le realtà attuali.
"Il nostro Clean Hydrogen Monitor 2025 arriva in un momento difficile per il settore dell'idrogeno, con ancora qualche incertezza all'orizzonte. Tuttavia, ci sono molti sviluppi e progressi positivi da segnalare, e il report di quest'anno ne fa il punto", ha dichiarato Daniel Fraile, Chief Policy & Market Officer di Hydrogen Europe.
I punti principali del Rapporto
Il Clean Hydrogen Monitor 2025 evidenzia un quadro europeo ancora frammentato nello sviluppo dell’idrogeno pulito, in cui la capacità operativa di elettrolisi ammonta a 571 MW, con ulteriori 2,8 GW in costruzione, concentrati per il 94% in otto Paesi. Entro il 2030, la fornitura interna potrà raggiungere 2,3 Mt, di cui 1,7 Mt da elettrolisi, ma solo il 26% della capacità prevista è attualmente in build-out, segnalando un significativo rischio di ritardo.
La raffinazione rappresenta oggi il principale end-use, con 0,63 Mt di domanda, trainata dagli incentivi REDIII. Al contrario, i settori chimico e dei fertilizzanti incontrano barriere legate all’incapacità di trasferire i costi e alla competizione internazionale. Dal punto di vista geografico, oltre il 50% della futura produzione elettrolitica si concentrerà tra Nord Europa e Penisola iberica, mentre UK e Benelux guideranno lo sviluppo della filiera termochimica.
Sul piano regolatorio, la domanda di RFNBO potrebbe attestarsi a 2,8 Mt al 2030, ma a causa della lentezza nella trasposizione normativa e assenza di una strategia industriale si prevede che l’UE sarà in grado di soddisfare con produzione domestica e importazioni solo il 60% della domanda stimata.
Il documento sottolinea inoltre la necessità di un’evoluzione degli strumenti di finanziamento UE, oggi considerati insufficienti: servono maggiore flessibilità, rapidità di deployment e strumenti di derisking per ridurre l’incertezza sugli investimenti. Senza un’accelerazione politica e regolatoria, l'Unione rischia di venire meno ai suoi obiettivi di decarbonizzazione.