
A cura di Donato Berardi, Francesca Casarico, Samir Traini e Cosimo Zecchi del Laboratorio REF Ricerche.
Il servizio idrico italiano si trova ad affrontare una transizione complessa. Crescono i fabbisogni di investimento per adeguare le infrastrutture alle nuove sfide ambientali e normative, ma si scontrano con la sostenibilità economica e sociale della tariffa.
Negli ultimi cinque anni, l'industria idrica ha mostrato una moderata ma costante evoluzione verso modelli gestionali più solidi. L'analisi dei primi 100 gestori per popolazione servita mostra un aumento degli operatori "Stand Alone" – aziende economicamente autonome: piccole con buone performance o medio-grandi con efficienza ridotta – e dei "Potenziali Aggregatori" con buone performance, ma potenzialità ancora inespresse.
Di contro, si riducono gli "Aggregatori" – con solidità elevata e capacità di guidare il consolidamento – per le difficoltà economiche legate alla pandemia e alla crisi energetica, pur con un recupero nel 2023. I "Piccoli precari" – gestori di dimensioni contenute con debolezze economico-finanziarie - si sono ridotti in numero, mentre i "Piccoli insostenibili" - operatori con scarsa redditività e patrimonio o elevato indebitamento restano sostanzialmente.
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