
Il progetto è finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027. Obiettivi: monitorare le acque sotterranee e sviluppare strategie contro la siccità, nonché l'intrusione salina nelle aree costiere.
Il Consorzio di bonifica Adige Euganeo ha aderito al progetto transfrontaliero SWAMrisk (Subsurface WAter monitoring and Management to prevent drought risk in coastal systems), che unisce partner scientifici e istituzionali di Italia e Croazia per monitorare le acque sotterranee e sviluppare strategie contro la siccità, nonché l'intrusione salina nelle aree costiere.
L'intrusione salina – si legge in un comunicato diffuso da ANBI – è un problema che ha le sue radici nella morfologia di una porzione di territorio, prossima alla laguna di Venezia: si tratta di circa 15.000 ettari (territori nei comuni di Correzzola, Codevigo, Cona, Cavarzere, Chioggia e Pontelongo) soggiacenti fino a 4 metri sotto il livello del mare, e comporta una riduzione nella disponibilità di acque dolci e nella biodiversità fino alla desertificazione di aree via via più estese.
SWAMrisk, progetto per monitorare e proteggere le acque sotterranee
Il progetto, avviato nel 2024 con un budget complessivo di 2.190.000 euro, si concentra su tre aree di studio principali: la laguna di Venezia e il delta del Po in Italia, il delta del fiume Neretva in Croazia. L'approccio di SWAMrisk combina la ricerca idrogeologica con l'implementazione di soluzioni tecnologiche: l'installazione di permanenti centraline di rilevamento permetterà di raccogliere e trasferire, in tempo reale, dati cruciali come il livello, la conducibilità (un indicatore diretto della salinità) e la temperatura delle acque sotterranee. Questi dati confluiranno nel database Hydro-cloud, che renderà le informazioni accessibili a un'ampia comunità di ricerca e a tutti gli enti interessati.
SWAMrisk coinvolge un consorzio di otto partner italiani e croati: il Consorzio di bonifica Adige Euganeo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geoscienze e Georisorse (CNR-IGG), la Regione del Veneto, M3E srl, l'Università di Spalato, Dunea, Croatian Water, Aequum ltd. Nell'ambito del progetto, il Consorzio di bonifica Adige Euganeo ha realizzato pozzi piezometrici in due località strategiche a Buoro, nel comune di Cavarzere e a Punta Gorzone di Chioggia.
Durante la ricerca condotta a Punta Gorzone, i ricercatori hanno intercettato due corpi acquiferi distinti, separati da un "acquitard" (strato naturale di argille e limi compatti spesso oltre 10 metri), che agisce da barriera; mentre l'acquifero superficiale è risultato gravemente compromesso dall'intrusione salina con concentrazioni che raggiungono i 14 grammi per litro, il secondo pozzo ha rivelato un'inaspettata riserva d'acqua dolce, tra i 28 e i 35 metri di profondità, con una concentrazione salina di appena 1 grammo per litro.
Sfide future e strategie di contrasto
"È dagli anni '90 che abbiamo iniziato a notare una progressiva diminuzione delle rese agricole in quelle zone", ha sottolineato Fabrizio Bertin, Presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo.
"In Veneto sono circa 240.000 gli ettari sotto il livello del mare, gran parte di questi sono soggetti a subsidenza ed intrusione del cuneo salino: significa 8 miliardi di economia agricola da salvaguardare", ha precisato Alex Vantini, Presidente di ANBI Veneto.
"Uno degli obiettivi del progetto è proprio quello di identificare se esistono ancora acquiferi non contaminati dal sale, dove si trovano, se e come possano essere sfruttati senza, ad esempio, aggravare il problema della subsidenza", ha commentato Luigi Tosi, Dirigente di Ricerca del C.N.R.
"Il ruolo dei Consorzi di Bonifica si sta evolvendo per rispondere alle sfide del nostro tempo: se, un secolo fa, la Bonifica rappresentava l'opera d'intervento principale per rendere salubri i terreni, oggi il nostro obbiettivo è rendere il territorio resiliente alle conseguenze della crisi climatica", ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
"Il progetto SWAMrisk offre gli strumenti per studiare e affrontare il fenomeno della risalita del cuneo salino e l'intrusione nelle falde acquifere. Le sue indicazioni consentiranno di plasmare un territorio che sia produttivo e sostenibile per le generazioni future", ha aggiunto il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
I dati raccolti dal Consorzio sull'avanzamento della salinizzazione serviranno ad aggiornare e sbloccare due progetti con l'obbiettivo generale di trattenere a monte le acque dolci necessarie per contrastare la risalita del cuneo salino, stabilizzare gli ecosistemi fluviali ed accumulare risorse idriche per l'irrigazione, in particolare durante i periodi di siccità: il primo progetto, fermo da anni, è lo sbarramento antintrusione salina sul fiume Brenta, bloccato a causa della mancanza di fondi; il secondo riguarda la realizzazione di un bacino di accumulo idrico a Ca' Bianca di Chioggia e che, con una capacità di circa 210.000 metri cubi d'acqua, potrebbe fornire una riserva di acqua dolce per circa 15 giorni.