
Urso e Pichetto alla Commissione UE: "Difendere competitività industrie energivore". Obiettivo del non-paper è chiedere all'IAA, previsto per novembre 2025, misure concrete a sostegno della trasformazione industriale europea.
Italia, Francia e Germania lanciano un appello congiunto alla Commissione europea per un'azione a favore delle industrie ad alta intensità energetica, chiedendo misure concrete per sostenere la transizione verde e rafforzare la competitività industriale dell'UE.
È quanto si legge in una nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che annuncia la sottoscrizione, da parte dei ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto, di un "non-paper" in occasione del Consiglio Competitività di Bruxelles e in preparazione dell'atteso varo, previsto per novembre 2025, dell'Industrial Accelerator Act (IAA).
Industrial Accelerator Act: investimenti, decarbonizzazione e competitività
Il documento chiede che l'IAA traduca le sue promesse in misure concrete per sostenere gli investimenti e accelerare la trasformazione industriale, mantenendo l'integrità del Mercato unico e rafforzando la strategia europea per la decarbonizzazione industriale.
I tre Paesi – continua la nota – sollecitano un'azione coerente e integrata tra politiche industriali, energetiche, climatiche e commerciali dell'UE; in particolare, che il principio del "Do No Significant Harm" (DNSH) diventi uno strumento agile e concreto per supportare l'adozione di tecnologie a basse emissioni nelle industrie energivore.
Chiedono inoltre la creazione di una domanda stabile per acciaio, cemento e materiali a basse emissioni, con etichette trasparenti, regole comuni e un maggiore uso degli appalti pubblici. Il documento propone l'introduzione di criteri comuni e trasparenti per la misurazione delle emissioni lungo le catene del valore, prevenendo fenomeni di greenwashing o elusione normativa nei Paesi terzi.
L'IAA che la Commissione europea lancerà a breve dovrebbe anche rappresentare un'opportunità per la realizzazione delle infrastrutture essenziali per la decarbonizzazione. Al tempo stesso, è indispensabile affrontare il nodo del costo dell'energia per l'industria in particolare quella ad alta intensità energetica, che in Europa resta strutturalmente più alto rispetto ad altri competitor come Stati Uniti o in Asia. Servono interventi immediati per garantire prezzi più competitivi, migliorando l'accesso alle fonti rinnovabili e abbattendo gli oneri di rete, in particolare per le imprese energivore.
L'IAA dovrebbe, inoltre, puntare alla compensazione dei costi indiretti derivanti dal carbonio, che dovrà essere estesa oltre il 2030 e allargata a tutti i comparti industriali strategici, al fine di coinvolgere industrie fondamentali come carta, vetro, ceramica, cemento, chimica e batterie.
Difesa dell'industria europea e lotta alle pratiche sleali globali
Il documento ribadisce infine la necessità di proteggere l'industria europea dalla crescente sovracapacità produttiva globale. In questo contesto si collocano proposte italiane già avanzate a Bruxelles, tra cui la revisione del CBAM – il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere – e l'istituzione, a partire da gennaio 2026, di uno strumento di salvaguardia per l'acciaio, volto a difendere un settore strategico dalle pratiche sleali di dumping ambientale e industriale.
"L'IAA deve diventare il pilastro di una politica industriale europea che tuteli le imprese energivore, spina dorsale della nostra manifattura e della sovranità produttiva europea. Chiediamo alla Commissione di agire subito e con misure concrete: energia a costi competitivi, capitali privati per investimenti verdi, regole comuni e difesa da pratiche sleali", ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
"Le imprese energivore rappresentano un pilastro del nostro sistema produttivo e necessitano di strumenti concreti per affrontare la transizione energetica senza perdere competitività. È fondamentale garantire loro l'accesso a fonti pulite a condizioni vantaggiose, intervenendo anche sui costi di rete che gravano sull'energia rinnovabile prodotta in Italia", ha aggiunto il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.