Lo studio “Le Energy Community in Italia: l’evoluzione del quadro normativo e ricadute attese per il sistema-paese” è stato condotto dal gruppo di ricerca Energy & Strategy del Politecnico di Milano, con il supporto di areti, BePower, Edison, Enel X, Energy Wave, Eni, EPQ, Falck Renewables e Siram Veolia.
L’obiettivo è di suggerire al policy maker - sulla base di un’analisi approfondita delle possibili configurazioni di energy community nel nostro Paese - le modalità di recepimento delle Direttive RED II e EMD II e di definizione dei provvedimenti “correlati” che garantiscano il più efficiente ed efficace sviluppo delle energy community in Italia, massimizzandone le ricadute a livello di sistema-Paese e salvaguardando l’impegno economico da parte dello Stato.
ANALISI DELLE DIRETTIVE EUROPEE RED II ED EMD II
Lo studio ha preso le mosse dall’analisi delle Direttive europee RED II e EMD II, definite all’interno del Clean Energy Package for all Europeans, focalizzandosi sulla definizione delconcetto di energy community nelle declinazioni di Renewable Energy Community (REC) e di Citizen Energy Community (CEC), ed approfondendo la configurazione di “autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente” (indicata in seguito come AC.FER), introdotta all’interno della Direttiva RED II. Sono identificati i “principi” cardine delle tre configurazioni definiti nelle rispettive Direttive e le “linee guida” le quali saranno poi recepite dai singoli Stati Membri.
Le aree in cui le Direttive risultano più “definite” sono quelle della partecipazione (membership), che è limitata a soggetti le cui attività relative alla comunità/autoconsumo non costituiscano le attività principali e che è indicata come aperta e volontaria. L’obiettivo delle energy community è di “fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari”.
I seguenti temi dovranno essere definiti in seguito: della definizione del perimetro delle comunità energetiche (nel Milleproroghe e nel recente Documento di Consultazione ARERA, contenente i primi orientamenti sulla regolazione delle partite economiche associate all’energia oggetto di autoconsumo, il perimetro delle comunità energetiche viene identificato con le utenze sottese alla medesima cabina MT/BT, ma tale perimetro potrebbe essere diversamente definito nel recepimento delle Direttive) e degli autoconsumatori collettivi (da chiarire se nella definizione di “edificio o condominio” possa essere inclusa anche il supercondominio); dell’individuazione delle forme giuridiche che le REC e le CEC devono assumere per godere dei benefici riservati alle comunità energetiche; della possibilità di includere soggetti terzi come proprietari degli asset di generazione di energia elettrica e termica, come gestori delle attività, dell’entità giuridica (per REC e CEC) e della ripartizione dei benefici economici derivanti dalle attività stesse.
ANALISI DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DELLE ENERGY COMMUNITY
Pur tenendo in considerazione che entrambe le Direttive ribadiscono che le “finalità primarie” di energy community e autoconsumatori collettivi non riguardano l’ottenimento di “profitti finanziari”, la sostenibilità economica rimane un driver fondamentale per la diffusione di AC.FER, REC e CEC, sia nel caso in cui i membri riescano ad aggregarsi autonomamente, sia quando soggetti terzi siano promotori di queste iniziative. Data la complessità della creazione e della gestione delle comunità energetiche e delle configurazioni di autoconsumo collettivo infatti, i soggetti terzi potrebbero giocare un ruolo fondamentale in qualità di “abilitatori”, compiendo uno sforzo di aggregazione degli utentiper favorire la“nascita” e la gestione delle attività, fornendo competenze in ambito energetico e capacità di investimento.
Nello studio sono state condotte analisi di sostenibilità economica di oltre 2.300 casi di comunità energetiche ed autoconsumatori collettivi, diversi per tipologia e numero di utenze (sono stati considerati in particolare tre diversi archetipi: il Condominio; il Quartiere residenziale ed uffici; il Polo industriale), taglie di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo applicati e tipologia di riscaldamento; oltre che differenti modelli di business e scenari di incentivazione.
La definizione di un incentivo esplicito, opportunamente dimensionato per garantire la sostenibilità economica dell’investimento, appare un elemento cruciale. Nel complesso, l’analisi rileva che un incentivo proporzionale all’energia condivisa all’interno della comunità, se opportunamente tarato è sufficiente a garantire la sostenibilità economica dell’investimento. In linea con gli obiettivi delle comunità energetiche e degli autoconsumatori collettivi, quindi, appare coerente privilegiare l’incentivo sull’autoconsumo virtuale rispetto a quello sulla produzione, al fine di promuovere la diffusione di: (i) impianti di generazione opportunamente dimensionati al fine di massimizzare il livello di autoconsumo dell’energia prodotta (piuttosto che l’intero ammontare di energia prodotta), (ii) sistemi di accumulo e (iii) comportamenti degli utenti che siano volti a massimizzare l’autoconsumo.
LE RICADUTE PER IL SISTEMA PAESE
Per la stima delle ricadute economiche, energetiche, sociali ed ambientale sono considerate 3 ipotesi di scenari di diffusione, associati a differenti modalità di recepimento delle direttive europee. Lo scenario “Medio” ipotizza la creazione di circa 26.000 unità tra comunità energetiche ed autoconsumatori nell’arco di 5 anni, nelle quali sono coinvolti circa 750 mila nuclei familiari, 150 mila uffici e 8.000 PMI. Sempre nello scenario “Medio” il totale della potenza fotovoltaica installata sarebbe pari a circa 3.600 MW, pari circa il 55% dell’obiettivo di nuova potenza fotovoltaica installata previsto dal PNIEC per il 2025. La capacità di storage installata si ipotizza in un range tra 9 e 185 MWh, in funzione della tipologia di incentivo alla comunità.
Considerando in prima istanza la stima delle ricadute economiche in un arco temporale di 25 anni (2021-2044), si riscontra come in caso di diffusione delle energy community secondo lo scenario “Medio” il beneficio vada ai membri delle comunità energetiche e agli autoconsumatori collettivi ai fornitori di tecnologia ai soggetti terzi, a fronte di un contributo netto dello stato - relativo all’esborso per gli incentivi, al netto dell’incremento di gettito fiscale - pari a circa 5,4 mld €. I produttori “tradizionali” di energia (dicitura con la quale si fa riferimento ai soggetti o alle unità di business di produttori – comunque diversificati – che basano la produzione di energia elettrica sull’impiego di fonti tradizionali) sconterebbero una diminuzione del volume d’affari in linea con il perseguimento degli obiettivi PNIEC che – se non per mezzo di comunità energetiche ed autoconsumatori collettivi – determinerebbe in ogni caso una riduzione della produzione da termoelettrico. Dall’analisi emerge inoltre che, ad uno “sforzo” da parte per lo Stato dilazionato nel tempo, il beneficio per la filiera industriale (fornitori di tecnologia in primis) sarebbe immediato. Accanto agli aspetti economici, la diffusione di AC.FER, REC e CEC porterebbe dei benefici netti al sistema Paese, come mostrato in Tabella per il medesimo periodo di analisi 2021-2044. Si riscontrerebbe un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi PNIEC in tema di rinnovabili, oltre all’opportunità di conseguire ulteriori auspicabili benefici “energetici”, quali la riduzione delle perdite di rete e – perlomeno per i clienti finali e nelle ipotesi previste nel lavoro - dei costi di trasmissione e di distribuzione dell’energia; “ambientali”, corrispondenti ad una riduzione di emissioni di gas ad effetto serra nell’ordine di 25 mln ton CO2;“sociali” come la creazione di circa 6.500 posti di lavoro.
Tabella 1. Ricadute nette sul sistema paese della diffusione di AC.FER, REC e CEC - Scenario "Medio
Ricadute nette per il sistema Paese (2021-2044) |
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Potenza di fotovoltaico installata |
3.600 MW, pari al 55% dell'obiettivo PNIEC per il 2025 |
Energia prodotta da rinnovabili (cumulato) |
84 TWh |
Energia prodotta da rinnovabili (annuale - 2025) |
4.400 GWh/anno, pari al 12% dell'obiettivo PNIEC per il 2025 |
Riduzione delle perdite di rete |
74 GWh, pari a circa 4 mln € |
Riduzione costi di distribuzione e di trasmissione* |
circa 540 mln € |
Riduzione delle emissioni di CO2 (cumulato) |
25,6 mln ton, corrispondenti a circa 500 mln € se CO2 valorizzata a 20 €/ton; a circa 750 mln € se CO2 valorizzata a 30 €/ton |
Riduzione delle emissioni di CO2 (annuale 2025) |
1,3 mln ton |
Nuovi posti di lavoro diretti |
6.500 unità |
*Perlomeno per i clienti finali e nelle ipotesi previste nel lavoro |
È importante tenere in considerazione infine come la creazione delle comunità energetiche e delle configurazioni di autoconsumatori collettivi potrebbe abilitare una serie di investimenti “complementari” sia nel breve che nel lungo termine, quali l’adozione di soluzioni di efficienza energetica e di dispositivi di ricarica per i veicoli elettrici, oltre ai già citati sistemi di accumulo ed altre tecnologie o soluzioni di nuovo sviluppo. Tali investimenti potrebbero contribuire a rendere le comunità energetiche e gli autoconsumatori collettivi soggetti attivi all’interno del sistema elettrico nazionale, assecondandone l’evoluzione attesa.