Siccità, ANBI: Sud Italia a rischio desertificazione

23 set 2025
Il Presidente Vincenzi: "Tutti dobbiamo accelerare sugli interventi di adattamento alla crisi climatica".

Nel giorno del terzo anniversario dell'alluvione che nel 2021 colpì le Marche, l'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche lancia un allarme dal Sud Italia: il territorio della Capitanata, cuore agricolo della Puglia, rischia la desertificazione. Nei serbatoi foggiani restano appena 58 milioni di metri cubi d'acqua, e anche i primi giorni di settembre, dopo un agosto privo di piogge, registrano una siccità estrema.

Quadro drammatico nel Mezzogiorno: alte temperature e poche precipitazioni sono causa di depauperamento delle ormai risicatissime riserve idriche.

Riserve in picchiata in Basilicata e Sicilia

Secondo i dati diffusi dall'ANBI, in Basilicata i bacini hanno perso in una sola settimana quasi 9 milioni di metri cubi, con un deficit che supera i 27 milioni rispetto al 2024. In Sicilia le riserve si sono ridotte di oltre 46 milioni di metri cubi fra agosto e settembre: i volumi restano più alti rispetto allo scorso anno, ma il deficit con la media quindicennale si aggira attorno al 30%.

"Di fronte al consolidarsi di condizioni meteo, diversificate fra territori limitrofi, è evidente la necessità di creare le condizioni di trasferimento dell'acqua, sollecitando intese fra Regioni e completando gli schemi idrici, nonché opere incompiute come si sta facendo per il bacino di Campolattaro, in Campania", evidenzia il Presidente ANBI Francesco Vincenzi. 

Ghiacciai in ritirata, Mediterraneo bollente

L'Osservatorio ANBI segnala che l'ondata di caldo colpisce anche l'arco alpino, con lo zero termico che ad agosto ha toccato più volte i 5.000 metri in Valle d'Aosta, compromettendo il permafrost e accelerando la fusione dei ghiacciai. Negli ultimi cento anni la superficie glaciale italiana si è ridotta di oltre il 50% e almeno il 60% della criosfera ha raggiunto il cosiddetto peak water, il punto massimo di contributo idrico, destinato ora a diminuire.

Intanto il Mediterraneo torna a scaldarsi, con temperature fino a due gradi oltre la media e punte ancora più alte in Sardegna: valori che, secondo l'ANBI, possono favorire fenomeni atmosferici violenti con l'arrivo delle correnti fredde autunnali.

A livello globale, le temperature attuali sono inferiori solo al 2023.

"Di fronte a questi dati è quantomai evidente che, in attesa i provvedimenti planetari sulla mitigazione della crisi climatica, sia indispensabile realizzare interventi di adattamento per aumentare la resilienza dei territori", commenta il Direttore Generale ANBI Massimo Gargano. "Un importante aiuto arriverà dagli oltre 957 milioni del primo stralcio del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico, appena firmato dal Ministro, Matteo Salvini."

Nord più in salute, ma Po in calo

Se al Sud l'acqua manca, rassicura l'ANBI, al Nord la situazione appare più equilibrata. I grandi laghi presentano livelli nettamente superiori alla media (Verbano, 84%; Lario, 58,8%; Benaco, 73,6%; Sebino, 61,4%). Tuttavia il Po continua a mostrare portate in calo lungo tutta l'asta, con valori solo leggermente superiori alla media nella zona del delta.

Le situazioni regionali

Il monitoraggio settimanale dell'ANBI restituisce un'Italia con andamenti contrastanti: in Piemonte i fiumi restano sotto la media, in Lombardia le riserve sono invece superiori del 14% ai valori storici. In Veneto resiste solo il Bacchiglione, mentre calano Adige, Brenta e Livenza. In Emilia-Romagna crescono le portate di Secchia, Panaro e Santerno; in Toscana l'Arno registra un deficit del 35%, mentre il lago Trasimeno in Umbria recupera due centimetri. Nel Lazio, dove crescono le portate dei fiumi (Tevere, Aniene e Velino), si alza il livello del lago di Bracciano, ma continuano a calare Albano e Nemi.