La presentazione del paper "Come ripensare gli ESG?" ha evidenziato come i criteri richiedano un'interpretazione più flessibile al fine di tutelare competitività industriale e sicurezza energetica. Italia persegua indipendenza e neutralità tecnologica. Articolo di Rossella Lettieri
In un ecosistema globale in riconfigurazione, segnato da una rimodulazione dei rapporti fra Unione Europea e Stari Uniti, i criteri ESG (Environmental, Social e Governance) richiedono un ripensamento più pragmatico, meno ideologico e più allineato alle nuove dinamiche economiche e geopolitiche.
Questi i temi discussi durante la presentazione del paper "Come ripensare gli ESG?" realizzato da ICINN (Istituto per la cultura dell'innovazione) e Start Magazine, svoltasi a Roma il 26 novembre.
Introduzione: sfide future della sostenibilità
A introdurre i lavori è stato Michele Guerriero, direttore editoriale di Start Magazine, che ha sottolineato come il 2025 rappresenterà un passaggio cruciale per comprendere la direzione verso cui stanno evolvendo i criteri ESG, specialmente alla luce delle reazioni europee alle trasformazioni in atto negli Stati Uniti.

ESG e geopolitica: verso un nuovo equilibrio
Il primo intervento del dibattito con i rappresentanti del mondo politico è stato affidato ad Alessandro Giglio Vigna, Presidente XIV Commissione della Camera dei deputati, che ha evidenziato come la sostenibilità ambientale abbia a lungo prevalso sugli altri pilastri, generando un approccio "turboambientalista" spesso scollegato dalle esigenze sociali.
Vigna ha richiamato la necessità di riportare sullo stesso piano ambiente e coesione sociale, ricordando che politiche come la direttiva Case Green o il regolamento sugli imballaggi sono state rese più flessibili proprio per includere tali istanze. Da qui l'invito dell'Italia a perseguire neutralità tecnologica, tutela dei lavoratori e autonomia strategica. Dobbiamo puntare non solo a essere un continente a impatto zero, ma anche a povertà zero, in cui le politiche ambientali politiche ambientali e politiche sociali vanno di pari passo.
"Questo uno dei principi fondamentali dell'agenda 2020-2030", ha concluso Vigna.
Finanza sostenibile e paradigmi strategici
A seguire è intervenuto Giulio Centemero, VI Commissione della Camera dei deputati, che ha posto al centro il ruolo della finanza sostenibile e la sua crescente capacità di orientare il mercato. Ha osservato come gli investimenti ESG siano oggi un terzo del totale globale, sottolineando l'emergere di nuovi paradigmi, come quello lanciato da Euronext, che associa all'acronimo ESG i concetti di energia, sicurezza e geostrategia.
Una ridefinizione che, secondo Centemero, può rafforzare la tutela degli interessi nazionali: "Senza tutela non c'è crescita, e senza crescita non c'è sostenibilità".
Le pressioni USA e il pragmatismo necessario
Il dibattito si è poi spostato sul possibile impatto delle pressioni provenienti dagli Stati Uniti. Mauro Del Barba, Segretario VI Commissione della Camera dei deputati, ha invitato a non cedere a visioni catastrofiste, in particolare agli attacchi del Presidente Trump e degli USA alla finanza sostenibile, ribadendo che l'acronimo ESG non va stravolto ma reso più pragmatico.
La sfida consiste nel sostenere un'economia di mercato orientata alla sostenibilità, capace di coniugare esigenze di breve e lungo periodo.
"Se è vero che il Green Deal ha mancato di pragmatismo, non sarà la negazione del Green Deal a sopperire a tale mancanza. Servono finanza sostenibile, politiche industriali e un nuovo modo di sostenere la neutralità tecnologica. Non possiamo farci imporre il cambiamento quando ormai è troppo tardi: dobbiamo imparare a governarlo", ha ricordato Del Barba.
PMI, neutralità tecnologica e autonomia energetica
Il confronto politico si è concluso con l'intervento di Fabio Raimondo, membro della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati, che ha riportato l'attenzione sul ruolo delle piccole e medie imprese italiane.
Ha ricordato come la neutralità tecnologica debba restare un principio guida e come l'Italia debba rafforzare la propria posizione nel Mediterraneo, in particolare sul piano energetico.
"Non possiamo rimanere orfani del Green Deal: occorre un approccio stabile e concreto anche nel dialogo con i Paesi del mondo, a beneficio dei cittadini e delle imprese", ha sottolineato Raimondo, richiamando la necessità di un approccio stabile e concreto.

Il punto di vista delle imprese: realismo, misurabilità e comunità
Nella seconda parte del convegno la parola è passata alle aziende.
Per primo, Giuliano Frosini, Senior Vice President di Brightstar Lottery ha ricordato la complessità normativa cui le imprese devono far fronte e la necessità di evitare che i costi della transizione gravino su cittadini e operatori economici.
"Per essere sostenibili occorre realismo", ha affermato Frosini, richiamando l'importanza di percorsi condivisi con le comunità di riferimento.
"RiforestAzione", rinnovabili e transizione industriale
È poi intervenuto Luca Guglielmi, Media Relations Manager di Axpo, che ha illustrato il contributo dell'azienda al progetto "RiforestAzione", il piano di forestazione urbana ed extraurbana del MASE, sottolineando come la sostenibilità sia sempre più percepita anche come un valore culturale e partecipativo, grazie a strumenti di coinvolgimento dei cittadini (ad esempio, la piattaforma riforestazioneitalia.it che monitora i progetti di piantumazione nelle città).
A portare i saluti istituzionali del presidente Alberto Gusmeroli, X Commissione della Camera dei deputati, è stato Tullio Patassini, che ha ribadito come gli ESG rappresentino ormai un fattore competitivo e non un ostacolo al profitto.
"Iniziamo a pensare gli ESG non come antitetici al profit, ma come una componente del profit", ha dichiarato Patassini.
La riflessione è proseguita con Simone Togni, Presidente ANEV, che ha spiegato come il settore delle energie rinnovabili sia al centro di una trasformazione epocale. Secondo Togni, gli ESG possono diventare un vero motore di crescita, a condizione di mantenere concretezza nei processi di transizione.
Il contributo del PNRR
Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione per il PNRR presso il MASE, ha portato l'attenzione sul metodo introdotto dal PNRR, osservando come la complessità degli obiettivi ambientali richieda una capacità di selezione progettuale sempre più rigorosa e un cambio di passo da parte delle imprese. Il PNRR, ha ricordato Penna, ha consentito di portare a termine 1100 progetti in tema economia circolare, di cui 200 progetti-faro e ulteriori iniziative in tema di sostenibilità marina.
Elio Borgonovi, Professore emerito dell'Università Bocconi di Milano, ha proposto una nuova declinazione di ESG come equilibrio, sviluppo e garanzie, interpretandoli non come obbligo ma come analisi scientifica della convenienza.
"Gli ESG hanno strutturalmente un futuro", ha affermato, purché si mantenga un equilibrio tra dimensione scientifica, politica e gestionale.
Borgonovi ha infine sottolineato il tema della diversità, che rappresenta un valore in quanto sprona tutti gli operatori del settore a trovare nuove soluzioni sostenibili.
Competenze e infrastrutture per una sostenibilità concreta
La discussione è poi entrata nel campo dell'energia nucleare con Giuseppe Bono, Direttore Regolatorio, Comunicazione e Istituzionale di Sogin, che ha illustrato l'esperienza dell'azienda nel coniugare sostenibilità ed economia circolare attraverso il recupero dei materiali e la conservazione delle competenze. Anche per Bono non occorre stravolgere il concetto di ESG, ma reinterpretarlo alla luce delle specificità dei settori.
Sul valore della misurazione si è soffermata Martina Santandrea, Head of Sustainability di Engeneering, ricordando come, per la società, la sostenibilità rappresenti un processo che va oltre gli obblighi normativi, sottraendosi allo stop-and-go delle leggi, e che genera valore quando è supportato da dati e indicatori concreti.
A chiusura dell'incontro Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, ha illustrato come il modello di Infrastrutture Wireless Italiane, basato sulla condivisione delle infrastrutture, consenta di creare efficienze sia economiche sia ambientali, con benefici quantificabili in risparmi e riduzioni di CO2.
Un approccio che, ha affermato Suigo, mostra quanto siano essenziali "concretezza, coerenza e sensibilità".

