
Dal convegno emerge come la rete carburanti di Roma sia sovradimensionata e inefficiente. Necessaria una strategia sinergica e multisettoriale per la transizione verso carburanti a basse o zero emissioni. Articolo di Rossella Lettieri
La rete carburanti italiana, in particolare quella di Roma, necessita di una modernizzazione per diventare più efficiente, sostenibile e inclusiva: solo un piano strategico condiviso tra istituzioni, imprese e cittadini potrà garantire risultati concreti nel percorso verso la neutralità climatica.
È quanto emerso dal convegno "Per una rete carburanti decarbonizzata: Opportunità e sfide per un piano carburanti moderno, efficiente e inclusivo" organizzato da UNEM, con il supporto tecnico-specialistico di GSE, svoltosi il 13 ottobre a Roma, presso la Casa delle tecnologie emergenti.
L'evento, dedicato al futuro della rete carburanti e alla transizione nazionale verso sistemi più sostenibili, ha riunito rappresentanti del Comune di Roma, del GSE e di varie imprese impegnate nella decarbonizzazione e nella gestione efficiente delle risorse energetiche. Tra gli interventi introduttivi, quelli di Monica Lucarelli, Assessora Attività Produttive, Pari Opportunità e Attrazione Investimenti di Roma Capitale, di Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, e di Gianni Murano, Presidente UNEM, i quali hanno sottolineato la necessità di un'azione condivisa tra pubblico e privato per la modernizzazione della rete carburanti. In particolare, Murano ha indicato la rete di Roma come caso emblematico, caratterizzata da complessità strutturale e difficoltà di aggiornamento, sottolineando la necessità di un nuovo Piano Carburanti comunale capace di razionalizzare l'infrastruttura e orientarla verso una mobilità più moderna e integrata.
Una rete carburanti diversa è possibile?
Dopo i saluti istituzionali, Arianna Cappelli, responsabile per i Rapporti con Istituzioni ed Enti Locali di UNEM, ha presentato lo studio "Una rete carburanti diversa è possibile?", dal quale emerge un quadro complesso per la città di Roma. La rete di distribuzione carburanti della Capitale, soprattutto in una prospettiva futura, appare inefficiente: la rete di distribuzione risulta eterogenea e caratterizzata da un elevato numero di impianti obsoleti.
La transizione energetica richiede una rete carburanti orientata alla decarbonizzazione, capace di integrare soluzioni come biocarburanti, idrogeno, e-fuels e ricariche elettriche. Gli impianti dovranno evolvere in poli multifunzionali, offrendo servizi di mobilità e funzioni energetiche integrate. L'analisi UNEM mostra che, nell'area di 144 km2 all'interno del Grande Raccordo Anulare, su 432 impianti solo una parte limitata dispone di spazi adeguati all'ammodernamento dei servizi, mentre la maggioranza presenta vincoli strutturali che ne limitano l'evoluzione.
Il confronto con Milano, seconda città analizzata da UNEM, evidenzia una maggiore diffusione del biometano e dell'HVO, a conferma della necessità di accelerare anche a Roma il processo di riconversione verso vettori energetici più sostenibili.
La rete carburanti del futuro
La parola è passata poi a Mario Spagnoli, responsabile Mobilità Sostenibile GSE, che ha illustrato un approccio data-driven per la pianificazione della rete energetica nazionale. L'intervento ha evidenziato un obiettivo primario: creare hub multienergetici localizzati prevalentemente fuori dal centro urbano, integrando biometano, gas naturale, elettrico e idrogeno, e gestendo in modo efficiente anche l'utilizzo delle risorse idriche legate ai processi di manutenzione e funzionamento degli impianti.
Spagnoli ha spiegato come l'unificazione dei database di UNEM, Motus-E, MIMIT e dei dati aperti del GSE permetta di disporre di un quadro conoscitivo aggiornato, utile per monitorare i consumi di energia e acqua, individuare dispersioni e ottimizzare la localizzazione dei futuri punti di distribuzione.
Sul tema dell'integrazione tra reti energetiche è intervenuto Matteo Gizzi, responsabile Market Intelligence di Motus-E, associazione di operatori industriali che punta ad accelerare la mobilità smart. Gizzi ha descritto la situazione delle ricariche elettriche nella Capitale e la necessità di coordinarle con la rete del gas, precisando come a Roma sono presenti circa 4000 punti di ricarica, in gran parte a bassa potenza, che non riescono ancora a soddisfare pienamente la domanda. Secondo Gizzi, l'integrazione tra infrastrutture elettriche e gas è essenziale per evitare squilibri territoriali e per realizzare hub energetici in grado di rispondere in modo uniforme alle esigenze di cittadini e imprese.
Nel dibattito dedicato all'evoluzione dei punti vendita carburanti, Andrea Percivalle, responsabile Smart Mobility & Retail Services di Enilive-Enjoy, ha evidenziato l'importanza di una rete moderna e integrata che coniughi la filiera dei biocarburanti – in particolare l'HVO prodotto nelle bioraffinerie italiane – con servizi per la mobilità sostenibile. Percivalle ha sottolineato come la rete carburanti del futuro debba diventare un'infrastruttura digitale e multifunzionale, capace di offrire non solo energia ma anche servizi di sharing e soluzioni di mobilità intelligente.
La rete carburanti come strumento di inclusività sociale e urbana
Sul tema della qualità urbana e del design degli impianti, Giorgio Chiantella, Direttore di Archigia, ha richiamato la necessità di un approccio progettuale che unisca sostenibilità ambientale e valore estetico, trasformando le stazioni di servizio in spazi più decorosi, accessibili e riconoscibili. Sono stati ricordati diversi progetti di collaborazione con università italiane, tra cui il Politecnico di Torino e la Sapienza di Roma, che hanno sviluppato proposte per ridurre l'impatto ambientale e migliorare l'integrazione architettonica degli impianti nel contesto urbano.
La riflessione sulla rigenerazione degli spazi dismessi è stata ripresa da Valerio Magrini, CEO e fondatore della startup Urbis Omnia, il quale ha proposto un modello di recupero delle stazioni di servizio dismesse. L'idea di Urbis Omnia è di riconvertirle in centrali energetiche locali autosufficienti, dotate di impianti fotovoltaici e sistemi di recupero delle acque utilizzate per i servizi e la manutenzione.
Vincenzo Falabella, Presidente della FAIP Onlus, ha posto l'attenzione sul tema dell'inclusione, sottolineando come la transizione energetica e la modernizzazione delle reti devono essere accompagnate da una crescente attenzione all'accessibilità e all'inclusione sociale.
I vantaggi dei biocarburanti e il ruolo delle istituzioni
Il quadro normativo e tecnico è stato poi approfondito da Attilio Punzo, direttore Riconoscimento Incentivi e Titoli del GSE, che ha analizzato il ruolo delle istituzioni nella decarbonizzazione del settore dei trasporti, nonché nel recepimento e nell'attuazione delle direttive europee RED I, II e III.
Punzo ha ricordato che, nel contesto dell'Unione Europea, il settore dei trasporti rappresenta una delle principali fonti di emissioni di gas serra, contribuendo per circa il 25% al totale delle emissioni complessive. In Italia la situazione è analoga: il comparto dei trasporti incide per circa il 28% sulle emissioni nazionali. Alla luce di questi dati, la decarbonizzazione del settore risulta cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dalle politiche europee.
A supporto di questa transizione, sia a livello europeo che nazionale, sono stati introdotti da diversi anni vettori energetici alternativi come biocarburanti, biometano ed elettricità da fonti rinnovabili, con l'obiettivo di ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili. Punzo ha sottolineato i vantaggi dei biocarburanti, che sono principalmente ambientali e di sostenibilità, poiché consentono di ridurre le emissioni di CO2 e l'impatto ambientale rispetto ai carburanti convenzionali, ma anche economici e strategici, in quanto legati alla diminuzione della dipendenza da petrolio e gas naturale, risorse limitate e soggette a oscillazioni di prezzo, con un conseguente incremento della sicurezza energetica nazionale.
Punzo ha tuttavia richiamato l'attenzione sui rischi associati alla diffusione dei biocarburanti, tra cui la concorrenza con la produzione alimentare (food vs fuel), la dipendenza da importazioni di materie prime, il rischio di frodi lungo la filiera e l'elevato impatto climatico di alcune produzioni. Ha inoltre ricordato che il settore resta fortemente legato ai sussidi pubblici, elemento che impone una programmazione accurata e un controllo efficace delle politiche di sostegno.
Come esempio virtuoso, Punzo ha citato il progetto di biometano incentivato realizzato presso l'aeroporto di Bologna, dove il Gruppo Hera e la società di trasporto passeggeri TPER Emilia-Romagna hanno avviato nel 2022 un'iniziativa finalizzata alla decarbonizzazione del trasporto pubblico e al raggiungimento degli obiettivi europei di neutralità climatica. In conclusione, ha affermato che la decarbonizzazione del comparto dei trasporti richiede un approccio integrato per ogni modalità di trasporto: è necessario promuovere l'elettrificazione dei veicoli leggeri e ferroviari, lo sviluppo e l'impiego di biocarburanti avanzati e RFNBO, nonché l'adozione di carburanti alternativi per la flotta navale e l'attuazione del Regolamento (UE) 2023/1185.
Conclusioni e prospettive future
In chiusura, Monica Lucarelli ed Eugenio Patanè hanno ribadito l'impegno del Comune di Roma a collaborare con UNEM e con gli operatori del settore per avviare un piano di modernizzazione della rete carburanti. Lucarelli ha sottolineato l'importanza di istituire un tavolo operativo permanente per promuovere la collaborazione pubblico-privata e favorire la diffusione di tecnologie sostenibili, anche in relazione all'uso efficiente dell'acqua. Patanè ha invece richiamato l'attenzione sul tema della sicurezza, affermando la necessità di chiudere gli impianti non conformi e di convertire quelli recuperabili per garantire standard elevati di sostenibilità e funzionalità.
Nel complesso, la prospettiva delineata al convegno punta a una rete moderna, digitale e multienergetica, fondata sulla raccolta e l'analisi dei dati, sull'efficienza operativa e sulla sostenibilità ambientale. Roma, al pari di altre grandi città europee, dovrà affrontare nei prossimi anni la sfida di un ammodernamento infrastrutturale capace di integrare tecnologie, sicurezza e gestione razionale delle risorse, in coerenza con le politiche europee di decarbonizzazione.
Articolo a cura di Rossella Lettieri