Lo studio. Con geotermia -40% degli attuali consumi finali di gas naturale

30 apr 2024
Rete Geotermica con TEHA (The European House – Ambrosetti) presentano studio su geotermia. Presente il ministro Pichetto: "al lavoro per regolamentazione e concessioni ad hoc"

Se l’Italia riuscisse a valorizzare anche solo il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano, la geotermia "potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050 e al 25% del fabbisogno termico, permettendo all’Italia di ridurre del 40% gli attuali consumi finali di gas naturale". E' quanto emerso dallo studio “La geotermia a emissioni nulle per accelerare la decarbonizzazione e creare sviluppo in Italia”, promosso da Rete Geotermica con TEHA (The European House – Ambrosetti).

Lo studio si è dibattuto al convegno “Geotermia: dal calore del sottosuolo arriva la nuova rivoluzione verde. Una fonte inesauribile da incentivare per compiere la transizione energetica dell’Italia”, che si è svolto nei giorni scorsi a Torino - organizzato da Rete Geotermica, rete d’imprese, e Fri-El Geo - nell’ambito della Planet Week per anticipare il G7 Clima, Ambiente ed Energia. 

Negli ultimi venti anni, sottolineano Rete Geotermica e Fri-El Geo, l'Italia è passata dal 4° al 8° posto a livello mondiale tra i paesi con potenza geotermica installata, nonostante il suo potenziale sia tra i più elevati, comparabile a quello di Turchia e Islanda. Incentivare la geotermia è di fondamentale importanza per l'Italia, poiché rappresenta una fonte energetica inesauribile e stabile, facilmente programmabile rispetto ad altre fonti rinnovabili. Questo gioca un ruolo cruciale nella transizione energetica del Paese, apportando benefici alla filiera, agli investitori, al sistema-Paese e a tutti i cittadini.

"Al momento la geotermia in Italia è in grado di produrre sei terawattora all'anno, che rappresenta il 2% del complessivo di energia che utilizziamo. Le nuove tecnologie permettono di fare della geotermia una delle fonti di produzione energetica più rilevante. Confidiamo molto sulle nuove tecnologie. Di fatto, la geotermia a fianco dell'idroelettrico bianco, del fotovoltaico, dell'eolico e io dico anche del nuovo nucleare è il futuro per la decarbonizzazione”, ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin, ministro del MASE presente al convegno.

Oltre al Ministro, sono intervenuti anche Benedetta Brighenti, Direttrice Generale RENAEL e Climate Pact Ambassador, Paolo Arrigoni, Presidente del GSE, Philippe Dumas, Segretario Generale EGEC (European Geothermal Energy Council) sulla strategia geotermica in Europa, Riccardo Zucconi, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e Membro della X Commissione (Attività Produttive, Commercio e Turismo) e Nicola Procaccini, Co-Presidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, in video messaggio.

"Nella proposta di revisione del Pniec si prevede un aumento generazione elettrica a 8 terawattora dagli attuali 6 di energia elettrica prodotta dalla geotermia. Un aumento al 2030 del 33%”, ha detto Arrigoni. 

La geotermia - si legge nella nota - rappresenta la tecnologia verde con il più alto moltiplicatore economico tra le fonti rinnovabili: ogni euro investito attiva altri 2 euro, e offre anche la maggiore intensità occupazionale. Ogni GW installato genera un valore aggiunto complessivo di oltre 8 miliardi di euro per l'intero sistema-Paese e crea oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, tra occupati diretti, indiretti e indotti. Guardando al 2050, la strategia energetica italiana richiede obiettivi specifici per la geotermia a emissioni zero, contribuendo così alla riduzione complessiva delle emissioni e al raggiungimento degli obiettivi climatici.