Transizione, Snam: primo Innovation Plan per gestire insieme gas, biometano, idrogeno e CO2

13 mag 2025
Dopo Transition Plan e Piano Strategico si completa la trilogia del gruppo: previsti investimenti nell'innovazione che solo al 2029 saranno pari a 400 mln, a partire dal programma SnamTEC.

Presentato Snam il suo primo Innovation Plan, una roadmap che illustra in dettaglio l'orientamento e i progetti del gruppo in materia di innovazione trasformativa: con il Transition Plan e il Piano Strategico 2025-2029, si legge in una nota dell'azienda, presentati rispettivamente a ottobre 2024 e gennaio 2025, il documento completa il framework nel quale Snam inquadra i propri investimenti nel medio-lungo periodo in sicurezza e transizione energetica.

Relativamente al solo piano strategico 2025-2029, continua la nota, sono già stati pianificati investimenti in innovazione per 400 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto a quelli previsti dal piano precedente: di questi, 338 milioni sostengono iniziative di proven innovation mentre 62 milioni alimentano progetti di explorative innovation, il tutto nel segno di un modello che persegue il costante aggiornamento delle competenze.

"L'innovazione è da sempre nel DNA di Snam, ma le complessità crescenti della fase attuale, caratterizzata dalla fragilità degli equilibri complessivi e da un percorso di transizione energetica sempre meno lineare, hanno ulteriormente accresciuto l'importanza di un costante upgrade tecnologico di asset, processi e sistemi. Nasce sotto questi presupposti anche il nostro Innovation Plan, una roadmap flessibile che include e mobilita risorse sia interne che esterne", ha dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.

In particolare, si legge, con la proven innovation Snam si concentra su soluzioni tecnologiche scalabili, affidabili e già pronte per il mercato, che rispondono alle esigenze operative (sicurezza, affidabilità, ottimizzazione dei costi e riduzione delle emissioni) degli asset e dei processi industriali.

Al centro, spiega l'azienda, vi è SnamTEC, programma di innovazione applicato alle operation attivo dal 2018, articolato in circa 50 progetti e dal quale è già nata l’Asset Control Room, una piattaforma digitale che grazie anche all'AI supporta oltre 2mila persone nel monitoraggio e nella gestione data driven, da remoto e su device mobili, di asset fisici e di 47 processi end-to-end: in questo ambiente gli asset fisici e i dati sono interconnessi senza soluzione di continuità, abilitando i processi decisionali e consentendo interazioni più intelligenti ed efficienti tra operatori di rete, attori del mercato e utenti finali, anche grazie all'utilizzo dell'IA, che già oggi è incorporata nel 15 per cento degli applicativi aziendali e che salirà al 40 per cento entro 5 anni.

Con l'explorative innovation, si apprende, Snam presidia invece una vasta gamma di idee nuove e tecnologie emergenti, da nuove applicazioni basate sull’AI alle clean tech per la produzione, l'uso finale e la trasformazione di molecole decarbonizzate: l'attenzione è rivolta ai programmi di R&S, scouting e testing condotti con startup, acceleratori, università e risorse interne.

Le tematiche affrontate dall'innovazione esplorativa, prosegue Snam, oggi articolata in oltre 35 progetti, variano dalle cleantech /energy-tech alle tecnologie digitali di frontiera quali l'AI tradizionale e generativa, la robotica e il computing: l'obiettivo è testare e accelerare l'implementazione di soluzioni innovative ad alto potenziale ma non ancora mature o non ancora industrializzate nel contesto energetico, per disporre di opzioni di diversificazione, integrandole al business stesso di Snam. Il T.LAB, strumento di Snam per collegare explorative e proven innovation, si occupa esattamente di questo, scalando e implementando le operational technologies più mature e promettenti fra quelle prese in esame.

Fra i progetti attualmente al vaglio del T.LAB, Snam segnala il methane detector, una telecamera iperspettrale per rilevare e quantificare con precisione le perdite di gas su scala industriale, la sensoristica avanzata per il monitoraggio metereologico marino già implementata presso i rigassificatori di Panigaglia e Ravenna, le tecnologie laser-scanner per il monitoraggio della biodiversità successivo ai ripristini vegetazionali effettuati a valle dei cantieri, ma anche valvole a zero emissioni regolate a distanza che non necessitano di sostituzioni, nonché progetti per il miglioramento dei sistemi elettrolitici tesi ad abbattere i costi della produzione di idrogeno verde e, così facendo, a favorire lo sviluppo del suo mercato.