
Le normative europee in particolare la Direttiva 86/278/CEE e la più recente UE/2024/3019, ribadiscono l'importanza del recupero dei nutrienti e della gerarchia dei rifiuti.
Inadeguata e obsoleta la normativa italiana di riferimento per la gestione dei fanghi di depurazione, con conseguenti situazioni di incertezza per i gestori del servizio idrico integrato e aumenti nelle tariffe dei cittadini. È quanto emerge dalla memoria presentata da Utilitalia in audizione alla Camera su "Il trattamento dei fanghi di depurazione delle acque reflue per il loro utilizzo come fertilizzanti".
A livello nazionale, emerge dal documento, la produzione di fanghi si attesta su circa 3,2 milioni di tonnellate/anno (dati ISPRA 2022), con una prevalenza dello smaltimento (54,2%) sul recupero (43,4%). Tuttavia dai dati ARERA, tra il 2023 e il 2020 emergono tendenze verso il recupero energetico attraverso termovalorizzazione e mono-incenerimento, mentre diminuisce l'utilizzo in agricoltura: le normative europee sul tema, si legge, in particolare la Direttiva 86/278/CEE e la più recente UE/2024/3019, ribadiscono l'importanza del recupero dei nutrienti e della gerarchia dei rifiuti.
Nel 2024, la federazione ha promosso la terza edizione dello studio inerente alla qualità dei fanghi da depurazione delle acque reflue urbane recentemente pubblicato, evidenziando come i fanghi italiani rispettino ampiamente i limiti di legge, confermandone la qualità e il valore agronomico: criticità isolate hanno riguardato solo la metodologia di rilevazione degli idrocarburi C10-C40. In sintesi, rivela lo studio, la qualità dei fanghi italiani li rende idonei al recupero in agricoltura grazie all'elevato contenuto di carbonio organico (oltre il 33%), azoto e fosforo, elementi chiave per la fertilità dei suoli italiani che risultano in cattivo stato di salute per oltre il 47%.
Il settore, si legge, richiede però un aggiornamento normativo urgente e coordinato che si basi su: revisione legislativa, approccio basato su analisi di rischio, semplificazione normativa, metodiche analitiche affidabili e maggiore coordinamento tra normative ambientali e agricole.
Secondo Utilitalia, una riforma organica permetterebbe infatti ai fanghi di rappresentare un valore aggiunto per l'agricoltura italiana ed europea e contribuirebbe concretamente alla Strategia Nazionale per l'Economia Circolare, valorizzando risorse preziose come il fosforo e rafforzando l'autonomia europea nel mercato dei fertilizzanti.