
Al convegno alla Camera la presentazione del modello WAGABOX, già operativo all'estero e in arrivo in due discariche toscane dal 2026, per trasformare e valorizzare il biogas da rifiuti organici. Articolo di Daniela Marmugi
Trasformare il biogas da discarica in biometano da immettere nelle reti nazionali del gas naturale. Questo l'obiettivo del progetto Waga Energy, presentato per la prima volta in Italia presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati e che punta a portare anche nel nostro Paese un modello già consolidato a livello internazionale.
La tecnologia, già operativa in 32 unità di produzione di biometano in Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada, sarà infatti introdotta a partire dal primo trimestre 2026 in due discariche della Toscana, una situata a Scapigliato (Livorno), l'altra a Terranuova Bracciolini (Arezzo).
Da scarto a risorsa: la tecnologia WAGABOX
Come ricordato nel corso della conferenza, secondo il Rapporto ISPRA 2024 le discariche controllate rappresentano una parte integrante della gestione dei rifiuti nel nostro Paese, con 112 siti attivi che smaltiscono oltre 4,6 milioni di tonnellate all'anno, pari a circa il 18% dei rifiuti urbani.
Tuttavia, le stesse discariche sono responsabili di una grande quantità di emissioni climalteranti: il biogas derivante dalla fermentazione della materia organica, composto principalmente da CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano), viene recuperato e valorizzato grazie alla tecnologia WAGABOX, che lo trasforma in energia pulita, rinnovabile e prodotta localmente.
Grazie alla combinazione di due tecnologie per la purificazione del biogas prodotto dai rifiuti, ha spiegato l'azienda Waga Energy Italia, il biometano ottenuto dagli impianti WAGABOX è perfettamente idoneo all'immissione nelle reti di distribuzione per sostituire il gas naturale di origine fossile.
Gli interventi
A dare il via alla presentazione è stato l'intervento di Marco Simiani, membro della Commissione Ambiente, che ha sottolineato l'importanza di superare pregiudizi e visioni ideologiche. "In tanti pensano che con il semplice schiocco delle dita le discariche non ci saranno più. Le discariche rimarranno ancora nella nostra economia: qualunque cosa che dà un contributo a migliorare l'ambiente che ci circonda e l'aria che respiriamo va fatta. E la tecnologia di Waga Energy lo fa!".
Lorenzo Serra, Senior Consultant di Waga Energy, ha ricordato come il biometano sia un'energia rinnovabile da sviluppare, e che le discariche controllate ne sono una fonte di grande importanza. "La captazione del biogas da discarica e la sua trasformazione in biometano producono energia a basso costo, mettono in sicurezza le stesse discariche, limitano odori molesti e riducono fortemente le emissioni dannose in atmosfera. Il rifiuto depositato in discarica impiega anche 20 anni per trasformarsi, liberando il biogas che diventa biometano grazie alle tecnologie di Waga Energy. Questo processo ha quindi una doppia valenza: sia energetica che di salvaguardia ambientale per le discariche controllate, che continuano ad essere un anello essenziale nell'economia circolare", ha dichiarato Serra.
Andrea Baldini, CEO di Waga Energy Italia, ha poi sottolineato come questo tipo di tecnologia di valenza internazionale possa e debba essere messa in campo anche all'interno delle discariche del nostro Paese per sfruttarne il potenziale: la WAGABOX è studiata specificamente per gestire le complessità dei biogas da discarica, in quanto prende in considerazione tutti i contaminanti e le variabili e permette di ripulire il prodotto trasformandolo in biometano di qualità, che può essere immesso nelle medesime infrastrutture di trasporto.
"Il nostro sistema è svincolato dagli incentivi statali. Siamo all'interno del sistema delle garanzie d'origine, ma la filiera è completamente gestita dalla logica privata". L'idea dell'azienda, ha aggiunto Baldini, laddove ci fossero le condizioni e la disponibilità degli interlocutori locali, è quella di diffondere questo tipo di impianto anche in altre parti d'Italia, per ottimizzare la gestione dei rifiuti, contrastare il cambiamento climatico e aumentare l'indipendenza energetica del nostro Paese.
Parola alle aziende
La parola è poi passata direttamente alle aziende coinvolte nell'implementazione della tecnologia.
Marco Buzzichelli, Amministratore Delegato del Centro Servizi Ambiente Impianti (CSAI), ha illustrato come la propria discarica, chiusa da due anni ma ancora attiva nella produzione di percolato, sia stata la prima ‘cavia' in Italia ad essere riqualificata e sfruttata energeticamente grazie al modello di Waga Energy.
"Il primo obiettivo è stato di sistemare la discarica – abbiamo acquisito 100 ettari di terreno agricolo e piantumato 40 ettari di noccioleto – il secondo è stato di gestire il percolato e il biogas trasformandolo in biometano grazie alla tecnologia di Waga Energy: grazie al suo know how, la sua capacità di gestire integralmente gli impianti e immettere il biometano direttamente nel mercato, attraverso la rete SNAM, presente a 200 metri dalla nostra discarica", ha detto Buzzichelli.
Come spiegato dal CEO, l'impianto entrerà in funzione nel 2026 sarà in grado di immettere fino a 29 GWh l'anno di energia stoccabile in rete, l'equivalente del consumo di gas naturale di circa 3.400 famiglie italiane, ed eviterà l'emissione in atmosfera di circa 5.900 tonnellate di CO2 all'anno.
A seguire l'intervento di Matteo Giovannetti, Responsabile dell'Area Gestione Impianti dell'altra realtà coinvolta, quella di Scapigliato, che ha ricordato come il proprio impianto di discarica possa ricevere oltre 300 mila tonnellate/anno di rifiuti speciali urbani non pericolosi e rappresenti uno dei siti di trattamento e smaltimento di rifiuti più importanti a livello regionale.
"La WAGABOX entrerà in funzione nel 2027 e sarà gestita da Waga Energy per un periodo iniziale di 10 anni: avrà una capacità di produzione installata di 92 GWh di gas rinnovabile all'anno, pari al consumo di circa 9.400 famiglie italiane, e la sua messa in funzione eviterà l'emissione di circa 15.500 tonnellate di CO2 all'anno nell'atmosfera", ha concluso Giovannetti.
In sintesi, dal convegno è emerso che l'Italia, con un potenziale di quasi 130 discariche idonee a intraprendere lo stesso percorso, potrebbe rappresentare un punto di riferimento nella valorizzazione del biogas da discarica, contribuendo in modo concreto alla produzione di energia rinnovabile e alla riduzione delle emissioni climalteranti.
Articolo di Daniela Marmugi