L'INTERVISTA. Porti protagonisti della transizione: hub energetici, sostenibilità e il ruolo strategico di ONTM

05 dic 2025
Intervista di Elena Veronelli a Sergio Prete, Professore a contratto di Management della Portualità presso UNIBA e Delegato alla Portualità dell'Osservatorio Nazionale Tutela del Mare (ONTM).

Nella sfida della transizione ecologica ed energetica, i porti italiani sono chiamati a un profondo ripensamento del proprio ruolo strategico. Da semplici snodi commerciali, devono oggi trasformarsi in hub energetici multifunzionali, in grado di produrre, stoccare e distribuire energia rinnovabile e carburanti alternativi, supportando così la decarbonizzazione dei trasporti e dell'industria. Ma la portualità sostenibile non si costruisce da sola: servono governance integrate, sinergie tra territori e Autorità di Sistema Portuale, una visione nazionale condivisa.

Ne parliamo in questa intervista con Sergio Prete, Professore a contratto di Management della Portualità presso UNIBA e Delegato alla Portualità dell'Osservatorio Nazionale Tutela del Mare (ONTM).  Prete illustra il ruolo dell'ONTM come facilitatore delle comunità portuali e promotore di un modello innovativo, capace di coniugare competitività, sostenibilità e sviluppo della Blue Economy. Tra riforme in atto, sfide infrastrutturali e nuovi strumenti come Porti d'Italia SpA, l'intervista esplora le prospettive del sistema portuale nazionale alla luce della transizione verde e digitale.

Di recente è stata presentata la bozza di un DDL di riforma del sistema portuale italiano. Quali sono gli elementi più rilevanti e come potrebbero incidere sulla governance energetica e ambientale dei porti?

Tra le novità più rilevanti del DDL vi sono l'istituzione di una procedura per l'individuazione delle infrastrutture strategiche di trasporto marittimo da realizzare in via prioritaria e l'introduzione della Porti d'Italia SpA. Quest'ultima ha tra i propri compiti lo sviluppo e la promozione della rete italiana della portualità attraverso lo svolgimento, in regime di concessione, della realizzazione di investimenti strategici in opere infrastrutturali e in interventi di manutenzione straordinaria. Queste novità, oltre alla previsione di un rappresentante del MIT nel Comitato di Gestione, incideranno profondamente sulla governance portuale e sulla competenza all'esercizio di alcune funzioni. Anche gli investimenti strategici in sostenibilità ed energia dovrebbero seguire questa nuova ripartizione di competenze beneficiando di un coordinamento, di una previsione nella strategia di sistema nazionale, e, auspicabilmente, di una semplificazione amministrativa.

In che modo i porti possono contribuire attivamente alla transizione energetica, ad esempio attraverso la produzione o l'utilizzo di carburanti puliti come GNL, metanolo verde, ammoniaca e idrogeno marino?

I porti hanno un ruolo rilevante nella transizione energetica. Essi rappresentano necessariamente degli hub per la produzione, stoccaggio e fornitura dei carburanti di transizione e di quelli alternativi, come lo sono stati per i carburanti tradizionali. Inoltre, i porti devono diventare luoghi di produzione, stoccaggio e transito di energia prodotta da fonti rinnovabili, con la quale alimentare, tra l'altro, gli impianti di cold ironing. Infine, i porti possono ospitare le attività industriali e logistiche legate all'offshore.

Quali sono le prossime iniziative o progetti che ONTM intende promuovere per integrare sostenibilità, gestione energetica e innovazione nel futuro dei porti italiani?

ONTM intende esercitare un ruolo di facilitatore ed aggregatore delle comunità portuali e locali. Una delle prime iniziative sarà quella di coinvolgere le Autorità di Sistema Portuale ed i Comuni che ospitano tali Autorità per affrontare ed approfondire le varie tematiche relative al rapporto Porto – Città. Le transizioni ecologica, energetica e digitale, oltre alla innovazione ed alla Blue Economy, saranno al centro delle prossime attività.

In che modo Porti d'Italia potrà contribuire alla diffusione di standard uniformi per lo sviluppo di energy hub portuali sostenibili?

Uno degli obiettivi prioritari della riforma, se non quello principale, è il coordinamneto e la promozione del sistema portuale italiano nel suo complesso attraverso Porti d'Italia SpA. Questo dovrebbe portare anche ad una omogeneizzazione dei percorsi di sviluppo, quanto meno dal punto di vista energetico ed ambientale. E' del tutto evidente, però, che i porti italiani hanno caratteristiche infrastrutturali e funzionali differenti. Accanto ad una auspicata standardizzazione di alcune iniziative, vi saranno necessariamente delle azioni diversificate. L'importante è che ciò avvenga nell'ambito di scelte legate ad una strategia nazionale condivisa a livello territoriale.

Quanto sarà determinante l'integrazione tra digitalizzazione, nuovi carburanti green e interoperabilità dei sistemi per rendere i porti italiani sostenibili e competitivi a livello europeo?

Oggi la sostenibilità è certamente diventata un fattore anche di competitività. Quanto più un porto riesce ad integrare digitalizzazione, sostenibilità ambientale ed energetica con i fattori tipici della "port competition" tanto più rappresenterà una risorsa per il sistema portuale e per la comunità locale affermandosi anche nello scenario europeo ed internazionale.

Intervista di Elena Veronelli