E&S PoliMi: "Biometano coprirà solo 60% obiettivo PNIEC 2030"

25 giu 2025
Il Direttore Scientifico Maccarrone: "Fondamentale supportare settore per sostenibilità, sicurezza energetica e sviluppo industriale del Paese".

Nonostante lo slancio alla fiera del biometano dato dal DM 2022, anche nello scenario più ottimistico la capacità complessivamente realizzata coprirà al massimo il 60% dell'obiettivo di consumo previsto dal PNIEC per il 2030. È una delle evidenze emerse dall'Hydrogen and Alternative Fuels Report 2025, redatto dall'Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e presentato in un confronto con le aziende partner della ricerca.

"Il biometano si conferma come un tassello strategico della transizione energetica. È dunque fondamentale continuare a supportare e valorizzare questo percorso, affinché il settore possa consolidarsi e contribuire in modo sempre più rilevante agli obiettivi di sostenibilità, sicurezza energetica e sviluppo industriale del Paese: i policy maker deve inviare segnali chiari e tempestivi, per ridurre l'incertezza e permettere una pianificazione. Inoltre, potrebbe essere opportuno individuare soluzioni che stimolino la domanda da parte dei clienti, in particolare quelli più energivori", commenta Paolo Maccarrone, Direttore Scientifico del Report.

Nel dettaglio, si legge in una nota di E&S PoliMi, il report analizza i diversi settori in cui sono imprescindibili i combustibili alternativi, come l'aviazione e il comparto marittimo, descrivendone prospettive e stato dell'arte: dal 1° gennaio 2025 sono entrati in vigore due regolamenti europei per la decarbonizzazione dei trasporti pesanti, il ReFuelEU Aviation (RFEUA) per l'aviazione e il FuelEU Maritime (FEUM) per il comparto marittimo: diversamente dal RFEUA, il FEUM non impone l'adozione di carburanti specifici, ma si basa sul principio della neutralità tecnologica.

Nel trasporto marittimo, continua però lo studio, non tutti i carburanti alternativi sono compatibili con le tecnologie di bordo e le infrastrutture portuali: lo sono le versioni sostenibili del diesel, ma non lo sono il gas naturale, il metanolo, l'ammoniaca e l'idrogeno. "È dunque necessario un forte coordinamento tra tutti gli attori della filiera, dagli operatori navali ai fornitori di carburanti, dalle autorità portuali ai gestori dei servizi portuali affinché la transizione energetica avvenga lungo una traiettoria condivisa e coerente", spiega Maccarrone.

Per quanto riguarda i settori industriali hard-to-abate e quello civile, si legge, la normativa europea si limita a fissare obiettivi generali di riduzione delle emissioni e di progressiva penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili: in Italia, il PNIEC prevede entro il 2030 il consumo di 4 miliardi di metri cubi di biometano per usi termici, con particolare attenzione agli impieghi industriali, e una quota di idrogeno rinnovabile pari al 54% dei consumi di idrogeno nell'industria.

"Dal punto di vista tecnologico, il biometano, sostituto diretto del gas naturale, risulta pienamente compatibile con le infrastrutture esistenti. Inoltre, presenta un differenziale di costo contenuto, anche grazie al DM 2022. Tuttavia, la disponibilità sul mercato è ancora limitata e la sua scalabilità bassa", aggiunge Maccarrone.

Con la pubblicazione dei risultati della quinta asta, spiega la nota, nel mese di aprile 2025 si è concluso l'iter applicativo del DM 2022, nato con l'obiettivo di sostenere la realizzazione di nuovi impianti di biometano: mentre le prime quattro aste avevano riscosso un successo piuttosto limitato, nella quinta il contingente disponibile è stato quasi completamente assegnato, complici la scarsa partecipazione alle aste precedenti per l'attesa pubblicazione di altre misure di sostegno (come il decreto sui prezzi minimi garantiti per l'energia elettrica prodotta e il FER 2), e i tempi di realizzazione più rapidi che favoriscono il completamento dei lavori entro il termine per accedere ai contributi in conto capitale finanziati dal PNRR (30 giugno 2026).

Dei 298 progetti vincitori della quinta asta, solo i primi 148 in graduatoria avranno accesso al contributo in conto capitale, mentre 150 rimarranno esclusi a causa dell'esaurimento dei fondi stanziati: questo, si legge, potrebbe provocare un numero di rinunce molto elevato, perché le simulazioni economico-finanziarie indicano come il contributo sia un elemento cruciale per la sostenibilità tecnico-economica dei progetti. Per scongiurare questo rischio, il Governo ha presentato alla Commissione Europea una proposta di revisione del PNRR richiedendo l'ampliamento dei fondi e uno slittamento di sei mesi del termine ultimo per l'accesso ai contributi in conto capitale.

Dallo studio emerge dunque l'urgenza di ulteriori interventi a sostegno del settore, che potrebbero includere: una sesta asta nell'ambito del DM 2022 per assegnare la capacità residua, condizionata però all'approvazione da parte della Commissione Europea delle richieste italiane, l'introduzione di un nuovo decreto incentivante accompagnato da una revisione delle tariffe, o la proposta Biometano Release lanciata da Confindustria, ispirata allo schema Energy Release e volta a connettere i produttori di biometano con le industrie hard-to-abate.