ENEA: emissioni in crescita ma consumi fermi nel I semestre

04 ago 2025
Prezzi tra i più alti d'Europa. Cresce solo il fotovoltaico tra le rinnovabili. Target 2030 lontani per tutta l'area euro.

Dopo due anni e mezzo, tornano a crescere nel I semestre 2025 le emissioni di CO2 (+1,3%), nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti stazionari (gas +6%, petrolio -2%, generazione elettrica da rinnovabili -3%). Ad evidenziarlo è l'Analisi ENEA del sistema energetico nazionale, che rileva, inoltre, prezzi di elettricità e gas tra i più elevati in Europa e un trend negativo per la transizione energetica (-25%) misurato dall'indice ISPRED .

In particolare, si legge in una nota di ENEA, il prezzo dell'energia alla Borsa italiana (120 €/MWh media semestrale) è risultato doppio rispetto a quello di Spagna (62 €/MWh) e Francia (67 €/MWh). "Di fatto, ne risente la produzione industriale dei settori energy intensive, che resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quella dell'intera industria manufatturiera, già sui minimi di lungo periodo", spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che cura l'aggiornamento trimestrale.

Nel periodo gennaio-giugno, continua la nota, le fonti rinnovabili hanno registrato un forte calo della produzione idroelettrica (-20%) ed eolica (-12%), non compensato dall'aumento del fotovoltaico (+23%), che è cresciuto in linea con il progressivo incremento della capacità installata (+3,3 GW). I consumi di gas naturale sono stati invece sostenuti dal clima rigido del primo trimestre 2025, che ha spinto i consumi per il riscaldamento.

Una situazione, spiega ENEA, che rispecchia sostanzialmente il quadro europeo dove l'inverno rigido ha fatto salire il consumo di gas (+ 5%), mentre sono diminuite le rinnovabili (-3%), con il solo fotovoltaico in crescita (+20%). Segno positivo anche per la produzione di energia nucleare (+2%), legata all'aumento della produzione francese. "Nel complesso i consumi energetici dell'area euro sono stimati stazionari, e così le emissioni di CO₂, un dato in chiaro contrasto con la traiettoria necessaria per il target 2030 , che richiede un calo medio annuo di circa il 7%", sottolinea Gracceva.

A livello di settori, si legge, in Italia si rileva una contrazione dei consumi nei trasporti (-1%), concentrata nel primo trimestre, e un incremento nel civile (+3%), attribuibile principalmente all'aumento della domanda di gas per riscaldamento e alla maggiore domanda elettrica del settore terziario: nel complesso, nel semestre la domanda elettrica nazionale risulta in lieve aumento (+0,4%), confermando la sostanziale stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi energetici in Italia.

Il peggioramento dell'indice della transizione ENEA ISPRED è, secondo quanto emerso, da attribuirsi soprattutto alla componente decarbonizzazione. "Nei prossimi cinque anni le emissioni di CO2 dovranno scendere del 6%, quasi il doppio di quanto fatto negli ultimi 3 anni. Se la traiettoria delle emissioni seguisse il trend degli ultimi 3 anni il target 2030 sarebbe raggiunto non prima del 2035", prosegue Gracceva.

Sul fronte sicurezza energetica, e con particolare riferimento al gas, il sistema è risultato solido anche per la bassa domanda invernale: un contributo, si ricorda, è arrivato anche dall'entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, che a maggio e giugno ha portato il gas liquefatto ad essere la prima fonte di approvvigionamento di gas italiana (35% del totale), superando l'import dall'Algeria.

Sul mercato elettrico europeo, infine, il prezzo è pari a zero o negativo per un numero di ore al giorno sempre più elevato, fino a un massimo in Spagna con oltre 6 ore al giorno in media. "Si tratta di segnali di un eccesso di produzione di elettricità da fonti intermittenti, in primis il fotovoltaico, e di flessibilità non adeguata a gestire la variabilità delle rinnovabili. Ma è notevole come sul mercato italiano questi effetti risultino al momento radicalmente più contenuti, con prezzi zero solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud, a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all'ingrosso", conclude Gracceva.