UNEM, biocarburanti come alternativa chiave per la transizione energetica

13 giu 2025
Il Presidente Murano: "Servono politiche industriali chiare e un approccio più inclusivo per valorizzare un comparto in costante crescita". Articolo a cura di Daniela Marmugi

In un contesto europeo di profonda incertezza sul fronte della transizione energetica, i biocarburanti possono rappresentare una possibilità concreta e alternativa all'elettrico per accelerare il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. A dirlo è Gianni Murano, Presidente dell'Unione Energie per la Mobilità (UNEM), durante la conferenza stampa che ha preceduto l'annuale Assemblea dell'associazione.

I dati parlano chiaro: come illustrato da Murano, i biocarburanti crescono di circa il 3% ogni anno, a ritmi ben superiori rispetto a quelli del petrolio, e hanno già dimostrato di poter abbattere le emissioni inquinanti. L'introduzione dei biocarburanti ha infatti contribuito a far registrare, nel 2013, una riduzione delle emissioni pari al 13% rispetto ai livelli del 2005, nonostante l'incremento del 17% del parco circolante.

Tuttavia, ha fatto presente il presidente UNEM, nonostante la produzione globale di biocarburanti abbia raggiunto 170 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (tep), un'ampia percentuale del totale è prodotta negli Stati Uniti, Paese che in questo ambito continua a investire con decisione e continuità. Al contrario, l'Europa procede a passo incerto, con una strategia che spesso penalizza le alternative ai veicoli elettrici.

"La scelta normativa monocratica dell'Europa sta creando solo criticità e non opportunità. Abbiamo lavorato sinergicamente con le altre associazioni per una transizione coordinata e inclusiva. Ma senza una politica industriale chiara, rischiamo di perdere la leadership in un settore in cui l'Italia potrebbe primeggiare", ha detto Murano.

A supporto della sua posizione, il presidente UNEM ha citato la collaborazione in corso con il GSE per lo sviluppo di un nuovo protocollo d'intesa, e il lavoro portato avanti con il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per la promozione di una filiera nazionale dei biocarburanti, attraverso misure a sostegno della ricerca, della logistica e della distribuzione.

Inoltre, Murano ha sottolineato la necessità di intervenire sulla rete di distribuzione italiana, definita "vetusta e ridondante": con ben 317 operatori attivi, l'Italia possiede il maggior numero di punti vendita in Europa, ma con un'erogazione media per impianto nettamente inferiore a quella di Paesi come Germania e Francia. Se non si interviene per una razionalizzazione, secondo UNEM, entro il 2030 un terzo degli impianti rischia il fallimento.

Altro aspetto importante emerso nel corso della conferenza è la struttura del parco auto circolante: in Italia ci sono ancora 18 milioni di veicoli ante euro 5, che rappresentano circa la metà del totale. Con un tasso di motorizzazione di 694 auto ogni 1.000 abitanti, contro una media UE di 563, l'Italia potrebbe ridurre del 19% le emissioni semplicemente aggiornando il parco circolante al livello medio europeo.

A fare eco all'appello di Murano anche le parole di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, che nel corso della successiva Assemblea ha definito "inadeguato" il Piano di azione europeo sull'automotive. "Troppe lacune sia sulla neutralità tecnologica sia su un possibile contributo dei carburanti ecologici, che possono contribuire alla decarbonizzazione del parco circolante. Ed è per questo che ne facciamo argomento centrale dei nostri dossier, certamente in quello del settore auto che è strategico, non soltanto per l'industria dell'auto ma per tutte le altre industrie collegate alla produzione automobilistica, mi riferisco all'acciaio, alla chimica e alla microelettronica che poi compongono un'auto", ha commentato il ministro.

L'Italia, ha concluso Murano, possiede già tutte le competenze, le infrastrutture e le tecnologie necessarie per diventare un punto di riferimento europeo nel settore. I carburanti rinnovabili rappresentano una soluzione immediatamente disponibile, compatibile con il parco auto esistente e capace di contribuire fin da subito alla decarbonizzazione: se ben gestiti, i biocarburanti possono dunque essere non solo una leva per la transizione, ma un asset strategico per la competitività nazionale.

Articolo di Daniela Marmugi