L'associazione chiede politiche tecnologicamente neutre e competitive, capaci di valorizzare le filiere industriali italiane e di massimizzare i risultati della decarbonizzazione senza ricadute sulla competitività.
Resettare la politica del Green Deal con una proposta italiana, a partire da efficienza energetica, teleriscaldamento e recupero energetico dei rifiuti. Questa l'idea degli Amici della Terra (AdT) espressa nel corso della XVII Conferenza nazionale per l'efficienza energetica "Reset delle politiche climatiche europee per una transizione possibile".
Gli aggiustamenti introdotti dal Consiglio UE il 4 novembre scorso, si legge in una nota di AdT, si limitano a diluire gli impegni già mancati, confermando tuttavia gli obiettivi a medio-lungo termine: le contraddizioni restano quindi intatte, senza porre le basi per una nuova impostazione che massimizzi i risultati nella decarbonizzazione europea con obiettivi realistici.
I problemi del Green Deal
"L'analisi dei dati e dei risultati raggiunti dall'Unione Europea evidenzia con chiarezza una verità ormai difficilmente contestabile: il percorso delineato dall'European Green Deal si è rivelato inefficace e contraddittorio. Per chi ha espresso fin dall'inizio posizioni critiche verso l'impianto del Green Deal, il suo fallimento non rappresenta una sorpresa. Ma oggi, con una consapevolezza più diffusa anche sul piano istituzionale diventa imprescindibile avviare una riflessione basata su fatti, dati e responsabilità politiche", ha affermato Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra.
La riduzione dei consumi energetici e delle emissioni, continua la nota, è avvenuta a costo di deindustrializzazione e delocalizzazione degli stabilimenti più emissivi: dal 1990 al 2024, le emissioni mondiali di gas serra sono aumentate del 65%, i consumi energetici del 70% e il peso delle fonti fossili è oggi dell'81%, con un trend crescente.
Secondo l'associazione, non basta quindi correggere i limiti del Green Deal, occorre piuttosto abbandonarne l'impostazione ideologica, basata su un approccio catastrofista e condizionata dalle strategie economiche e geopolitiche globali: necessaria una nuova impostazione delle politiche energetico-climatiche europee basata su neutralità tecnologica, obiettivi realistici e priorità all'efficienza energetica, valorizzando il ruolo di pompe di calore, teleriscaldamento, recupero energetico dei rifiuti, biocarburanti e sinergie con le filiere industriali italiane ed europee.
Nel dettaglio, la Presidente Tommasi ha sottolineato l'urgenza di bloccare nuovi incentivi alle rinnovabili elettriche finanziati con gli oneri di sistema, per alleviare l'alto costo dell'elettricità, fattore chiave del fallimento dell'elettrificazione dei consumi.
Efficienza energetica
Sull'efficienza energetica, AdT evidenzia come sia centrale rilanciare i certificati bianchi. "È necessario incentivare le imprese a investire nei miglioramenti dei processi produttivi: politiche così concepite portano, con costi sostenibili, a riduzione delle emissioni e aumento della competitività. Strumenti chiave sono il rilancio dei TEE e l'evoluzione delle misure come Transizione 5.0, sulla base delle esperienze maturate", ha chiarito Tommasi.
Enrico Bonacci, membro della Segreteria tecnica del dipartimento energia MASE, ha sottolineato l'attenzione del ministero a strategie di efficienza energetica oltre i certificati bianchi e ha annunciato il rilancio del Fondo nazionale per l'efficienza energetica con strumenti strategici.
Teleriscaldamento
Il teleriscaldamento, si legge, mostra potenziale di sviluppo grazie all'integrazione di nuove fonti energetiche: Tommasi evidenzia la necessità di opere infrastrutturali importanti, regole coerenti nel medio-lungo periodo e interventi a favore degli utenti vulnerabili.
Il presidente AIRU Alessandro Cecchi ha ricordato come il teleriscaldamento valorizzi peculiarità italiane come il recupero di calore dai data center, l'uso della geotermia e la cogenerazione ad alto rendimento, con un potenziale cinque volte superiore all'attuale.
Recupero energetico dei rifiuti
Secondo AdT, il recupero energetico dei rifiuti può ridurre significativamente le emissioni di gas serra: serve un sistema impiantistico adeguato alla realtà italiana, a partire dai termovalorizzatori, la cui assenza ha incrementato l'uso delle discariche e le emissioni di metano, come evidenziato dal Rapporto ISPRA.
Infine, l'assessora Sabrina Alfonsi ha illustrato il Piano ambientale del Comune di Roma, con cinque nuovi impianti, tra cui il termovalorizzatore che tratterà 600 mila tonnellate annue di rifiuti non riciclabili, produrrà energia elettrica e termica e integrerà biodigestori, impianto fotovoltaico, sistemi di cattura CO₂ e aree per ricerca e didattica. Il cantiere partirà a primavera e avrà una durata di 32 mesi.

