Ascomac Cogena per la Generazione distribuita di energia e la Decarbonizzazione: Il Parlamento modifichi la normativa sulle reti energetiche private

16 ott 2013
La recente interrogazione parlamentare dei CapiGruppo della X Commissione del Senato al Ministro Zanonato, in materia di Sistemi Efficienti di Utenza di cui al D.Lgs. n. 115/2008 e smi, impone una seria ed attenta riflessione, non tanto e non solo sulla puntualità dell’attività regolatoria dell’AEEG, ma e soprattutto, sul ruolo della generazione distribuita di energia, sulle reti energetiche intelligenti e sull’efficienza degli usi finali dell’energia.

Il tema in questione non è (solo) il ritardo nella attuazione delle norme da parte delle Autorità e più in generale degli Enti preposti ma la rimozione da subito, attraverso la liberalizzazione della distribuzione con regole certe e chiare, di tutti quegli elementi di discriminazione e di limitazione della concorrenza che diversi provvedimenti, succedutisi nel tempo in via disomogenea e non coordinata, contengono. Il caso delle reti elettriche private e dei sistemi efficienti di utenza è emblematico.

 

Peccato che alcuni Operatori del settore se ne accorgano solo ora e con grande (grave) ritardo. Forse distratti da conti energia, tariffe omnicomprensive, sussidi vari etc. etc.

Ma, come diceva il Maestro Manzi “non è mai troppo tardi”. E il cliente finale a guardare, ma e soprattutto a pagare.

 

“Prendersela”, da parte del Legislatore, con l’AEEG può avere certamente un “effetto Immagine”,  anche se la prima domanda posta nella interrogazione dal Legislatore al Sig. Ministro dello sviluppo economico non tiene conto del fatto che l’accesso alla rete da parte del SEU (versione 2008, D.Lgs. n. 115/2008)  era regolato legislativamente dal principio della “energia scambiata”  e che due anni dopo tale regime è stato modificato (grazie alle azioni intraprese per eliminare le discriminazioni di accesso alla rete con obbligo di connessione di terzi  contenute nell’art. 33, Legge n. 99/2009 in materia di RIU reti interne di utenza): per i SEU si è tornati, ristabilendo un principio di diritto, dal regime dello “scambiato”  a quello  del “prelevato” come è equo e corretto che sia (novella legislativa del 2010, D.Lgs. n. 56/2010). Pertanto, gli anni di ritardo, semmai, sono tre e non più cinque. E, in questo quinquennio, di norme se ne sono viste tante, se non troppe, tutte finalizzate a “salvaguardare i diritti acquisiti” più che a traguardare il futuro di figli e nipoti.

 

In ogni caso, solo e soltanto numeri. L’Autorità Antitrust,  adita dalla nostra Federazione, in occasione del recepimento della Direttiva 2009/72/CE,  accogliendo le tesi da noi esposte,  ha inviato nel 2011 una segnalazione al Governo ed al Parlamento ivi compreso il Presidente della X Commissione del Senato, formulando alcuni rilievi riguardo alle possibili distorsioni della concorrenza derivanti dalla attuale disciplina dei sistemi di distribuzione chiusi:

 

Tenuto conto

del principio di diritto, in base al quale Solo nel caso di prelievi dalla rete pubblica, gli utenti della rete privata usufruiranno di servizi di trasmissione e distribuzione lungo la rete pubblica. Tali utenti possono quindi essere soggetti al pagamento di un corrispettivo per tali servizi, nonché di una quota degli oneri generali di sistema, sulla base dei prelievi dalla rete pubblica”

 

Al Governo

  1. 1.      “Alla luce dell’evoluzione tecnologica e delle crescente domanda di tecnologie di generazione che riducano l’emissione di gas inquinanti, l’Autorità ritiene che le scelte di fondo riguardo al modello di organizzazione del sistema elettrico debbano essere prese all’interno della strategia energetica nazionale, che deve disegnare un quadro coerente all’interno del quale il processo concorrenziale possa individuare il mix di tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato”.

Giova ricordare, sul punto, che la SEN – nel documento elaborato dal Governo Monti - o altri provvedimenti governativi in materia di energia, nulla hanno detto né previsto al riguardo. Eppure il tema delle reti energetiche private è strategico per la diffusione della generazione distribuita e del risparmio energetico attraverso la cogenerazione. Soluzione impiantistica – Impianto/Rete da sempre sostenuta pubblicamente da Ascomac Cogena e motivata in documenti ufficiali.

 

Al Parlamento

  1. 2.      “Sulla base di questi rilievi, l’Autorità auspica una revisione della normativa riguardante i sistemi di distribuzione chiusi, volta ad eliminare qualsiasi discriminazione tra RIU ed altre reti elettriche private e a non introdurre ingiustificate limitazioni alla concorrenza tra differenti modalità organizzative delle reti elettriche e tra differenti tecnologie di generazione”.

Ad oggi il Parlamento, a seguito del recepimento della direttiva 2009/72/UE con il D.Lgs. n. 93 del 2011, art. 38, comma 5, non ha tenuto conto alcuno della segnalazione Antitrust.

 

Per dovere di cronaca, giova ricordare che il Governo, in occasione del recepimento della Direttiva 2009/72/UE, nel testo presentato al Parlamento non aveva previsto neppure l’attuazione dell’art. 28 sui Sistemi di distribuzione chiusi. Il Parlamento, successivamente, in via formale ha attuato l’art. 28 della Direttiva con l’art. 38, comma 5 del D.Lgs. n. 93.  limitando formalmente e sostanzialmente la concorrenza e introducendo discriminazioni tra reti elettriche,  “salvaguardando i diritti acquisiti”.

 

In conclusione

 

  • Se è corretto richiedere nei tempi previsti l’attuazione delle leggi, in questo caso all’AEEG

 

  • è altrettanto corretto, anzi doveroso da parte dei Rappresentanti eletti in Parlamento rimuovere limitazioni della concorrenza prodotte dalle stesse leggi da essi stessi approvate
    • In tal senso già dal 2008 Ascomac Cogena, a partire dai SEU, ha formulato una serie di proposte finalizzate a riqualificare i sistemi efficienti di utenza attraverso la presenza contemporanea dell'impianto alimentato da fonti rinnovabili e di unità di cogenerazione ad alto rendimento (che rendono programmabili e stabilizzano le fonti non programmabili), la previsione di una rete senza obbligo di connessione a terzi e la previsione di uno o più clienti finali o gruppi di clienti finali (Si pensi, ad esempio, ad una rete privata a servizio dei condomini o degli esercizi localizzati in un centro commerciale, che oggi, pur in presenza di autoproduzione di energia elettrica, la acquistano dalla rete con obbligo di connessione di terzi).

 

  • Gli effetti della discriminazione e conseguente limitazione della concorrenza tra reti energetiche, a danno delle reti private, si traducono di diritto e di fatto nella riduzione delle opportunità di crescita per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e in cogenerazione ad alto rendimento - che quindi sarebbero limitate ai sistemi di auto-approvvigionamento e agli impianti che immettono l’energia prodotta nella rete pubblica. Proprio quella immissione in rete, incentivata, che tanti problemi ha causato e sta causando al sistema elettrico nazionale.

In altri termini, si limita lo sviluppo del nuovo paradigma energetico costituito dalla generazione distribuita di energia trasferita e utilizzata in sito da reti energetiche intelligenti,  finalizzato alla indipendenza energetica ed alla decarbonizzazione del Paese.

 

L’AEEG è in ritardo di tre anni. Il Parlamento di circa tre. L’Antitrust già da due anni ha segnalato al Governo e al Parlamento la questione.

Sommando i ritardi, purtroppo il risultato non cambia: in cronico e puntuale ritardo, anzi a perdere, e non solo tempo, è sempre e comunque l’Italia.

 

ASCOMAC

Via Isonzo, 34 

0198 Roma

Tel. 06 20369638 (r.a.)  Fax 06 20369376

ascomac@ascomac.it   –  www.ascomac.it