Il Direttore Generale Soria lancia l'allarme sugli effetti delle normative europee e annuncia uno studio strategico per quantificare il gap competitivo.
"I nostri porti sono nell'occhio del ciclone di una tempesta regolatoria perfetta". Con queste parole Dario Soria, Direttore Generale di Assocostieri, ha sintetizzato la situazione critica del settore marittimo italiano durante il convegno "Indipendenza energetica – Governare la transizione: ETS ed ETS2, quale impatto per l'Italia", tenutosi alla Camera dei Deputati.
Nel dettaglio, si legge in una nota di Assocostieri, Soria ha messo in luce come l'applicazione asimmetrica delle normative europee stia compromettendo gravemente la competitività del sistema nazionale. "Siamo di fronte a un paradosso normativo, in cui l'Italia, applicando in modo più rigoroso rispetto ad altri Paesi europei regolamenti come ETS, ETS2, RED III, FuelEU Maritime, ReFuelEU Aviation, AFIR, Tassonomia, Area SECA del Mediterraneo ed ETD, si trova in una posizione di svantaggio competitivo strutturale", ha spiegato.
Bunkeraggio: nell'ultimo anno registrato -14%, trend negativo strutturale
I dati preliminari, continua la nota, evidenziano come il bunkeraggio italiano abbia subito un calo del 14% nell'ultimo anno, passando da 2,7 a 2,3 milioni di tonnellate. A confronto la Spagna, pur avendo un traffico passeggeri pari a un terzo di quello italiano, movimenta quasi 8 milioni di tonnellate di bunker, circa quattro volte il volume italiano. Questa contrazione dei volumi si traduce in una perdita economica stimata di oltre 120 milioni di euro per i principali scali nazionali, con ripercussioni a cascata sull'intero indotto portuale.
"Quello che stiamo osservando non è una semplice fluttuazione di mercato ma un trend strutturale preoccupante. Non si tratta soltanto di numeri ma di posti di lavoro, investimenti strategici e capacità di attrarre traffico internazionale. Stiamo assistendo a una progressiva marginalizzazione dei porti italiani nelle rotte internazionali, con conseguenze che si estendono ben oltre il settore marittimo, colpendo l'intera catena logistica nazionale", ha aggiunto Soria.
Un esempio emblematico dell'asimmetria nell'applicazione delle normative rispetto agli altri Paesi europei è l'obbligo bio sul bunkeraggio internazionale previsto dalla Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED III): mentre l'Italia ha fissato un obiettivo del 29% al 2030, Spagna, Germania e Danimarca optano per lo 0%, il Portogallo per un 18% e Malta e Cipro possono limitare il contributo dei combustibili marittimi al 5% del consumo totale.
"Queste differenze non sono dettagli tecnici marginali, ma fattori determinanti nelle scelte logistiche degli armatori internazionali, che privilegiano naturalmente i porti dove possono operare con costi inferiori e regole meno onerose". L'ingresso del Mediterraneo in Area SECA (Sulphur Emission Control Area) dallo scorso maggio, ha aggiunto il Direttore, ha ulteriormente accelerato questo fenomeno di dirottamento del traffico, riducendo ulteriormente i margini operativi e la redditività degli scali italiani.
Assocostieri, in arrivo studio su impatto asimmetria normativa
Per quantificare con precisione l'impatto di questa asimmetria normativa e fornire alle istituzioni una base solida su cui elaborare strategie correttive, si legge, Soria ha annunciato la presentazione di uno studio approfondito, che analizzerà in dettaglio i volumi e le toccate dei principali porti europei, offrendo un confronto diretto tra gli scali italiani e quelli dei principali competitor continentali.
Lo studio esaminerà le tendenze degli ultimi cinque anni, le proiezioni future e l'impatto economico complessivo delle asimmetrie normative sul sistema-Paese, e includerà un'analisi comparativa delle politiche adottate dai principali Paesi europei, valutando l'efficacia delle diverse strategie di implementazione delle normative comunitarie.
"I dati che emergeranno documenteranno con evidenze concrete quanto sia a rischio la nostra competitività e l'urgenza di adottare regole equilibrate, coerenti con gli standard europei. Non si tratterà solo di una fotografia della situazione attuale ma di uno strumento prospettico che permetterà di valutare l'impatto a medio e lungo termine delle scelte normative sul futuro della portualità italiana", ha aggiunto Soria.
L'appello al Governo
Il Direttore Generale ha poi sottolineato come il declino del bunkeraggio italiano abbia ripercussioni che vanno ben oltre il settore specifico, coinvolgendo l'intera filiera logistica e compromettendo la capacità del Paese di fungere da hub per il traffico internazionale: l'impatto si estende infatti anche al settore turistico, con una riduzione stimata del 4% negli arrivi internazionali via mare nei principali porti italiani, e al comparto industriale, con un incremento dei costi logistici per le imprese manifatturiere che utilizzano il trasporto marittimo per l'approvvigionamento di materie prime o l'esportazione dei prodotti finiti.
"Non chiediamo privilegi o deroghe agli obiettivi ambientali, ma un level playing field che permetta ai nostri operatori di competere ad armi pari con gli altri Paesi europei. La transizione energetica è un obiettivo condivisibile e necessario ma deve essere perseguita in modo armonizzato a livello europeo, senza creare distorsioni competitive che penalizzano alcuni Paesi a vantaggio di altri", ha detto.
L'associazione ha chiesto al governo un approccio più pragmatico e graduale nell'implementazione delle normative europee, che tenga conto delle specificità del sistema portuale italiano e della sua importanza strategica per l'economia nazionale. "Servono misure di compensazione e supporto per gli operatori italiani che permettano di affrontare la transizione senza compromettere la competitività del settore", ha concluso Soria.

