
Osservatorio Utilities Agici – Accenture, XXI Edizione
I punti salienti del Workshop del 2 febbraio 2021:
- In un contesto economico globale segnato dalla crisi generata dalla pandemia di Covid, il comparto delle Utility si è mostrato particolarmente resiliente.
- I ricavi 2020 delle Utility italiane sono scesi del 10,4%: riduzione significativa per i Gruppi Energetici (-12,2%) e più contenuta per le Multiutility (-2,1%) e i Gruppi Rinnovabili (-2,4%). In aumento del 4,8%, invece, il fatturato degli Operatori di Rete.
- L’EBITDA aggregato degli operatori italiani nel 2020 è sostanzialmente in linea con l’anno precedente, con la sola esclusione di pochi player attivi nell’Oil&Gas.
- È attesa un rilevante aumento dei ricavi aggregati dal 2021 al 2023, con una crescita media annua del 7,7%.
- Le Utility italiane hanno investito 15 miliardi di € nel 2020 (-10% sul 2019).
- È prevista una forte ripartenza degli investimenti delle Utility in Italia: le principali aziende nazionali hanno pianificato di investire 65 miliardi di € al 2023 (mediamente 22 miliardi di € l’anno con una crescita di oltre il 40%).
- Per la ripartenza le Utility puntano a una forte accelerazione degli investimenti in sviluppo FER e digitalizzazione; è in atto una revisione delle strategie di investimento e di gestione del portafoglio delle aziende attive nel settore dell’Oil e nel carbone.
- Tra gli altri elementi trainanti per la ripartenza emerge il crescente ruolo del gas naturale, dei sistemi di storage e dell’idrogeno rinnovabile a garanzia della stabilità e flessibilità del settore elettrico.
- In Europa, in crescita con un CAGR del 4,9% il fatturato aggregato 2020-2023 delle 18 maggiori Utility dopo la flessione del 5% stimata nel 2020, al netto di operazioni straordinarie. Investimenti stimati per il 2020 pari a 60,9 miliardi di € (+2,7% sul 2019) e programmati per il periodo 2021-2023 per 131 miliardi di €, circa 44 miliardi di € l’anno.
Nel 2020 il comparto delle Utility, nonostante sia stato profondamente impattato dalla crisi generata dalla pandemia di Covid-19 come tutti i settori industriali, è stato tra i più resilienti del sistema produttivo nazionale e internazionale. Non tutte, però, le performance economico-finanziare dei player si sono dimostrate positive, vista la frenata della produzione industriale che ha determinato un calo della domanda di energia e di servizi annessi.
Il XXI Workshop dell’Osservatorio Agici-Accenture che si è svolto questa mattina è partito da questo scenario per parlare del futuro di un settore destinato a mutare già dal 2021.
Nei prossimi anni è, infatti, atteso uno sviluppo positivo sia per le società italiane che per quelle europee come confermano i nuovi piani strategici presentanti da quasi tutte le società analizzate nel corso del 2020/2021.
Si sono espressi in tal senso anche i relatori con i loro interventi: Marco Carta (AGICI), Luca Matrone (Intesa SanPaolo), Claudio Arcudi (Accenture), Simone Mori (Enel), Gianni Vittorio Armani (A2A), Massimo Bonato (ACEA) ed Enrico De Girolamo (CVA).
Il Workshop è stato anche l’occasione per presentare i risultati principali dello Studio 2020 sullo stato di salute economica e finanziaria e sulle strategie d’investimento dei principali player energetici italiani ed europei, che possono essere così sintetizzati:
- Per gli operatori italiani si stima per il 2020 una sensibile contrazione dei ricavi aggregati, passati da 193,6 miliardi di euro del 2019 a 173,5 miliardi di euro del 2020, segnando una riduzione del 10,4%. A incidere maggiormente sulla performance negativa è il cluster dei Gruppi Energetici (-12,2%), seguito da Gruppi Rinnovabili (-2,4%) e Multiutility (- 2,1%). Gli Operatori di Rete, invece, sono stati gli unici a presentare una crescita attesa positiva dei ricavi (+4,8%).
- L’EBITDA aggregato delle società italiane nel 2020 è atteso in calo del 15,2%. Tale riduzione è imputabile esclusivamente a Eni a causa della drastica riduzione dei prezzi di petrolio e gas (-37% e -45% rispettivamente nei primi nove mesi del 2020 e al medesimo periodo del 2019) generata dal Covid-19. Sostanzialmente in linea con il 2019, invece, si stima l’EBITDA dei Gruppi Rinnovabili, e in lieve crescita il risultato sia delle Multiutility (+0,6%) che degli Operatori di Rete (+2,8%).
- In riduzione del 13,6% è atteso l’utile netto aggregato per i player italiani: contrazione del 13,0% per i Gruppi Energetici, ad eccezione di Edison e Enel, e del 14,0% per le Multiutility. In linea con il 2019 si stimano i risultati dei Gruppi Rinnovabili e degli Operatori di Rete.
- I ricavi aggregati 2020-2023 delle Utility italiane sono previsti in crescita con un CAGR del 7,7%, passando da un totale di 162,9 miliardi di € nel 2020 a 203,4 miliardi di € nel 2023.
- In calo del 10% risultano gli investimenti aggregati realizzati nel 2020 dagli operatori italiani rispetto al 2019. Tale riduzione è in realtà ascrivibile a poche aziende del campione e a specifiche condizioni di mercato. In particolare, nel 2020:
- Per le multiutility si stima un aumento degli investimenti del 9%, favorite dalla presenza in più comparti di business che ha consentito di diversificare il rischio tra i vari settori di attività e di sfruttare le sinergie legate soprattutto alle attività regolate, dove gli investimenti godono di una remunerazione certa.
- Per i Gruppi Rinnovabili è attesa una riduzione del 14% principalmente imputabile al rallentamento delle attività di sviluppo greenfield degli impianti FER.
- Per i Gruppi Energetici si stima una riduzione del 19% delle risorse allocate, influenzata principalmente da Eni che nel 2020 ha tagliato del 35% il capex in risposta alla crisi senza precedenti in termini di riduzione di prezzo e di domanda che ha colpito il settore Oil&Gas a livello globale.
- Per gli operatori di rete è previsto un aumento del 6% degli investimenti realizzati. Tale risultato positivo dipende dal fatto che questi player operano quasi esclusivamente in business regolati, dove l’elemento centrale degli investimenti è costituito dalla remunerazione certa.
- Quasi tutti i player italiani hanno presentato nel corso del 2020 e a inizio 2021 nuovi Piani Strategici, programmando complessivamente investimenti per il periodo 2021-2023 di circa 65 miliardi di €. Le strategie di tali aziende sono orientate, oltre che al business delle reti, al quale sarà destinato la maggior parte delle risorse pianificate, allo sviluppo di business quali trattamento rifiuti e riciclo di materia in ottica di economia circolare, della generazione da FER ed efficienza energetica.
- In flessione del 5% sono attesi i ricavi aggregati delle Utility europee nel 2020, attribuibile sia al segmento Gruppi Integrati (-4,9%) che al segmento Rinnovabili (-9,2%). L'aggregato dei ricavi totali previsti, invece, passerà da circa 421,7 miliardi di € nel 2020 a circa 486,3 miliardi di € secondo le stime degli analisti (CAGR +4,9%). In termini di magnitudo, la maggior parte della crescita deriverà dalla performance del 2020, principalmente grazie al consolidamento di innogy da parte di E.On e di Uniper da parte di Fortum.
- In aumento del 2,7% sono le risorse allocate nel 2020 delle Utility europee. Tali investimenti, a differenza del contesto italiano, non sono stati trainati principalmente dalle reti, ma anche dallo sviluppo di nuovi impianti FER, nonostante il rallentamento delle attività di costruzione.
- Gli investimenti aggregati programmati dagli operatori europei per il periodo 2021-2023 ammontano a 131 miliardi di €. In generale, le maggiori risorse saranno allocate nello sviluppo delle FER per l’incremento della capacità eolica e fotovoltaica e la manutenzione degli impianti idroelettrici e nella digitalizzazione delle reti. Gli investimenti nelle fonti convenzionali, pari a 9 miliardi di €, riguarderanno, da un lato, la manutenzione degli impianti nucleari, dall’altro lo sviluppo di nuova capacità di gas naturale, fondamentale per garantire stabilità al sistema nella transizione verso le FER
In generale, tutte le Utility, sia italiane che europee, hanno mostrato l’abilità di sapersi adattare alla continua evoluzione del settore in cui operano. Le strategie dei player, infatti, sono orientate sempre più allo sviluppo delle FER e dei business legati all’Economia Circolare. Inoltre, la maggior parte di essi non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di svolgere un ruolo centrale nel settore energetico, ossia quello di garantire la stabilità del sistema elettrico. L’importante incremento previsto della capacità FER dovrà, infatti, necessariamente essere accompagnato da interventi volti a garantire che tale sviluppo avvenga in assenza di criticità per il settore elettrico. A tal fine, diverse sono le soluzioni programmate dalle società, quali: l’incremento della capacità a gas, anche tramite la conversione degli impianti a carbone, la realizzazione di sistemi di storage su ampia scala e lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di idrogeno rinnovabile.
Come ha affermato durante il Workshop Marco Carta, Amministratore delegato di AGICI, “Le Utilities continuano a rafforzare il loro ruolo di architrave per una ripartenza economica del Paese basata su sostenibilità, innovazione, circolarità e creazione di valore condiviso tra aziende, territori e persone. Le imprese italiane hanno reagito con prontezza e forza alla crisi economica in atto e agli stimoli dell’Unione Europa – ha continuato Carta – varando piani strategici ambiziosi come mai prima in termini di investimenti e attenzione allo sviluppo e all’ambiente. Occorre un’azione di politica economia coordinata, forte e coesa per trasformare queste ambizioni in realtà: le risorse manageriali, finanziarie e tecnologiche delle Utilities, infatti, sono disponibili qui e ora”.
“Transizione energetica e sostenibilità sono le parole chiave che emergono dallo Studio. Accelerare su questi due temi significa accelerare la ripresa economica del Paese. In questo contesto il settore Energy & Utility può e deve diventare il motore della ripartenza ponendosi non solo come recettore di investimenti mirati, ma anche come abilitatore del cambiamento per l’intero ecosistema e, in primis, per la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese” ha dichiarato nel suo intervento Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utilities di Accenture Italia. “Indirizzando le linee strategiche del PNRR è possibile, infatti, riqualificare l’offerta del settore creando nuovi servizi digitali orientati alla sostenibilità e all’efficienza per incrementare la competitività delle PMI e innovare la PA”.
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