DA CHEM-MED 2011 IL MESSAGGIO PER UNA CHIMICA SEMPRE PIU' VERDE

07 ott 2011
Negli ultimi anni la chimica ha fatto grandi passi in avanti per diventare sempre più sostenibile e compatibile con l’ambiente. Basti pensare che, solo in Italia, negli ultimi vent’anni l’industria del settore ha ridotto gli effluenti nell’acqua del 70% e le emissioni nell’aria di oltre il 90%. Ed è proprio questa la strada da continuare a seguire da parte delle aziende del nostro Paese, che vedono in questa nuova concezione della chimica anche un’opportunità di sviluppo e ripresa. Il messaggio arriva da Chem-Med 2011,l’evento internazionale della chimica, che si conclude oggi a fieramilanocity dopo tre intensi giorni di business e dibattiti. Questa mattina, nell’ambito della sessione congressuale "Analisi dei processi chimici dal punto di vista dell’effetto sull’ambiente" è intervenuto, tra gli altri, Angelo Albini, dell’Università degli Studi di Pavia, che ha dichiarato: "Negli ultimi anni, la sostenibilità è divenuta la parola d’ordine e la motivazione per tutti gli interessi coinvolti nel mondo industriale. In particolare, l’industria chimica si è trovata all’avanguardia nell’includere la sostenibilità nelle sue operazioni. La ricerca accademica e industriale ha dimostrato che, applicando la chimica verde, è possibile migliorare l’effetto sull’ambiente diminuendo la quantità di materie prime o energia usate, minimizzando le emissioni, introducendo risorse rinnovabili, adottando nuove tecnologie. L’industria ha inoltre accresciuto la trasparenza dei report ambientali in modo da soddisfare la crescente richiesta della società, e si è mossa per sviluppare strumenti per l’analisi del tempo di vita dei prodotti per valutare quale effetto economico avesse l’introduzione di processi più sostenibili nelle loro attività. Infine - ha concluso Albini - considerato che utilizzando modelli economici adatti si contribuisce alla generazione di profitti economici e alla remunerazione dei profitti, gli investitori finanziari hanno sviluppato schemi che coprono un ampio raggio di indicatori ambientali, sociali ed economici per misurare il contributo della sostenibilità, stimolando il dibattito nell’industria e, in qualche caso, anche favorendo pratiche industriali più verdi". La conferma della "convenienza" economica della chimica verde è arrivata da Andrea Ricci di Sam Zurich, secondo cui "negli ultimi anni anche gli investitori sono diventati particolarmente attenti agli aspetti di sostenibilità ambientale delle aziende chimiche". Fabio Fava, del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, ha aggiunto: "L’industria chimica deve sempre più muoversi verso l’adozione di processi di conversione selettivi e sostenibili, quali quelli biologici, e l’uso di biomasse quali materie prime alternative al petrolio, costoso e inquinante. In diversi Paesi europei si stanno sperimentando le prime bioraffinerie, che producono composti chimici e materiali bio-based unitamente a biocombustibili da colture vegetali dedicate. Alcune di queste, o configurazioni modificate delle stesse, potrebbero essere alimentate con sottoprodotti, rifiuti ed effluenti agroalimentari, tutte matrici ad alto impatto ambientale accumulate in Italia e in Europa, che possono essere feedstock economici per la produzione di alcuni composti chimici, materiali e combustibili per la moderna industria chimica, tessile e dell’energia. I sottoprodotti agroalimentari, inoltre, possono fornire composti chimici e materiali naturali di interesse anche per la moderna industria alimentare e cosmetica". Nell’ambito di Watermed, l’area espositiva riservata a macchinari, tecnologie e strumentazione per i processi di trattamento, la distribuzione, l’engineering delle acque e dei reflui, questa mattina si è svolto un convegno sulla gestione e le tecnologie dell’acqua. Donato D’Agostino di Aispec, l’Associazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici di Federchimica, ha ricordato che "l’acqua è l’oro blu: è una risorsa preziosa e scarsa, di cui spesso si abusa. Una soluzione per migliorare la qualità e la salubrità delle acque arriva oggi dalla chimica". "La chimica può avere un ruolo molto importante in questo contesto - ha confermato Davide Chiuch di Cap Holding, società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato in 223 Comuni - Il suo apporto, ad esempio, è fondamentale per realizzare tubazioni e organi di intercettazione, membrane semimpermeabili che invecchiano più lentamente e per l’uso di additivi". Chiuch ha poi sottolineato che Cap Holding investirà, tra il 2012 e il 2014, oltre 127 milioni di euro per il miglioramento del servizio idrico. Un interessante studio sui vantaggi dell’impiego delle plastiche nel settore idrico in Italia è stato presentato da Alessandro Marangoni di Althesis-Plastic Europe. "Siamo partiti dalla premessa che in Italia i costi delle perdite delle reti idriche sono calcolabili in circa cinque miliardi di euro l’anno e la situazione è in continuo peggioramento - ha detto Marangoni - Il costo del 'non investire’ sarà quindi insostenibile nel lungo periodo. Per questo, abbiamo analizzato i possibili investimenti con l’utilizzo della plastica rispetto ai materiali tradizionali (ferro e cemento). Il risultato è stato sorprendente: l’uso della plastica negli acquedotti e nelle fognature porterebbe benefici pari a 116,5 miliardi di euro. I vantaggi della plastica non riguardano tanto il costo dei materiali, ma quelli di costruzione, manutenzione e ambientali. Riteniamo, quindi, che in futuro nuovi criteri di scelta dovrebbero guidare i decision maker". L’edizione 2011 di Chem-Med, che si conclude oggi, ha confermato il ruolo della manifestazione quale punto di riferimento per gli operatori del settore chimico particolarmente interessati al mercato del Sud Europa e del bacino del Mediterraneo. L’appuntamento con la prossima edizione è, sempre a Milano, dal 24 al 26 settembre 2013.