Oggi a Fieramilanocity primo giorno di Chem-Med, la fiera dedicata al mondo della chimica, che proseguirà fino a giovedì 26 ottobre
Con le acque reflue provenienti dai nostri rubinetti, sanitari ed elettrodomestici, viene inutilmente disperso negli scarichi fognari o in pozzi a perdere circa 25-30 kWh/anno di energia primaria. Tramite un adeguato trattamento di questa acque sarebbe possibile, quindi, il recupero di circa il 20-25% del fabbisogno energetico complessivo annuo degli edifici.
È quanto emerso oggi nell’ambito di un convegno organizzato a Chem-Med, The Mediterranean Chemical Event, in programma a fieramilanocity fino al 26 settembre 2013.
Il convegno è stata un’occasione per presentare i risultati della ricerca a conclusione del Progetto Warm Flow, nato due anni fa grazie a NewTec, che ha visto il coinvolgimentodi diverse società quali Somac, Artenergy Publishing, Energia+ e il Diparimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi Perugia. Al progetto, che può contare sul contributo del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono stati destinati circa 300.000 euro al fine di sviluppare nell'arco di due anni un sistema sperimentale innovativo di recupero dell'energia termica contenuta nelle acque reflue di scarico degli edifici caratterizzati da elevato indice di affollamento.
Durante la sessione di Chem-Med dedicata alle “Prospettive di Sviluppo della spettroscopia nel vicino infrarosso (NIR): biospettroscopia ed agro-alimentare”, è intervenuta Tiziana Cattaneo, del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura Cra-Iaa di Milano che, soffermandosi sulle applicazioni NIR in campo agro-biologico, ha dichiarato: “Nel settore agro-biologico è sempre più frequente la necessità di nuove metodiche analitiche che siano in grado di rispondere alle esigenze di rapidità, obiettività e semplicità d’uso, per fornire utili informazioni circa la natura delle materie prime utilizzate per la trasformazione, come substrato di biofermentazione, il controllo di bio-processo e la qualità dei prodotti finiti - dichiara Tiziana Cattaneo - Grazie alla sua versatilità, la spettroscopia nel vicino infrarosso può essere considerata una tecnica dall’enorme potenziale applicativo in un settore particolare come quello agro-biologico, caratterizzato da grande differenziazione di interessi, necessità e problematiche di controllo. Tra i punti di forza di questa tecnica, i più importanti sono riassumibili in velocità, versatilità, possibilità di utilizzo in linea e di effettuare controlli non distruttivi. Queste tecniche si prestano inoltre ad essere adottate non solo nei laboratori di analisi, ma anche a livello di produzione aziendale, direttamente on-line grazie all’impiego di fibre ottiche e strumentazioni miniaturizzate, dedicate e non”.
La sessione si è conclusa con la presentazione di alcune applicazioni industriali da parte delle aziende produttrici e/o di loro clienti. Marco Nocetti, responsabile del Servizio Tecnico del Consorzio Parmigiano Reggiano, ha raccontato l’esperienza fatta in collaborazione con Buchi Italia, una delle più importantiaziende presente nel mercatodella strumentazione FT-NIR. “I prodotti che vengono venduti con il marchio del Consorzio del Parmigiano Reggiano vengono sottoposti a rigorosi controlli per verificarne la qualità- ha affermato Nocetti - Molte di queste analisi prevedono metodiche che richiedono tempi lunghi e comportano la distruzione dei campioni analizzati. La tecnica NIR ha già trovato in passato diverse applicazioni in questo ambito, ma generalmente prevedevano la macinazione del campione, velocizzando l’analisi e comunque distruggendo parte del prodotto vendibile. Il lavoro presentato, invece, dimostra che è possibile analizzare i formaggi mediante l’utilizzo di una fibra ottica che può essere semplicemente appoggiata al prodotto, consentendo di conoscere il contenuto di proteine, grassi, sale e stagionatura in meno di 20 secondi, senza dover distruggere il campione. Questo consente di controllare un numero più elevato di campioni sia per la velocità d’impiego, sia per la possibilità di non distruggere il campione analizzato. Siamo ancora in una fase sperimentale, ma presto questo sistema potrà essere applicato su larga scala e porterà benefici anche ai consumatori perché consentirà di contrastare le eventuali frodi alimentari”.
Marcello Fumagalli di Cpa, che è intervenuto al convegno Un nuovo binomio farmaceutico: sintesi e biotecnologie, ha dichiarato: “Di fronte alle sfide globali che si profilano nei prossimi decenni, i Paesi dell’Oecd, e non solo, hanno individuato nello strategico interesse per le scienze biologiche un possibile elemento di soluzione alla gran parte delle problematiche economiche globali. In questo contesto, le biotecnologie potranno dare un significativo contributo soddisfacendo le necessità di una popolazione mondiale in crescita e sempre più alla ricerca del proprio benessere. Un benessere che non si configura solo in uno stato di salute ideale, ma è espressione di un ben più complesso sistema in cui ambiente, sostenibilità allo sviluppo industriale, approvvigionamento alimentare e, di conseguenza, produttività agricola, hanno un ruolo sostanziale per una popolazione demograficamente in crescita. In breve, le biotecnologie saranno nell’immediato futuro il nucleo di una nuova economia che per migliorare avrà bisogno di un pensiero strategico capace di supportare il radicale mutamento che queste nuove applicazioni possiedono. L’avanzamento nella comprensione dei meccanismi biologici faciliterà una maggiore padronanza dei rimedi e una migliore consapevolezza nel trattamento di patologie oggi apparentemente incurabili o difficilmente curabili. Da tutto ciò i benefici per l’uomo e la sua salute saranno profondi e assolutamente unici. Nel 2030, la popolazione globale raggiungerà gli 8,5 miliardi di individui e sarà sempre maggiore la richiesta di salute nei termini di qualità e aumento dell’aspettativa di vita. Per vincere tale sfida occorrerà uno sforzo, ancor di più di quanto fino ad oggi realizzato, in R&D tale da rendere agevole l’integrazione tra le conoscenze e le applicazioni. Un esempio di integrazione può essere quello della scoperta della struttura del Dna, della successiva ricerca sul genoma umano e, da qui, la definizione di nuove terapie e diagnostici”.
Ulteriori informazioni su Chem-Med 2013 sono disponibili nel sito www.chem-med.eu .