EMERGENZA IDRICA A ROMA. RADDOPPIO SISTEMA ACQUEDOTTISTICO PESCHIERA-CAPORE

01 ago 2017
Il Ministro Galletti e Acea stanno considerando il raddoppio dell’acquedotto Peschiera-Capore, progetto bloccato da anni per le resistenze di vari soggetti. Ancora una volta i blocchi alle realizzazioni delle infrastrutture generano gravi danni alla collettività

L’Osservatorio i Costi del Non Fare, presieduto da Andrea Gilardoni professore alla Bocconi, nel 2015 aveva stimato gli impatti del mancato ammodernamento dell’acquedotto Peschiera-Capore. Il costo del non fare era stimato in 200 milioni di euro, senza contare pienamente i costi del mancato approvvigionamento della città di Roma. In particolare:

  • i costi totali (compresi quelli di gestione) ammontano a circa 408 milioni di euro
  • i benefici totali sono di non meno di 600 milioni di euro
  • i Costi del Non Fare almeno 190 milioni di euro

Il progetto Peschiera-Capore va riattivato eliminando tutti i blocchi che ne hanno ritardato la realizzazione.

Negli ultimi giorni, a causa dell’emergenza idrica che sta colpendo la Capitale e altri Comuni limitrofi, molte proposte sono state fatte per trovare una soluzione di lungo termine al problema dell’approvvigionamento idrico. Tra le idee sul tavolo, sia il Ministro dell’Ambiente Galletti, sia ACEA stanno prendendo in considerazione il raddoppio del sistema acquedottistico Peschiera-Capore, progetto che era già stato bloccato una volta per le resistenze di alcuni attori.

Visto il ruolo fondamentale che tale sistema ricopre nell’approvvigionamento idrico di Roma e di altri numerosi Comuni, già in uno studio del 2015, l’Osservatorio i Costi del Non Fare aveva esaminato il progetto di intervento di raddoppio e ammodernamento dell’infrastruttura, stimandone i costi e i benefici. L’Osservatorio, che è presieduto dal Prof. Gilardoni dell’Università Bocconi di Milano e si occupa di studiare e monitorare lo sviluppo infrastrutturale del Paese, riteneva un’opera come questa strategica per la collettività, visti gli obiettivi del progetto:

  • messa in sicurezza dell’intera infrastruttura da eventi sismici;
  • garanzia dell’approvvigionamento idrico, anche in caso di aumento della domanda;
  • adeguamento della portata prelevata dalle sorgenti del Peschiera;
  • sostituzione delle fonti di approvvigionamento locali e quelle non conformi ai requisiti di potabilità.

Nonostante lo studio non considerasse l’eventualità di un’emergenza idrica, crediamo che i risultati non solo siano ancora validi ma siano probabilmente da correg-gere al rialzo, viste le soluzioni alternative a breve ter-mine che sono state prese in considerazione da tutti gli attori coinvolti negli ultimi giorni (desalinizzatori, autobotti, turnazione del rifornimento ecc.).

Secondo le analisi effettuate dall’Osservatorio, il costo netto della non realizzazione dell’opera per la colletti-vità ammonta a circa 189 milioni di € (vedi figura). In particolare, gli investimenti previsti dal progetto am-montavano a 377 milioni di €, a cui sommare i costi di gestione di circa 31 milioni di €. Dalla parte dei benefici, l’Osservatorio ha stimato i risparmi dovuti alla sostitu-zione delle fonti di approvvigionamento con i potabiliz-zatori (stimati in 142 milioni di €), al mancato disservizio di fornitura idrica (stimati in 261 milioni di €) e al danno economico dovuto al probabile decremento delle attività turistiche (stimati in 93 milioni di €). Sommando le varie voci il risparmio complessivo sarebbe di circa 597 milioni di €.

Anche in questo caso, un’attenta pianificazione delle infrastrutture, unita ad una corretta valutazione degli investimenti attraverso lo strumento dell’analisi costi benefici, permetterebbe di stabilire quali sono le opere davvero utili per la collettività senza doverne discutere in momenti di crisi o di emergenza.

 

Fig. I Costi del Non Fare di progetto, unitario e complessivo del rad-doppio Acquedotto Peschiera