L'accordo prevede il rifornimento di GNL statunitense da dicembre a marzo 2026. Zelenskiy: "Bisogno di importazioni dopo gli attacchi russi".
Assicurate all'Ucraina le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) statunitense attraverso la Grecia per coprire le necessità invernali da dicembre fino al marzo del prossimo anno. A dichiararlo i funzionari greci e ucraini durante una visita ad Atene del presidente Zelenskiy.
Nel dettaglio, informa Reuters, l'Ucraina importerà gas tramite un gasdotto che attraversa la penisola balcanica per garantirsi forniture critiche dopo gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche e agli impianti di produzione di gas.
I dettagli dell'accordo
La società greca del gas DEPA e l'azienda statale ucraina Naftogaz, si legge, hanno affermato in una dichiarazione congiunta che l'accordo entrerà in vigore a partire da dicembre. Zelenskiy, parlando accanto al primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, ha detto che le consegne inizieranno a gennaio.
"Ricostruiamo ogni volta che i russi distruggono, ma questo richiede davvero tempo, molto impegno, attrezzature e, per quanto riguarda il gas importazioni per compensare la distruzione della nostra produzione", ha dichiarato il presidente ucraino.
Prima della sua visita in Grecia, Zelenskiy aveva dichiarato che Kyiv aveva stanziato fondi per l'importazione di gas da partner europei e banche sotto garanzie della Commissione Europea, oltre che da banche ucraine, per aiutare a coprire i 2,3 miliardi di dollari necessari.
Ha poi aggiunto che il governo ucraino stava lavorando anche con partner statunitensi per garantire il pieno finanziamento: l'accordo arriva dopo che la Grecia ha concluso il suo primo contratto a lungo termine per fornire GNL statunitense all'Europa a partire dal 2030, dopo che l'UE ha approvato il divieto del GNL russo a causa della guerra di Mosca in Ucraina.
"La Grecia sta diventando un fornitore di sicurezza energetica per la tua patria. L'accordo contribuirà anche a impedire l'ingresso di gas naturale russo in Europa", ha detto il primo ministro greco Mitsotakis.
