Idrico, Agici: in Italia investimenti in aumento a 40 mld entro 2029

03 ott 2025
Picco nel biennio 2024-2025 grazie ai finanziamenti PNRR. In crescita anche i ricavi degli operatori di settore: +16% dal 2018 al 2023. Consegnato al Direttore Servizio Idrico di MM, Andrea Volpe, il Premio AGICI "Manager Servizio Idrico".

Ammontano a 40 mld, in Italia, gli investimenti per il settore idrico tra il 2018 e il 2029, con picco nel biennio 2024-2025.

È quanto emerge dallo studio AGICI "Il futuro del SII tra investimenti prioritari e strategie di finanziamento", presentato a Milano nel corso del VIII Convegno Annuale dell'Osservatorio Idrico OSWI – Observatory for a Sustainable Water Industry – di AGICI, con ABB, Acinque e Siemens quali partner strategici.

Lo studio analizza un campione di 115 gestioni per oltre 49 mln di abitanti (83% della popolazione italiana). Il report sugli investimenti rivela una curva ascendente: se tra il 2018 e il 2023 sono stati spesi 13,6 miliardi di euro, nel periodo 2024-2029 gli investimenti raddoppiano (26 mld). Grazie ai finanziamenti del PNRR, l'aumento più consistente si registra nel 2024 (4,3 mld) e nel 2025 (5,1 mld). Fra le cause, la sempre più scarsa disponibilità delle risorse idriche, l'aumento del rischio alluvionale e l'impatto della siccità.

Rispetto agli ambiti degli interventi, lo studio AGICI evidenzia il peso maggiore degli investimenti destinati alla riduzione delle perdite idriche, seguiti da quelli per il miglioramento della qualità dell'acqua depurata e per l'adeguamento del sistema fognario.

Cuore del rapporto 2025 di AGICI è inoltre la rilevazione degli impatti sul territorio, effettuata con la metodologia dell'Analisi Costi-Benefici (ACB), mirata a indagare come l'aumento della sicurezza e della resilienza delle reti idriche incida sul miglioramento della qualità della vita, sulla tutela dell'ambiente e sullo sviluppo socio-economico delle comunità di riferimento.

Considerati gli investimenti nel periodo 2018-2030, la realizzazione degli interventi previsti per lo sviluppo del settore idrico determina una serie di benefici netti misurabili in 3,1 mld di euro al 2050, costituiti principalmente da maggiore disponibilità della risorsa idrica, abbassamento dei costi di produzione dell'acqua legati alle perdite, risparmi per le famiglie e riduzione dei danni da allagamento.

Investimenti record e impatti concreti sul settore

Accanto agli investimenti e alle strategie delle aziende, inoltre, lo studio AGICI approfondisce lo stato di salute economico-finanziaria degli operatori di settore, quali 77 gestori monobusiness, il cui core business è il SII, e 2 grossisti, per il periodo di riferimento 2018-2023.

Dall'analisi degli indicatori economici si osserva una crescita del 16% dei ricavi complessivi nel periodo 2018-2023, passando da 5,6 miliardi di euro nel 2018 a 6,5 miliardi di euro nel 2023, con un picco di 6.7 miliardi di euro registrato nel 2022. Un aumento che testimonia una lenta ma progressiva espansione del volume d'affari per il settore, pur in un contesto operativo complesso e caratterizzato da significativi fabbisogni infrastrutturali.

Nello stesso periodo le aziende mostrano un'esposizione debitoria crescente, in particolare nei confronti del sistema bancario, con un incremento del 36%. Il peso maggiore è costituito dal finanziamento sostenibile, in linea con le politiche europee di transizione ecologica e con le crescenti esigenze di rafforzamento della finanza climatica.

Proprio la finanza sostenibile è uno degli strumenti più efficaci individuati da AGICI, accanto al Partenariato Pubblico-Privato, per rispondere al venir meno dei finanziamenti pubblici, quali i fondi del PNRR, e garantire la continuità degli investimenti nel lungo periodo.

Necessario, si legge nel rapporto AGICI, che le aziende idriche sviluppino modelli di finanziamento più competitivi e meno legati al settore regolato, con una gestione industriale dell'acqua, muovendosi verso il mercato e attirando capitali in grado di rispondere alle esigenze future.

Le voci dei protagonisti del settore

"Il nuovo rapporto OSWI fa emergere chiaramente come gli investimenti nel settore idrico siano destinati a crescere nel tempo per l'importante necessità di ammodernamento fisico e digitale delle infrastrutture, nonché per l'impatto dell'inflazione, che ha fatto aumentare il costo dei progetti di oltre del 20% negli ultimi 5 anni", ha dichiarato Marco Carta, Amministratore Delegato di AGICI.

"In un contesto in continua trasformazione, il settore idrico deve assicurare un servizio efficiente, resiliente e sostenibile e questo richiede una sempre maggiore capacità di pianificare gli investimenti. La realizzazione delle infrastrutture idriche comporta un impatto rilevante per i territori dal punto di vista ambientale, sociale ed economico", ha commentato Alessandra Garzarella, Direttrice dell'Osservatorio OSWI di AGICI.