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Redazione Watergas.it
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L'idea imprenditoriale è nata nel 2003 quando un gruppo di manager ed imprenditori del settore alta tecnologia operanti a Genova si sono riuniti costituendo una nuova società, denominata Genova High Tech, con l'obiettivo di promuovere la realizzazione di un Technology Village a Genova, un sito che potesse ospitare università, centri di ricerca ed imprese tecnologiche. La collocazione presso la spianata degli Erzelli è stata definita nel 2006, quando la società Genova High Tech ha acquistato 440.000 m2 di terreni che fino a pochi anni fa erano destinati a deposito di containers, in una più che suggestiva posizione a 110 m sul livello del mare. Dopo la sigla dell'Accordo di Pianificazione e dell'Accordo di Programma tra gli enti locali, i lavori sono iniziati nel 2007 e si stanno concludendo in questi mesi.
Nel Parco Leonardo troveranno sede la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Genova, che occuperà una superficie di 90.000 m2, comprese le residenze per gli studenti e gli spin-off; aziende high tech per 200.000 m2; un parco urbano di 200.000 m2; 100.000 m2 destinati a funzioni di servizio, di connettivo urbano, ricreative, per la residenza, il tempo libero e lo sport.
L'elemento caratterizzante è la presenza della Facoltà di Ingegneria, che garantirà alle aziende la necessaria cross-fertilization tra formazione, ricerca scientifica, alta tecnologia e sviluppo di nuovi prodotti. Per l'Università è previsto un complesso articolato sui tre principali dipartimenti, con le attività didattiche ed i laboratori leggeri e pesanti (compresa una grande vasca navale) dimensionati e distribuiti di modo da creare una struttura integrata e passibile di ulteriori ampliamenti. L'organizzazione degli spazi e la distribuzione degli edifici è finalizzata alla creazione di un'elevata contiguità tra le diverse professionalità ed occupazioni degli studenti, dei ricercatori, dei manager: come insegna l'esperienza dei parchi scientifici tecnologici di successo, l'elemento di maggiore impatto sull'innovazione sta proprio nella contiguità delle diversità, che favorisce e stimola il pensiero creativo.
Oltre 70 imprese hanno già dichiarato interesse a localizzarsi presso il Parco Leonardo, tra queste importanti gruppi industriali nazionali ed internazionali operanti nei settori dell'elettronica, dell'automazione, dell'informatica, delle telecomunicazioni e della progettazione sistemistica navale avanzata. A questi vanno aggiunte le piccole imprese high tech già attive nell'area genovese. La prima ad insediarsi sarà la svedese Ericsson, con circa 1000 addetti.
Abbiamo intervistato l'ing. Gianfranco Gianni, direttore tecnico della ditta Gianni Benvenuto Spa che ha realizzato gli impianti meccanici:
"Il Parco Scientifico e Tecnologico Leonardo” sulla Collina degli Erzelli è stato concepito per creare a Genova un'area dedicata alla ricerca e allo sviluppo dell'high tech, oltre che per favorire la nascita di nuove imprese nel settore che, qui, possono trovare l'opportunità di confrontarsi con imprese locali già esistenti e con l'università, per sviluppare tecnologie innovative e d'avanguardia.
Il concetto che contraddistingue questi parchi scientifici è proprio la possibilità di aggregare aziende, di modo che le stesse possano interagire in maniera trasversale per l'accrescimento reciproco dei know-how. Genova High Tech ospita aziende che operano nel settore dell'alta tecnologia ed è caratterizzato dall’avere edifici di notevole pregio architettonico ed impiantisticamente evoluti.
Il primo lotto, che è quello attualmente in fase di ultimazione, è costituito da due torri, denominate A e B, una da 9 ed una da 14 piani, con una superficie di circa 3000 m2 a piano. Il sito sarà estremamente articolato e complesso, con molti palazzi ed edifici al suo interno; il suo sviluppo nel tempo sarà legato anche alla richiesta di spazi, a breve si insedierà qui anche al Facoltà di Ingegneria dell'Università di Genova.
La nostra società ha già contribuito alla realizzazione di diversi parchi scientifici, tra cui il VEGA a Venezia, il PST a Tortona e ComoNext a Como. Ultimamente assistiamo ad una crescente tendenza, anche in Italia, a sviluppare questi poli di aggregazione di carattere tecnico scientifico tra industrie ed università per una migliore sinergia tra ricerca teorica ed applicata, poli che nascono soprattutto in città in cui c'è una filiera industriale con competenze specifiche.
Questo sito è destinato a fungere da esempio dal punto di vista impiantistico: essendo, come detto, un aggregato di numerosi stabili, gli edifici sono energeticamente allacciati ad una centrale di trigenerazione, che produce le tre "energie" necessarie: acqua calda, acqua refrigerata ed energia elettrica. Un sistema di distribuzione le porta a tutti gli edifici, non esiste, quindi, una centrale di produzione termofrigorifera ed elettrica locale perché tutto è concentrato in un'unica centrale di quartiere.
All’interno della sottocentrale di edificio, mediante degli scambiatori di calore a piastre, i fluidi provenienti dalla citata centrale, cedono l’energia necessaria ai fluidi vettori dell’edificio.
Un sistema di pompe e di regolazioni provvede a garantire l’opportuna circolazione alle temperature richieste a tutte le utenze che ne fanno richiesta.
Nella torre A, ad esempio, sono presenti due circuiti indipendenti per l’alimentazione di acqua calda (ad una temperatura di 50°C) e fredda (ad una temperatura di 17°C) alle travi.
L’acqua fredda è volutamente mantenuta ad un valore alto in quanto, come tipico negli impianti con travi fredde, è necessario mantenere la temperatura superficiale delle batterie ad un valore superiore alla temperatura di rugiada dell’ambiente trattato in modo da scongiurare il pericolo di formazione di condensa con conseguente gocciolamento.
Altri circuiti (caldo e freddo) alimentano le batterie delle unità di trattamento aria; in particolare, in questo caso, l’acqua refrigerata è tenuta ad una temperatura di 7°C onde poter deumidificare secondo necessità l’aria primaria da inviare alle travi.
I circuiti idronici ed aeraulici sono ubicati in due grandi cavedi verticali che consentono di mettere in comunicazione le centrali poste al piano 4° interrato con la copertura dove sono ubicate le UTA ed un sistema di pannelli solari termici. Ad ogni piano, dai due cavedi, si staccano le alimentazioni per l’acqua e l’aria dedicate al semipiano di competenza, così da poter ottenere una gestione e una contabilizzazione energetica frazionata in base alle necessità delle utenze che potrebbero essere multiple e con esigenze diverse).
La distribuzione al piano è tipica degli impianti realizzati con le travi.
Una rete aeraulica porta l’aria primaria alle travi, aria che funge da vero e proprio motore per quest’ultime in quanto attiva una circolazione indotta di aria secondaria che, dopo essere trattata localmente nella batteria, torna in ambiente condizionandolo.
Proprio per la funzione fondamentale che l’aria primaria assume negli impianti a travi, è necessario che la sua portata sia attentamente controllata. Qui sono stati utilizzati regolatori autoequilibranti di tipo meccanico (senza energia ausiliaria) di produzione Trox.
Il circuito idraulico è del tipo “a quattro tubi” al fine di rendere disponibile alle singole batterie di ogni trave sia l’acqua calda che quella fredda.
Un sistema di regolazione con valvole a due vie consentirà, a seconda delle necessità termiche dell’ambiente, la circolazione dell’uno o dell’altro fluido.
Coma mai la scelta delle travi fredde? C'è anche una motivazione legata al risparmio energetico?
"La scelta delle travi consente di sfruttare alcuni vantaggi tipici del prodotto stesso, come ad esempio il fatto di non avere ingombri a pavimento e di avere la possibilità di regolare singoli ambienti. E’ possibile nel particolare, sezionare un open space in spazi più limitati in cui si possono gestire le singole travi in maniera indipendente l'una dall'altra. Un altro vantaggio è quello che la trave è un terminale d'utenza "pulito"; il fatto di non avere condensazione sulla batteria, come avviene nel fancoil, evita proliferazioni batteriche, che arrecano sporcamento della batteria, muffe, odori ecc.
Nella torre A sono state installate circa 1200 travi, altrettante saranno installate nella torre B. In copertura ci son 3 UTA, una per ogni sezione in cui è suddiviso il corpo dell'edificio (nord, centro, sud).
Conosciamo TROX praticamente da sempre, anche se la sua scelta, in questo caso, è stata effettuata a livello progettuale. In ogni caso, utilizziamo travi fredde TROX nella maggior parte dei nostri lavori ".
La società Gianni Benvenuto Spa opera nel campo degli impianti tecnologici e di climatizzazione dal 1959 e collabora con i più importanti studi di progettazione italiani. Con 50 dipendenti diretti e 250 collaboratori esterni, Gianni Benvenuto spa ha attualmente cantieri in tutto il territorio italiano.
SCHEDA LAVORI
Committente: Genova High Tech Spa
Progettista: ACTA, Corso Turati 13E, Torino
Direzione Lavori : AURORA Costruzioni –Torino
Installatore: Gianni Benvenuto Spa, Viale Matteotti 39, Cernobbio (CO)
Materiali: travi fredde mod. DID632 – 4 tubi TROX
box Serie DID 632
I diffusori ad induzione da soffitto TROX della Serie DID632 vengono impiegati in impianti di climatizzazione misti aria-acqua e garantiscono un clima confortevole anche in ambienti con elevato carico termico di raffreddamento. Associano alle caratteristiche aerauliche dei diffusori a soffitto i vantaggi energetici dello scambio termico aria/acqua.
La Serie DID632, grazie alla sua particolare esecuzione, è idonea per l’installazione in controsoffitti con spazi limitati in edifici di nuova costruzione o ristrutturazioni con altezze locale da 2,6 m a 4 m.
La speciale esecuzione con sistema a 4 tubi permette di raffreddare o riscaldare ogni ambiente in maniera indipendente.
Caratteristiche
• Alta capacità di raffreddamento anche con bassa portata dell’aria primaria, bassa velocità dell’aria nella zona occupata e basso livello di potenza acustica
• Griglia di induzione disponibile in 4 modelli
• Deflettori regolabili per l'orientamento del getto
• Ugelli di induzione regolabili
• Raccordo orizzontale
Didascalie:
108, 111, 113, 115, 126: ambienti interni
117: un'area del cantiere
118, 122: panorama dal 9° piano della Torre A
110: trave fredda TROX DID 632 4 tubi lunghezza 1200 integrata nel controsoffitto
135: trave fredda TROX DID 632 4 tubi lunghezza 1200 pendinata a soffitto
148, 150, 151: Torre A
153: Ing. Gianfranco Gianni, direttore tecnico Gianni Benvenuto Spa