
La recessione economica non fa ridurre gli incidenti da gas e alimenta il rilassamento del settore pubblico nella predisposizione di interventi per eliminare le cause dello “zoccolo duro” dei sinistri.
Nel 2012, gli incidenti per uso domestico di gas canalizzato sono di nuovo aumentati in assenza del ripetersi delle favorevoli condizioni climatiche che avevano determinato il calo dell’anno precedente. Ciò a riprova che, ove mai ce ne fosse stato bisogno, rimangono intatte le componenti strutturali che determinano la principale causa dei sinistri, cioè a dire le intossicazioni da monossido di carbonio: infatti, come già segnalato da tempo, restano lettera morta il varo di un sistema di controlli degli impianti sul campo, gli incentivi per l’ammodernamento di impianti e la sostituzione di vecchi apparecchi di utilizzazione e un sistema nazionale di qualifica obbligatoria per gli operatori post-contatore.
Al tradizionale Forum UNI-CIG il punto sul trend degli incidenti da gas combustibili 2012. L’evento il 18 e 19 giugno presso il Palazzo delle Stelline a Milano.
Il 18 giugno 2013, nella Sala Volta del Palazzo delle Stelline in Corso Magenta 61 a Milano, prende l’avvio il tradizionale Forum UNI-CIG, dedicato quest’anno, anche per festeggiare adeguatamente il 60° anniversario della fondazione del CIG, al ruolo in prospettiva della normazione europea e nazionale a sostegno dei processi di innovazione e di sviluppo. Nella mattinata del 19 giugno, seconda giornata dei lavori, verrà presentata la statistica nazionale sugli incidenti da gas combustibili per il 2012, elaborata dal CIG e riconosciuta dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG).
I dati relativi all’anno 2012 evidenziano un incremento degli incidenti sulle utenze servite da gas canalizzati, ancorché su valori relativamente inferiori a quelli registrati negli ultimi anni (177 incidenti nel 2012 contro i 144 dell’anno precedente e i circa 200 del 2009-2010): l’incremento dipende interamente dal venir meno delle favorevoli condizioni climatiche che nel corso del quarto trimestre del 2011 avevano determinato, con la riduzione degli usi del gas per riscaldamento domestico, una concomitante riduzione delle intossicazioni da monossido di carbonio. La notizia è duplicemente “cattiva” in quanto gli incidenti sono aumentati anche se, per effetto della recessione economica, nel 2012 i consumi di gas sulle utenze domestiche si sono ridotti a 30,2 miliardi di metri cubi (31,8 miliardi di mc nel 2011) e per la prima volta negli ultimi dieci anni il numero delle utenze allacciate non è aumentato, rimanendo bloccato sui 21,6 milioni del 2011.
Un fenomeno analogo si è registrato nel settore degli usi di GPL in bombole e piccoli serbatori: a fronte di una riduzione dei consumi da 1,9 milioni di tonnellate del 2011 a 1,75 milioni di tonnellate del 2012 e di una riduzione del numero di utenti a 7,5 milioni (7,7 milioni nel 2011), gli incidenti totali sono rimasti sostanzialmente stabili (136 sinistri nel 2012), con un incremento di quelli mortali (19 nel 2012 contro i 13 dell’anno precedente). Anche quest’anno non si sono registrati incidenti coinvolgenti serbatoi di Gpl.
Con l’ampliarsi delle fasce sociali vittime di un crescente disagio economico, rimangono elevate le percentuali dei soggetti di nazionalità italiana coinvolti negli incidenti , laddove negli ultimi anni si era assistito a un progressivo incremento a carico di residenti stranieri. Infatti, nel caso degli incidenti per uso di gas canalizzato risultano di nazionalità italiana il 71% degli infortunati e l’83% dei deceduti. Nel caso di incidenti per uso di GPL in bombole e serbatoi a fronte di una percentuale analoga (73%) per gli infortunati, i decessi di cittadini stranieri risultano più frequenti (30%).
Nel 2012 le cose sono andate sensibilmente meglio per quanto riguarda gli incidenti derivanti da atti di suicidio o tentato suicidio: con riferimento agli usi da gas canalizzato si sono verificati 13 incidenti (20 nel 2011) con nessun deceduto (vs. 5) e 13 Infortunati (vs. 15); per il GPL in bombole sono stati rilevati 8 incidenti riconducibili agli stessi motivi (vs. 7), con 4 deceduti (come nel 2011) e 6 infortunati (vs. 3).
Da questa fotografia emerge chiaro un dato che non richiede analisi complesse per essere enucleato: al netto della varianza statistica e degli effetti climatici, gli incidenti comunque non si riducono, sia negli usi di gas canalizzati sia in quelli di GPL, pur in presenza di una significativa diminuzione dei consumi e di una stagnazione del numero delle utenze.Il fatto che non ci sia evidenza di una correlazione positiva tra consumi e incidenti occorsi, ma che al contrario tale correlazione assuma a tratti una valenza negativa, è indicatore della sussistenza di uno zoccolo duro di cause degli incidenti che non sono state rimosse, e solo blandamente intaccate, nonostante gli enormi sforzi sviluppati sia nel campo della normazione tecnica, sia nel campo della fabbricazione di apparecchi e componenti.
Tali cause sono state censite negli ultimi anni dalle statistiche redatte dal CIG con una regolarità che ormai ha dell’irritante agli occhi degli addetti ai lavori che prodigano ogni giorno sforzi titanici, anche in condizioni di crisi, per migliorare gli standard di sicurezza.
Infatti, l’analisi statistica della composizione degli incidenti rilevati, conferma che: nel caso del gas canalizzato, la causa prevalente dei sinistri è sempre di più la non idoneità dell’impianto di evacuazione dei prodotti della combustione il 23% per gli incidenti (36% dei casi degli incidenti mortali). Il quadro delle cause prevalenti degli incidenti occorsi nel 2012 è completato da: carenza di manutenzione (14%), irregolarità sull’impianto (7%) e l’insufficiente o mancante aerazione o ventilazione del locale (7%).
Le cause degli incidenti monitorati nel 2012 che presentano il maggior numero di persone coinvolte sono relative ad accadimenti in cui è interessato l’impianto di evacuazione dei prodotti della combustione. Gli infortunati sono stati 121, di cui 85 di nazionalità italiana e 36 di altra nazionalità.
Per cause dovute a carenza di manutenzione, sono state 66 le persone infortunate, di cui 13 di minore età, 49 di età compresa tra i 18 – 65 anni e 4 di età maggiore di 65 anni; di questi 46 sono italiani e 20 di altre nazionalità. Nel caso di 8 decessi è stato possibile identificare la causa del sinistro nella non idoneità dell’impianto di evacuazione prodotti della combustione; di questi sei sono italiani e 2 di altra nazionalità: 5 di essi avevano un’età maggiore di 65 anni.
Nel caso del GPL le cause principali degli incidenti si confermano essere, nell’ordine, l’uso scorretto e l’errata manovra (30%), le irregolarità sugli impianti (22% dei casi) e la carenza di manutenzione (22%).
Come negli anni scorsi, è dovere del CIG ripetere il solito appello a tutti i soggetti istituzionali interessati, al fine di porre finalmente in essere le iniziative necessarie per determinare, non solo una brusca interruzione dei trend negativi sopra evidenziati, ma anche una progressiva e strutturale inversione di tendenza.
Le parole d’ordine del CIG sono sempre le stesse: «controllare», «qualificare», «incentivare» e «comunicare».
Per quanto riguarda i “controlli” sugli impianti, ci ritroviamo a constatare ancora una volta l’assenza del legislatore che ha lasciato «appeso» il D.M. 37/08, non elaborando il dovuto aggiornamento con l’inserimento delle norme sull’attuazione dei controlli in campo per tutti gli impianti, specie per quelli vetusti.
Va invece salutato con favore l’annuncio da parte di AEEG di un rinnovato interesse ai temi della Delibera 40/04.
In riferimento alla “qualificazione” degli operatori, è auspicabile che i lavori per la formalizzazione a livello europeo e nazionale di adeguati framework per la qualifica degli operatori post contatore vadano a buon fine con la massima sollecitudine.
E’ evidente che anche in questo caso sarebbe stato auspicabile un intervento di cogenza superiore per la definizione di un quadro nazionale di ruoli e responsabilità; un quadro nel quale il CIG, per ruolo e competenza ambisce a fornire un contributo determinante per l’avvio del programma di qualifica.
Interventi in tal senso sono stati ripetutamente sollecitati anche dalle Associazioni di Categoria interessate, specie quelle che rappresentano gli installatori.
Tanto premesso, il CIG ritiene che su questo fronte vadano rotti gli indugi e il cuore vada gettato oltre l’ostacolo, anche correndo qualche rischio a causa della citata assenza di un quadro legislativo adeguato. Pertanto, non appena conclusi i lavori in corso per la creazione di uno schema normativo, il CIG darà il via, in partnership con altri operatori, a un programma nazionale di qualifica, riservandosi un ruolo di supervisione, programmazione, controllo, formazione anche con la definizione dei relativi contenuti formativi, standard professionali e test di verifica.
Per quanto attiene l’<<incentivazione>> si auspicano interventi a sostegno del rinnovamento del parco apparecchi o di ammodernamento degli impianti, con facilitazioni fiscali e tributarie in favore dei consumatori.
Per quanto riguarda la «comunicazione» è del tutto evidente che sarebbe necessaria l’attivazione di campagne di informazione, da veicolarsi attraverso i media a maggiore capillarità di diffusione.
Su tale fronte, in passato il CIG ed Assogasliquidi, in stretta collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, hanno predisposto strumenti divulgativi per l’educazione dei Cittadini all’impiego in sicurezza dei gas combustibili, come, per esempio, il manuale “Sicuro gas” e il set di video dal medesimo titolo, che hanno avuto un lusinghiero riscontro.
Allo stesso modo diverse aziende di distribuzione hanno avviato campagne informative locali.
Evidentemente, tanto non è stato però sufficiente a raggiungere l’amplissima utenza deicittadini che utilizzano i gas combustibili e a fornire così un contributo rilevante all’aumento della cultura della sicurezza legata al loro impiego.Con la consueta responsabilità e l’attenzione che da sempre guida tutte le proprie attività, il CIG auspica che la diffusione di informazioni di prevenzione, mirate a migliorare la conoscenza dei corretti comportamenti nell’impiego dei gas, diventi sempre più una priorità per le istituzioni nazionali che sicuramente dispongono di strumenti più efficaci per raggiungere compiutamente l’importantissimo obbiettivo, anche con l’ausilio dei media.
Contestualmente, il CIG si impegna a mettere a disposizione i materiali divulgativi già disponibili e a fornire supporto a tali progetti in termini di specifiche conoscenze e competenze.
L’obiettivo resta sempre il medesimo e non ci si stancherà di ripeterlo, è quello di continuare a ridurre i casi di decesso per incidenti da gas a un numero con una sola cifra.